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Liberazione-In aula una manovra finanziaria che ha già scontentato tutti

Sedute continue, anche notturne, per scongiurare l'esercizio provvisorio In aula una manovra finanziaria che ha già scontentato tutti ge. co. La manovra finanziaria approda finalmente in A...

29/10/2002
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Liberazione

Sedute continue, anche notturne, per scongiurare l'esercizio provvisorio
In aula una manovra finanziaria che ha già scontentato tutti
ge. co.
La manovra finanziaria approda finalmente in Aula alla Camera dei deputati, dopo aver passato il vaglio delle Commissioni bilancio e finanze dei due rami del Parlamento e dopo tre riscritture. La prima aveva visto l'opposizione dei sindaci e dei governatori, soprattutto di quelli guidati da esponenti del centrodestra; la seconda invece aveva provocato la sommossa di sindacati e Confindustria per i tagli alle risorse e per l'occupazione e per il Sud. Adesso siamo alla terza versione che, passata malamente, con migliaia di emendamenti da parte delle opposizioni e con un maxiemendamento della stessa maggioranza, potrebbero richiedere dall'assemblea dei deputati il ricorso alla fiducia: una clamorosa sconfitta per il centrodestra che pure ha una maggioranza schiacciante su cui contare, nonostante i mal di pancia del centro e le scorrerie della Lega. E soprattutto una tripla scivolata di credibilità del ministro dell'Economia Giulio Tremonti, che qualcuno dà già in uscita con prossima destinazione il Ministero degli esteri: promoveatur ut removeatur, sostituito, si mormora nei corridoi, dal governatore Antonio Fazio.
La manovra approda dunque in Aula dopo un esame non proprio esaustivo da parte della Commissione bilancio e dopo l'abbandono dei lavori da parte dei rappresentanti del Prc e, in un secondo momento, anche di quelli dell'Ulivo. Licenziata con l'assenza dei voti delle opposizioni, la Finanziaria ha bisogno ancora ed è in attesa di accordi nel centrodestra. Oggi infatti il governo avrebbe dovuto illustrare alle parti sociali le proposte sul Mezzogiorno e sui fondi per le imprese, ma all'ultimo momento l'incontro già programmato è stato fatto scivolare a giovedì, perché i "tecnici" del ministero del tesoro non riescono a trovare le risorse che Berlusconi e Tremonti avevano promesso, senza ripercorrere la via dei tagli alla spesa delle amministrazioni pubbliche, che però avevano già manifestato il loro disaccordo su provvedimenti neppure discussi preventivamente tra governo centrale e amministrazioni locali. Insomma, il governo sembra incapace di uscire dalla morta gora in cui si è cacciato da solo.

Intanto il 30 ottobre scade il termine per la presentazione degli emendamenti, e il 31 sarà avviata la discussione. I lavori proseguiranno tutti i giorni, dal 4 all'11 novembre, con sedute antimeridiane, pomeridiane e notturne, fino a che un documento di bilancio, quale che sia, dovrà uscire dalle stanze del Parlamento, per non incappare nell'ulteriore gogna del ricorso all'esercizio provvisorio.


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