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Liberazione-Il Lavoro del Forum

Dalla Cgil alla Ces, da Ac e Cgt ai Cobas: i temi del confronto Il Lavoro del Forum Fabio Sebastiani A Firenze, una scadenza mai vista per tutto il movimento sindacale, confederale e di base. ...

05/11/2002
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Liberazione

Dalla Cgil alla Ces, da Ac e Cgt ai Cobas: i temi del confronto
Il Lavoro del Forum
Fabio Sebastiani
A Firenze, una scadenza mai vista per tutto il movimento sindacale, confederale e di base. Verso uno sciopero europeo?
Respireranno per quattro giorni la stessa aria, avranno negli occhi lo stesso panorama, mangeranno, probabilmente, le stesse delikatessen toscane. Il sindacalismo di mezza Europa, di base o confederale, di categoria o sociale, che si è dato appuntamento a Firenze per il Fse, probabilmente non ha nel proprio bagaglio generazionale un appuntamento ugualmente importante. Il clou , nel giorno della manifestazione conclusiva. Solcheranno gli stessi metri quadrati di asfalto dentro un unico corteo, con in testa una "testa unica", quella dei metalmeccanici della Fiat in lotta per la difesa del posto di lavoro.
La vocazione di "luogo" del Social Forum si accentua ancora di più, e permette anche a mondi tradizionalmente distanti (Cobas e Ces, la confederazione europea dei sindacati, per esempio) di intrecciare un dialogo. La Cisl ufficialmente non ci sarà. Ci saranno i "cislini", però, ma con in tasca la tessera della Ces.

Più che un luogo singolo, per quattro giorni il movimento sindacale europeo si sparpaglierà in una miriade di appuntamenti: "seminari", "dialoghi" e "conferenze".

Fuori dalla porta rimarrà un solo tema: l'ordine pubblico. E di fronte al tentativo del governo di proseguire nell'opera di disinformazione tutti rispondono in coro: non ci sarà nessun servizio d'ordine. "E' improprio parlare di servizio d'ordine della Cgil a tutela del Forum - sottolinea Epifani in una intervista comparsa ieri sul "Corriere della Sera" -. La nostra organizzazione è di per sé una "forza d'ordine". Nelle nostre manifestazioni è sempre assicurata una partecipazione tranquilla, serena". Il concetto è chiaro: ognuno ha la responsabilità del proprio stare in piazza. Un concetto condiviso anche da Luciano Muhlbauer, della segreteria nazionale del Sin. Cobas: "No ai servizi d'ordine e sì all'autotutela basata sul coordinamento". Il governo mira alla "responsabilità preventiva" della Cgil, salvo poi fare del tutto per fomentare un clima che sposta il livello sull' "allarme rosso". Questo a Firenze non passerà. L'esperienza accumulata a Genova sarà preziosa.

A Firenze, fortunatamente, ci saranno anche i contenuti, e tanti. Del resto, il sindacato europeo ha di fronte a sé una scadenza importante, il congresso della Ces, a Praga nel 2003. "Ci interessa molto discutere del rapporto tra i diritti previsti nella Carta di Nizza e i contenuti della Convenzione europea", dice Epifani. Insomma, la stagione che si apre è quella di un sindacato europeo. Un sindacato da rintracciare innanzitutto nelle piattaforme, come sta facendo la Fiom e parte del sindacalismo di base, ma anche nel confronto tra diversi modelli organizzativi, principi generali e diritti universali. In uno degli incontri, addirittura, si parlerà proprio del "sindacalismo antiliberista". Al di là del titolo, il motivo di interesse è dato dalla contemporanea presenza di soggetti del sindacalismo di base e di sigle di appartenenti al mondo confederale, come Rmt, sindacato dei trasporti inglesi che aderisce alla Ces.

Al centro dei dibattiti ci sarà, comunque, il lavoro: sia nella "produzione", sia nella società, ovvero la condizione della precarietà. C'è quindi un filo rosso che dalla "fabbrica" porta al territorio tenuto insieme dal "valore del lavoro". E su questo si ritroveranno a discutere, in momenti e sedi diverse, tutte le sigle sindacali presenti. Si va dalla conferenza su "Europa del lavoro, tra produzione globale e frammentazione sociale, dove interverranno il segretario generale della Fiom Gianni Rinaldini, a fianco di Zincke, Orfanos, Hendré; al seminario su "costruire una rete contro la precarietà e l'esclusione sociale", dove interverranno Giorgio Cremaschi, Ac, Stop Precarieté, Chainworkers etc.

Il settore dei trasporti, per il momento, è quello più avanzato dal punto di vista dell'unità o, se si vuole, del patto d'azione. E si capisce perché. E' stato il primo ad impattare i processi di privatizzazione, e quindi il nocciolo duro del liberismo, ed anche il primo ad uscirne. Quali riflessioni porterà al movimento sindacale? E poi, il "patto per l'Italia", e il modello di sindacalismo che prefigura, sarà un esempio da seguire anche per la Ces (che l'ha sottoscritto)? Quali conclusioni trae la Cgil dalla fine della concertazione? E' tempo o no di cominciare a parlare sciopero europeo? Le domande sono tante, e le contraddizioni pure. Ma nessuno si spaventa, anzi. C'è chi pensa, e sono molti, che in fin dei conti sono proprio le contraddizioni la forza del movimento. "La Ces, dopo Genova - sottolinea Muhlbauer - ha dovuto misurarsi con i movimenti". Ce n'è anche per il sindacalismo di base. "Occorre fare un passo in più - conclude Muhlbauer - in direzione di un maggiore coordinamento".

Per Alessandra Mecozzi, della Fiom, questo è un momento in cui lo scambio tra organizzazioni sindacali e movimento deve essere reciproco. "Dare, ma anche prendere". "Vicinanza e sintonia", dice la Mecozzi. Almeno quattro i temi importanti: democrazia, lavoro, guerra e razzismo. "Tutti argomenti - sottolinea - rispetto ai quali non è stata posta da parte delle organizzazioni sociali una sufficiente forza".


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