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Liberazione-Niente vacanze, oggi si lotta

Ferragosto contro la riforma per quattro ragazzi del liceo Tasso di Roma Niente vacanze, oggi si lotta Checchino Antonini Cammineranno in quattro intorno al Ministero dell'Istruzione-Univer...

15/08/2002
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Liberazione

Ferragosto contro la riforma per quattro ragazzi del liceo Tasso di Roma
Niente vacanze, oggi si lotta
Checchino Antonini
Cammineranno in quattro intorno al Ministero dell'Istruzione-Università e Ricerca (Muir), quello che si chiamava della "pubblica istruzione" fino all'arrivo di Letizia Moratti. Jacopo, Elena, Francesco e, forse, Teresa, salvo ripensamenti dell'ultim'ora marceranno dodici ore filate alla maniera di Martin Luther King. Intorno all'umbertino palazzo di Trastevere, sede ministeriale a ridosso del Colle Gianicolo, i quattro passeranno ferragosto indossando cartelli contro la sperimentazione della riforma Moratti contro cui una nuova generazione di studenti impegnati s'è battuta nell'anno scolastico appena passato. Tra ottobre e gennaio furono riempite le piazze, occupate le scuole e autogestite le lezioni in nome di un'altra scuola possibile, pluralista, di tutte e tutti, laica, coinvolgente e densa di saperi. Che è proprio quello che Letizia Moratti, manager discussa cui Berlusconi ha affidato il settore, non vuole. Un po' perché nella filosofia corrente a Palazzo Chigi l'istruzione è una merce da vendere al miglior offerente, da far smerciare a bottegai confindustriali o cattolici; un po' perché nelle casse di Tremonti non c'è una lira e semmai ci fosse non sarebbe certo destinata a docenti e studenti.
Nell'autunno caldo 2001, quando quasi tutta la scuola pubblica ridicolizzò i finti Stati generali della ministra all'Eur, anche Jacopo e co. dello "storico" liceo classico Tasso, alle spalle di Via Veneto, passarono agli onori delle cronache poiché digiunarono una settimana per farsi ricevere dalla ministra che li invitò a Palazzo assieme ai rappresentanti delle associazioni giovanili collaterali alla Casa della Libertà e neppure li stette a sentire. Come spesso accade, su di loro si compì lo spostamento mediatico dell'attenzione dalla luna (il movimento studentesco più vivace degli ultimi dieci anni) al dito (la creazione di un leader da sbattere in prima pagina, da montare e, eventualmente, da smontare). Il giorno del corteo studentesco di fine novembre 2001, un fotografo del gruppo Caracciolo ebbe l'incarico di seguire uno di loro e ritrarlo in tutte le pose per un servizio sui capi dei giovani che indulgeva sul numero e sulla marca di sigarette fumate da alcuni di loro. Teoria e tecnica di come s'inventa un opinion leader, alla Diaco, per una categoria che, al contrario, non ha voglia nè bisogno alcuno di leader. E lo dimostra anche a scuole chiuse visto che la "vigilanza", così definiscono l'iniziativa ferragostana, sulla qualità della scuola pubblica viene esercitata da una pattuglia di under 18, tutt'altro che omologabili tra i telespettatori passivi più graditi al governo.

Francesco Radicioni, classe '85, è il più vecchio dei quattro camminatori con i suoi diciassette anni: "Voterò la prima volta in primavera - dice - e spero che sarà per bocciare la legge di parità col referendum". Jacopo Sonnino ha un mese meno di lui, Elena e Teresa sono quindicenni. E' stato Francesco a preparare i cartelloni per stamattina. Cartoncini bianchi 50 per 70, "classici per uomini-sandwich" su cui si potrà leggere "Sperimentazione, parlamento espropriato": "E' lì che dovrebbero decidersi le leggi - dice a Liberazione, Radicioni - invece la ministra vuole by-passarlo introducendo pezzi di riforma a colpi di decreto e con l'avvallo delle regioni poliste". Su un cartellone funzionerà il marcatempo per spiegare ai numerosissimi turisti le ragioni del camminamento. Una lunga marcia che si ripeterà, così si augurano, a settembre con tanti altri studenti e docenti.


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