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Liberazione: Panini: «Prodi o Berlusconi i rinnovi sono optional»

Oggi manifestazione della scuola, intervista al segretario della Slc Cgil

27/10/2007
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Liberazione

Roberto Farneti

Non sono passate neanche tre settimane dalla firma del contratto 2006-2009, che i lavoratori della scuola sono di nuovo costretti a scioperare. La colpa è del ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa, che ha deciso di seguire l'esempio negativo del precedente governo non inserendo nella legge Finanziaria per il 2008, attualmente all'esame del Parlamento, le risorse per il biennio economico 2008-2009. Per questa ragione oggi docenti e personale ausiliario (Ata) incroceranno le braccia per l'intera giornata e daranno visibilità alla loro protesta con una manifestazione nazionale a Roma. Il corteo partirà alle 14 da Piazza Bocca della Verità per concludersi a Piazza Navona, dove parleranno Enrico Panini, segretario generale Flc Cgil, Paolo Pirani, segretario confederale Uil e il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni.

Enrico Panini, che succede? Pare che per i lavoratori della scuola non esistano governi "amici"...
Noi giudichiamo le azioni dei governi a partire dalle nostre richieste. Dal punto di vista delle politiche contrattuali la Finanziaria del 2008 è uguale alla Finanziaria per il 2006, nel senso che hanno messo solo l'indennità di vacanza contrattuale.

Vuoi dire che con voi Prodi si comporta come Berlusconi?
C'è la stessa dinamica politica, il fatto cioè di considerare i rinnovi contrattuali un optional. Visto che non siamo disponibili a questa logica, come abbiamo scioperato nel 2006, scioperiamo nel 2008. Essendoci una sensibilità molto diversa delle forze politiche che compongono l'attuale governo, io confido che la scelta compiuta con la Finanziaria venga corretta nel dibattito parlamentare.

Tra l'altro è la legge stessa, datata 1978, a stabilire che le risorse per i contratti pubblici debbono essere inserite nella Finanziaria. Padoa Schioppa però ha detto: «Se si rispetterà la triennalizzazione del contratto le risorse ci saranno». Non è una specie di ricatto?
Quella del ministro è una logica inaccettabile. Noi abbiamo sottoscritto una disponibilità ad affrontare - in forma sperimentale e solo per un periodo circoscritto - una eventuale durata triennale dei rinnovi contrattuali. Questione che richiede l'apertura di un tavolo di confronto, l'esplicitazione degli obiettivi e che, soprattutto, richiede di affrontare un problema molto serio: come si garantisce il recupero dei salari rispetto all'inflazione programmata. E' evidente che, se la durata del contratto diventa triennale, l'adeguamento delle retribuzioni non potrà più essere biennale, come è adesso, ma annuale. Queste cose le vedremo in quella sede, ma non esiste uno scambio tra il diritto al rinnovo e la partita sulla triennalizzazione.

Con la vostra disponibilità a discuterne, non pensate di avere prestato il fianco ai "giochini" di Padoa Schioppa?
Assolutamente no. Una disponibilità a discutere non è una cambiale e tanto meno una cambiale in bianco.

Tra le ragioni dello sciopero, c'è anche il fatto che la Finanziaria non prevede interventi fiscali a favore del lavoro dipendente. Ma su questo punto specifico non è già prevista una manifestazione di Cgil Cisl Uil a novembre?
La manifestazione su fisco e redditi da lavoro di cui parli è all'interno di un pacchetto di cui fanno parte anche i tre scioperi con manifestazioni nazionali del settore pubblico organizzati ad ottobre (lunedì toccherà a Università e ricerca).

Confindustria sostiene che la dinamica salariale del settore pubblico è superiore a quella del settore privato.
Rispondo che nel nostro paese c'è una questione salariale che riguarda tutto il lavoro dipendente. In particolare, il nostro è un settore che produce ricchezza per il paese ma si ritrova con le retribuzioni più basse d'Europa. Occorre invertire questa spirale.

Voi dite che la Finanziaria non affronta i problemi del precariato. Confindustria potrebbe obiettare che, in fin dei conti, lo Stato applica leggi approvate dal Parlamento e condivise pure dalle organizzazioni sindacali. Che infatti hanno sottoscritto il protocollo sul welfare...
Intanto nel pubblico non ci sono co.co.pro ma rapporti di lavoro a tempo indeterminato o a termine. Il problema è la stabilizzazione dei precari. Nella scuola ci sono ancora diverse decine di migliaia di posti liberi occupati da persone che hanno un'età media molto alta e che hanno, molto spesso, 6-7 anni di precariato alle spalle. La legge Finanziaria dell'anno scorso inverte questo trend, in quanto prevede 170mila immissioni in ruolo nel triennio 2007-2009. Noi chiediamo di procedere con la stessa determinazione nella Finanziaria del 2008, perché i numeri finora fissati non vanno bene. Inoltre preciso che il protocollo sul welfare fissa alcuni limiti ma non esaurisce la nostra battaglia contro la precarietà.

Il capitolo precarietà si lega a quello degli organici. Gli insegnanti sono troppi?
Aumentano le iscrizioni nella scuola statale, diminuiscono gli insegnanti. E' un evidente controsenso. Sommando la Finanziara del 2007 a questa, il risultato è che verranno tagliati in 4 anni qualcosa come 45-50mila insegnanti. Gli effetti sono pesanti per il funzionamento della scuola: in particolare nella secondaria superiore, ma non solo, spesso ci sono classi di 30 alunni. Questo è in contraddizione con l'impegno firmato a giugno dal governo, che dice stop ai tagli e sì a una programmazione degli organici misurata sulle effettive esigenze. Insomma, mi chiedi di funzionare anche il pomeriggio, di lottare contro la dispersione, di accogliere alunni migranti. Giusto. Però mi riduci gli insegnanti. Noi chiediamo allo Stato di investire sulla scuola, perché per noi la scuola pubblica è un valore. Durante il periodo Moratti, le scuole si sono indebitate per oltre un miliardo di euro, soldi mai ripianati dal ministero. Ciò le ha costrette a ridurre le attività in più, come corsi di lingua o altre iniziative. Anche per questo scioperiamo.


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