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Liberazione-Lavoro e dignità per i precari della scuola

Lavoro e dignità per i precari della scuola Sono ore drammatiche per le migliaia di precari della scuola statale, beffati dalla sequela contraddittoria di interventi firmati dalla ministra M...

02/08/2003
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Liberazione

Lavoro e dignità per i precari della scuola
Sono ore drammatiche per le migliaia di precari della scuola statale, beffati dalla sequela contraddittoria di interventi firmati dalla ministra Moratti fin dal suo insediamento, a partire dal decreto del luglio 2001, che ha omologato i punteggi fra scuola privata e scuola pubblica e che ha unificato la terza e quarta fascia delle graduatorie permanenti, mettendo insieme precari con servizio, vincitori di concorso e Ssis, diplomati nelle scuole di specializzazione all'Insegnamento secondario. Un provvedimento, che fa da trave alla controriforma delle destre sulla scuola pubblica, che traccia una linea di favoritismo per le scuole private, configura un orizzonte di precarizzazione permanente di insegnanti e personale Ata (il personale non docente), indebolisce la posizione degli attuali precari per arrivare alla meta della chiamata diretta tanto cara a buona parte della maggioranza.

Il decreto di unificazione delle fasce, madre di molti mali, fu impugnato e bersagliato da migliaia di ricorsi al Tar, ed è atteso a breve il pronunciamento della Corte costituzionale su iniziativa della Cgil scuola. Nel gennaio 2001 ai Siss viene attribuito, contro il parere del Consiglio nazionale della pubblica istruzione, un doppio punteggio, quello della specializzazione e quello per il servizio prestato durante l'iscrizione alle scuole di specializzazione. La decisione viene annullata dal Tar ma il ministero va avanti, decide di non applicare la sentenza e procede alle nomine per le supplenze determinando nei fatti uno scavalcamento nelle graduatorie dei precari abilitati all'insegnamento tramite concorsi ordinari e riservati, che per anni hanno prestato servizio nella scuola statale. In seguito all'intervento del consiglio di stato, il Governo cerca di metterci una pezza, e facendo leva su un ordine del giorno approvato alla Camera, tenta fragilmente di riequilibrare la situazione delle graduatorie, attribuendo ai precari storici 18 punti. Una soluzione debole e esposta all'iniziativa ennesima della giustizia amministrativa, che pochi giorni fa l'ha dichiarata illegittima. Ma questa volta Moratti rispetta con solerzia la sentenza del Tar, toglie i 18 punti ai precari storici e procede in questi giorni alle nomine per le supplenze, con i conseguenti risultati disastrosi.

Siamo certamente di fronte ad un fallimento politico che riguarda la gestione del precariato della scuola, ma che si colloca in un disegno preciso di smantellamento della scuola pubblica. In due anni si è voluta determinare una situazione di caos nel reclutamento, scaricando o sfruttando a seconda della convenienza le sentenze della giustizia amministrativa e bloccando al contempo le immissioni in ruolo necessarie. La situazione di illegittimità è evidente e questa maggioranza non ha nessuna intenzione di risolverla garantendo i diritti acquisiti e le aspettative dei soggetti coinvolti. Il Ministro avrebbe un atto dovuto da compiere ripristinando il principio di equità e di giustizia prima di procedere alle nomine per il prossimo anno scolastico. Altre risposte sarebbero necessarie se si volesse davvero affrontare la questione del precariato, procedendo alle immissioni in ruolo su tutti i posti vacanti. Qualunque modificazione del sistema di reclutamento degli insegnanti, non può che avvenire una volta sanata e risolta la situazione pregressa. Principio base a cui si ispira la nostra proposta di legge sul precariato della scuola, è infatti la valorizzazione del servizio svolto.

Chiediamo con forza in queste ore, al Governo di intervenire con un decreto immediato per riequilibrare il sistema delle graduatorie o almeno di congelare le nomine fino a settembre in attesa di un chiaro intervento in questa direzione. Sono ragioni queste, che chiamano ad un rilancio e ad un maggior allargamento della mobilitazione per la scuola pubblica, contro il disegno delle destre. Anche da questo punto di vista sarà un autunno caldo.


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