Liberazione-Il Quirinale boccia Moratti

All'inaugurazione dell'anno scolastico Ciampi difende la Costituzione e cita gli articoli sulla scuola
Il Quirinale boccia Moratti
ECiampi disse 33. Anzi, 33 e 34, come gli articoli della Costituzione che ieri ha voluto citare quasi integralmente inaugurando al Vittoriano l'anno scolastico.
Per nulla scontato il suo richiamo intenso alla Carta fondamentale dello Stato se si pensa che in prima fila sedeva Letizia Moratti, la ministra che passerà alla storia per il sistematico attacco alla pubblica istruzione. Pochi giorni fa, l'annuncio di una pioggia di soldi - 30 milioni di euro - sulle scuole private sotto forma di buoni alle famiglie. E poi quella regionalizzazione dell'istruzione che marcia con la devolution anche lì, l'Emilia Romagna, dove non governa la Casa delle libertà.

Eppure il dettato costituzionale è "semplice, chiaro, scolpito nei nostri cuori", ha ricordato il Presidente ripetendo ai 1500 scolari di tutta Italia, giunti apposta per la cerimonia, che "la Costituzione assegna alla Repubblica il compito di dettare le norme generali dell'istruzione, di istituire scuole statali per ogni ordine e grado, di assicurare ai capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, il diritto di accedere ai gradi più alti degli studi".

Un testo vitale, quello licenziato nel '48 dai padri costituenti, che Ciampi consiglia ai ragazzi e ai loro insegnanti - "leggetelo e commentatelo insieme. Ci unisce da cinquant'anni e c'è da esserne orgogliosi come lo siamo del tricolore e dell'inno di Mameli". Un messaggio con poche possibilità di equivoci rivolto a chi sta smantellando la Carta strizzando l'occhio con inni e vessilli alle stagioni infauste che ne hanno preceduto la scrittura.

Il Quirinale non poteva dire nulla di più dirompente "sulle contraddizioni tra governo e Costituzione - commenta Titti De Simone, deputata Prc nella commissione Scuola di Montecitorio - perché con la cancellazione dell'obbligo scolastico e il finanziamento delle scuole private si violano lo spirito e la lettera della Carta introducendo norme e regole funzionali allo smantellamento della scuola pubblica".

Ma Ciampi, dalla "Macchina da scrivere" (nome popolare dell'Altare della Patria), riesce a spendere parole anche per il ruolo "alto e nobile" degli insegnanti "che meritano rispetto" e per ribadire le differenze tra la funzione della scuola pubblica, che forma i cittadini e sviluppa la democrazia, e quella della famiglia che ha il compito di educare i figli e trasmettere loro "una sfera privata di valori" di cui "ciascuno è responsabile solo di fronte alla propria coscienza". Un richiamo alla laicità dello Stato messa troppe volte in crisi dagli atti di Palazzo Chigi. Moratti è lì che fare buon viso a cattivo gioco. Ringrazia il Presidente per il "discorso profondo" e spergiura sulla partenza regolare dell'anno scolastico, come i treni del Ventennio. Ma poi dopo un cenno sbrigativo a non precisati interventi finanziari pubblici ha auspicato che la nuova Europa poggi sulle comuni radici cristiane.

La Casa delle libertà, nelle dichiarazioni che seguiranno, "non riesce a scorgere nelle parole di Ciampi l'attacco alla libertà di scelta educativa delle famiglie" mentre il centrosinistra coglie il carattere "quanto mai opportuno" del messaggio. "Però - avverte ancora De Simone - si tratta ora di passare dalle parole ai fatti con una grande mobilitazione che blocchi la riforma e mandi a casa il governo".

Checchino Antonini