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Liberazione-Governo e Cisl il gioco delle parti

Governo e Cisl il gioco delle parti Fabio Sebastiani Su fisco e mercato del lavoro "con qualche aggiustamento siamo nella direzione giusta" mentre sul Mezzogiorno "la questione è dirimente". ...

08/10/2002
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Liberazione

Governo e Cisl il gioco delle parti
Fabio Sebastiani
Su fisco e mercato del lavoro "con qualche aggiustamento siamo nella direzione giusta" mentre sul Mezzogiorno "la questione è dirimente". Così Savino Pezzotta, segretario della Cisl, nella mattinata di ieri, commentando la finanziaria a margine dell'assemblea dei delegati lombardi. Una sottolineatura non certo nata a caso. In una intervista comparsa, sempre ieri, su "la Repubblica" il segretario della Cisl aveva chiesto un incontro urgente proprio sul Mezzogiorno. Tempo un paio d'ore, e gli risponde il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi (anche lui a Milano): "Sul Mezzogiorno ci sarà una conferenza stampa nella settimana. Lì daremo tutte le risposte". Sarà sostitutiva dell'incontro? Con questi continui rivolgimenti di fronte la domanda è lecita.
Oramai tutto somiglia a un dialogo tra sordi, anzi tra furbi. Un estenuante gioco al "gatto e al topo". Un momento certamente difficile per tutti, in cui il fattore tempo non è indifferente. E' per questo che la tecnica migliore è quella di allungare il brodo fino all'inverosimile. La posizione formale della Cisl è quella dell'attesa, naturalmente. Le bocce sono ferme al 5 luglio, data della firma del patto per l'Italia, e al 30 settembre, varo della Finanziaria da parte del governo. Un'altra boccia Pezzotta dovrà comunque metterla il 18 ottobre, data dello sciopero generale che proprio ieri il segretario generale Guglielmo Epifani ha rilanciato con forza definendolo "grave ma necessario". Uno sciopero, ha aggiunto, "che lascerà il segno".

"La sera in cui ci hanno presentato la Finanziaria - racconta Pezzotta - avevamo chiesto in maniera molto chiara al governo la possibilità di fare un raffronto tra la finanziaria e l'accordo del 5 luglio e avevamo chiesto che avvenisse prima dell'audizione parlamentare (14 ottobre, ndr)". "L'incontro - aggiunge - sarebbe anche opportuno in quanto sulla finanziaria solleviamo una serie di critiche per quanto riguarda il Mezzogiorno, la scuola e la sanità, mentre abbiamo valutato con attenzione la questione fiscale". Se sul fisco Pezzotta ritiene necessario "qualche correttivo tecnico e l'abbattimento della pressione sui redditi più bassi e maggiore attenzione per le famiglie monoreddito" rimane invece aperta la questione del Mezzogiorno che il leader della Cisl definisce "dirimente". "Il governo - ha proseguito - dice che ci sono le risorse, bene apre il tavolo e verificheremo". Positivo, invece, il giudizio sul rapporto tra la finanziaria e l'accordo del 5 luglio: "Abbiamo visto con attenzione - spiega - il fatto che in finanziaria ci siano i soldi pattuiti per gli ammortizzatori sociali e il mercato del lavoro". Ma su questo, anche in presenza della galoppante crisi Fiat, c'è l'obiezione della Cgil. Per Casadio, infatti, il governo ancora deve scrivere le norme con le quali quei famosi 700 milioni di euro verranno distribuiti. Il segretario della Cgil spiega puntigliosamente che il significato reale di questo controsenso non è certo quello spiegato dal ministro del Welfare Roberto Maroni nei giorni della conferenza stampa che ha presentato la manovra del governo. Se, infatti, il titolare del Welfare aveva dichiarato che l'assenza della norma dipendeva dalla volontà dell'esecutivo di scriverla con le parti sociali, Casadio obietta, invece, che si tratta solo di una tecnica per temporeggiare. "Poiché le parti non sono state convocate per discutere di questo tema viene da domandarsi chissà quando sarà scritta la norma". Un rimandare che, per Casadio, "è tutto tempo che consentirà risparmi di spesa". Non solo. Il sospetto di Casadio va dritto all'indirizzo dei cugini di Cisl e Uil: "il fatto che non abbiano detto nulla in proposito - dice - significa che hanno pattuito che la nuova indennità di disoccupazione non partirà dall'inizio del 2003. Forse c'è un piccolo ulteriore imbroglietto, cioè un accordo per procrastinare l'entrata in vigore dei nuovi ammortizzatori. Se non c'è la norma, infatti, quanto scritto in finanziaria è solo un fatto formale". Casadio, poi, coglie l'occasione per togliersi un sassolino dalla scarpa. La Cgil non ha "mai neanche immaginato di scrivere una lettera fotocopia insieme a Confindustria" per chiedere un incontro al governo, dice a margine di un convegno dei Ds sul lavoro. "Le lettere congiunte - aggiunge - è abnorme in un sistema di relazioni istituzionali". Il segretario confederale della Cgil afferma poi che "se ci sarà un incontro tra governo e parti sociali diremo che la penalizzazione del sud e delle sue prospettive di crescita è conseguenza dell'impianto della finanziaria e delle scelte fatte nel patto per l'Italia".

Intanto, la Cgil-scuola conferma lo sciopero generale del 18 ottobre, "per quanto riguarda la partecipazione del comparto scuola, e' confermatissimo", ha ribadito ieri segretario generale della Cgil Scuola Enrico Panini. Il leader della Cgil Scuola ha anche confermato che il sindacato "denuncerà" il ministero dell'Istruzione "per l'evidente boicottaggio messo in atto con la mancata comunicazione della nostra iniziativa di sciopero, con grave pregiudizio per l'infomazione dei lavoratori e delle famiglie". Panini ha infine precisato che "sono destituite da ogni fondamento tutte le voci circa sanzioni pecuniarie per quanti faranno sciopero il giorno 18, dopo il parere della commissione di garanzia. Al riguardo - ha aggiunto - invitiamo chi si prodiga a dare informazioni sbagliate a leggere le norme anziché inventarle". Il personale della scuola, ha concluso, "il giorno 18 sciopererà per una ragione in più: difendere il diritto di sciopero generale".


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