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Liberazione-Destre e centrosinistra alle prese con il protagonismo dei movimenti

L'Ulivo frena la Cgil e parla di unità Il Polo in difficoltà: sciopero politico Destre e centrosinistra alle prese con il protagonismo dei movimenti Angela Azzaro Che cosa avrà pensato M...

21/10/2002
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Liberazione

L'Ulivo frena la Cgil e parla di unità Il Polo in difficoltà: sciopero politico
Destre e centrosinistra alle prese con il protagonismo dei movimenti
Angela Azzaro
Che cosa avrà pensato Massimo D'Alema quando a Napoli durante il corteo organizzato dalla Cgil è stato fischiato? Non si sa se, nell'intimo, abbia avuto un sussulto di pentimento, se almeno per una volta non abbia pensato: ho sbagliato, lo sciopero generale era importante, al diavolo l'unità sindacale. O che invece, molto più probabilmente, si sia detto: ho avuto ragione anche questa volta, perché l'unica strada per dare un'alternativa al paese è l'Ulivo riformista, non certo la piazza. Certo è che i fischi e le contestazioni, in particolare quelle della Rete no global e di Rifondazione comunista, sono stati efficaci, ma anche che il presidente dei Ds è andato dritto per la sua strada. "In fondo - ha detto ai giornalisti - sono stato bene accolto". Dritto per la sua strada soprattutto in termini politici. "Credo che lo sciopero di oggi (ieri per chi legge, ndr) segni un passaggio. Si conclude spero - ha sottolineato - una fase di confronto tra i sindacati e si apre la possibilità di una nuova fase unitaria". L'appello all'unità, come tentativo di riportare all'ordine la Cgil, è stato il leit motiv che ha caratterizzato la presenza dei Ds alle manifestazioni sparse per l'Italia. Da Antonio Bassolino, in corteo con il presidente della Quercia e con Rosa Russo Jervolino, a Piero Fassino, che ha sfilato per le strade di Torino, il coro è stato quasi unanime: "Unità. Unità sindacale!". Il segretario della Quercia non lascia dubbi sulla scelta fatta a via Nazionale dalla maggioranza: "Sono qui allo sciopero generale organizzato dalla Cgil come tra 4 giorni sarò a Torino per una grande manifestazione della Uil e come qualche giorno fa sono stato all'assemblea nazionale dei quadri della Fim-Cisl". Fassino parla ai lavoratori della più grande organizzazione sindacale, ma l'occhio guarda altrove facendo da sponda alle dichiarazioni dei segretari della Cisl e della Uil che tentano di buttare acqua sul fuoco della protesta. "Uno sciopero inutile, non me ne sono neanche accorto", commenta acido Luigi Angeletti, mentre Savino Pezzotta rincara la dose aggiungendo: oltre due operai su tre non hanno scioperato. E avverte: un percorso sindacale unitario "può ripartire solo dagli obiettivi fissati nel Patto per l'Italia".
Guglielmo Epifani parla sì di unità, ma fondandola sui contenuti della Cgil: "Cari amici Cisl e Uil - è il suo monito - non perdete altro tempo, non fate altri errori. Di fronte alla crisi, ai lavoratori serve la forza unitaria del sindacato e sappiamo che siamo forti e uniti quando si va tutti nella stessa direzione". E, sulla volontà di sminuire la riuscita della protesta, risponde per le rime: "Un inutile tentativo". Ma le sue parole cadono nel vuoto. Ad attirare le sirene di Cisl e Uil è il canto della Confindustria che così li seduce: "Uno sciopero incomprensibile e inutile che non ostacola e non aiuta l'iniziativa di chi ha firmato il Patto per l'Italia con il governo" (Stefano Parisi, direttore generale).

L'unità al ribasso non piace neanche alla sinistra ds. Oltre Fabio Mussi, è Pietro Folena che si incarica di fare da grillo parlante: "La giornata di oggi - attacca il deputato della sinistra ds - dovrebbe consentire nell'Ulivo e in alcuni settori della sinistra una meditazione autocritica per tutti coloro che si sono dissociati pubblicamente o di fatto dallo sciopero". Il riferimento è chiaro e va a colpire dritto al cuore della Margherita. Assente - non a caso - Francesco Rutelli che ha preferito recarsi a Londra da cui lanciare presunti messaggi di svolta dell'Ulivo, l'onore dei commenti è passato ai colleghi di partito. Franco Monaco, vicepresidente dei deputati, ha insistito sull'"unità sindacale", mentre Rosi Bindi, sempre più a sinistra dei suoi capi, ha parlato di contenuti condivisibili, di uno sciopero "contro la finanziaria dei trucchi contabili e dei tagli alla sanità, alla scuola e ai servizi per le famiglie". Ma la polemica nell'Ulivo è aperta. A leggere le mobilitazioni di ieri come un grido d'allarme per il centrosinistra è Alfonso Pecoraro Scanio, cui fa eco un decisissimo Antonio Di Pietro: "Dove sono le bandiere dell'Ulivo? Non ci sono. Si parla di unità ma non si è visto nessun di questi leader a solidarizzare con i cittadini scesi in piazza".

Come fare ad uscire dall'impasse di uno sciopero di cittadini e cittadine che, ancora una volta, chiede maggiore radicalità al centrosinistra? Il modo migliore è far finta di nulla, parlare di altro. E' così che quasi tutti gli interventi dei leader del centrosinistra usano la giornata di ieri per attaccare il governo, la sua politica finanziaria. "E' uno sciopero - ha detto Fassino - contro la politica economica del governo che nelle ultime settimane si è caricata di un particolare significato alla luce della crisi della Fiat. E che Pone le condizioni per una diversa politica". Nessuna parola invece sull'articolo 18, sul lavoro.

Il governo dal canto suo fa di tutto per minimizzare la portata della protesta. "Lo sciopero generale - sbotta Roberto Maroni - è stato modesto, non è andato oltre la sola Cgil e le proporzioni diminuiscono se si considerano le piccole e piccolissime aziende". Ma poi, rivelando la preoccupazione reale, minaccia: "Sarà giusto riflettere su un più adeguato equilibrio tra diritti dell'utenza e diritti di sciopero". Fini già sul Mattino di oggi criticava: "E' una iniziativa tutta politica", mentre Renato Schifani al termine delle manifestazioni riprendendo la stessa accusa attacca: "Lo sciopero di oggi è solo una archeomanifestazioni politica, una vera Caporetto per i Ds". In evidente difficoltà, Berlusconi tace e non commenta. Ma è evidente che per lui la situazioni si fa sempre più difficile.

Non altrettanto difficile, ma sicuramente più complicata dopo la riuscita dello sciopero la posizione dell'Ulivo, che mercoledì 23 si riunisce in Assemblea. All'orizzonte il voto di maggioranza, ma anche - temono in molti - il tentativo di trasformare la coalizione in un partito.


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