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Liberazione-La coltre di silenzio dei mass media non ha funzionato: lo sciopero è ...

La coltre di silenzio dei mass media non ha funzionato: lo sciopero è ... La spettatrice Ce l'avevano messa tutta per far scendere sullo sciopero generale della Cgil una coltre di silenzio. D...

20/10/2002
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Liberazione

La coltre di silenzio dei mass media non ha funzionato: lo sciopero è ...
La spettatrice
Ce l'avevano messa tutta per far scendere sullo sciopero generale della Cgil una coltre di silenzio. Dai più importanti quotidiani alle televisioni di Berlusconi. Il primato della faziosità e del vuoto informativo era stato conquistato però dal Tg-1 di giovedì sera che aveva scelto di non mettere fra i titoli un fatto oggettivamente importante. Il direttore, quel Clemente Mimun che si ammanta della sua indipendenza ripetendo a memoria la formula che il suo editore di riferimento è il pubblico, non sentirà il bisogno di spiegarci quella inaudita scelta. Se lo facesse siamo convinti che si nasconderebbe dietro l'altrettanto falsa e ipocrita formula che "noi non diamo un titolo a una scadenza, cioè a un fatto che deve ancora avvenire". Risata generale!
Sciopero inutile, politico, antiunitario, fallimentare e così criticando da parte di commentatori liberal e di giornali di destra alla vigilia dello sciopero: ma sciopero è stato e anche grande. Non conta tanto la propria esperienza di cittadina romana che non ha potuto pagare una bolletta al solito ufficio postale, ieri con le porte sbarrate, o non è potuta andare a vedere una mostra, da tempo programmata, né incontrare quell'amica perché il traffico era impazzito per il blocco degli autobus e della metropolitana e perché il centro era invaso da due grandi manifestazioni. No: diciamo che abbiamo capito che lo sciopero era riuscito dopo aver visto i telegiornali pomeridiani. E' evidente che abbiamo dovuto leggere dietro le righe. Il Tg-5 dell'una apre con le polemiche dichiarazioni di Cisl e Uil e in particolare con le sciocche parole di Angeletti "nessuno in Italia si è accorto dello sciopero" lette (fu per casualità o per malizia?) mentre cominciavano a scorrere le immagini delle imponenti manifestazioni che hanno attraversato decine di città, grandi o piccole, o dell'elenco dei voli cancellati o quelle delle stazioni ferroviarie deserte. Il Tg-2 sembra costretto ad aprire sulla giornata di lotta vista la rapidità del racconto della giornata tanto che, quando la conduttrice passa ad altro argomento, il telegiornale di Mentana (che parte sempre prima) continuava a far scorrere immagini e servizi da Napoli, Torino e Roma. Poi c'è la furbizia del Tg-1 che assegna sì l'apertura allo sciopero con alcuni discreti anche se troppo brevi servizi, per poi rimandare "l'approfondimento" - si fa per dire - al Tg-economia: un po' come hanno fatto in questi giorni i grandi giornali italiani che hanno relegato lo sciopero nelle pagine interne di economia e finanza. Il Tg-3 - che è senza sottotitoli a causa della adesione allo sciopero da parte di alcuni settori tecnici - dà ampio spazio alle manifestazioni e riporta una dichiarazione del segretario della Uil Angeletti diversa da quella sentita prima al Tg-5. Forse si era accorto di aver detto una sciocchezza o soprattutto si era accorto, il pover'uomo, che lo sciopero aveva avuto un forte risultato.

Di questo modo di informare, nascondendo o immiserendo, avrebbe dovuto parlare il direttore generale Agostino Saccà, intervistato dal Corriere della Sera. Invece ha scelto di fare il "ragiunat". I conti, grazie a noi, tornano; la Rai è risanata; i dati di ascolto non sono così catastrofici come si dice. Santoro si sente libero dai legami di legge e quindi - fa capire - non è detto che tornerà. Sì, è vero - aggiunge -, la qualità scarseggia e la volgarità va tenuta sotto controllo. Un fiume di parole vane, molto autogratificanti, e cariche di autoritarismo. Con un po' di intelligente umiltà avrebbe potuto rispondere alla diffusa protesta contro questa Rai berlusconiana. Basterebbe che leggesse ogni tanto le lettere pubblicate nelle rubriche dei giornali. Come quella di ieri, sulla Stampa, di un lettore che rimpiange la vecchia edizione dei Fatti vostri programma che attualmente è diventato una delle tante " piazze" dove ospitare solo svariati esponenti del governo. Ma forse ha ragione Gad Lerner - che stasera parte con il suo nuovo appuntamento L'infedele su La7 (fra parentesi gli facciamo tanti auguri) - quando dice, come ha detto al Venerdì: "La Rai è al livello zero dell'informazione' E chi fa informazione la fa con la museruola. Vedo solo debolezze e autocensure". Obiettivo raggiunto, in pochi mesi, direttore Saccà: è per pudore che non lo ha inserito nell'elenco dei suoi tanti successi?


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