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Liberazione - Alla scuola di tutti serve democrazia

Il Prc per nuovi organi collegiali Alla scuola di tutti serve democrazia Checchino Antonini Che la scuola non fosse un'azienda, che avesse bisogno di massicce di democrazia in dosi massicce c...

30/01/2002
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Liberazione

Il Prc per nuovi organi collegiali
Alla scuola di tutti serve democrazia
Checchino Antonini
Che la scuola non fosse un'azienda, che avesse bisogno di massicce di democrazia in dosi massicce come antidoto alla burocrazia o, peggio ancora, alla gerarchizzazione, lo avevamo imparato già dai movimenti. Nelle recenti mobilitazioni, studenti e lavoratori hanno rivendicato anche più collegialità rispetto all'idea di trasformare gli organi di gestione, scaturiti dai decreti delegati della metà degli anni '70, in puri e semplici consigli di amministrazione. La novità in questione è contenuta - con gradienti diversi - in quattro delle cinque proposte di legge, depositate in commissione istruzione a Montecitorio, ora all'esame di un comitato ristretto. "La discussione dovrebbe trasferirsi in aula dal 18 febbraio, così è calendarizzato - spiega Titti De Simone, parlamentare di Rifondazione comunista e prima firmataria di una proposta di legge presentata ieri alla Camera per rilanciare i principi di democrazia e partecipazione nell'autogoverno della scuola - lo scenario possibile potrebbe essere questo: in aula arriverà un testo dei ds (gli altri sono di Forza Italia, An e Margherita) e se non verrà stravolto dalla camera il governo è pronto ad esercitare la delega che s'è avocato anche su questa materia". L'orientamento di fondo, a Palazzo Chigi, è quello di scippare il ruolo del parlamento e governare a colpi di decreto mixando liberismo e autoritarismo. La scuola non fa eccezione, tuttavia, "non esistono le condizioni perché il comitato ristretto produca un testo unico - continua De Simone - ci sono filosofie diametralmente opposte tra chi vorrebbe gestire la scuola con un consiglio di amministrazione e chi propone il coinvolgimento di tutte le componenti". Quest'ultimo è il caso della legge proposta dal Prc ma scritta a più mani da parlamentari, dipartimento scuola del partito e associazioni. La sua novità sta nell'inserimento delle assemblee dei genitori e degli studenti delle superiori nella lista delle istituzioni scolastiche accanto al dirigente non più manager, al collegio dei docenti, ai consigli di classe, al consiglio dell'istituzione scolastica dove tutti, compreso il personale non docente, siano degnamente rappresentati. Di contro, la proposta Adornato (Fi) prevede un Cda blindato dal preside a da alcune figure tecniche da lui designate ed esterne alla scuola. "La scuola non può essere gestita come un'azienda - prosegue De Simone - perché produce relazioni e conoscenza. La nostra proposta raccoglie l'esigenza emersa in modo chiaro dalle lotte di questi mesi (e che oggi riprendono da Torino e Bologna dove gli studenti scenderanno in corteo) e rilancia la domanda "quale scuola in quale società?". Studenti e non docenti La risposta sta nell'onda lunga della mobilitazione di insegnanti, lavoratori e alunni contro un "attacco alla scuola pubblica iniziato dal centrosinistra", ricorda Loredana Fraleone, responsabile nazionale scuola del Prc: "La scuola è stata capace non solo di una forte resistenza - spiega - ma di una tenuta culturale rispetto all'idea che ogni servizio sia riducibile a merce: questa tenuta è stata possibile anche grazie ai "vecchi" decreti delegati sicuramente invecchiati ma portatori di collegialità". Di "riforma" degli organi collegiali si parla da tempo e già molti presidi - avverte Fraleone - hanno espropriato (o provato a espropiare) i docenti della possibilità di eleggere lo staff di collaboratori del dirigente come se l'offerta formativa di un istituto sia appannaggio di una sola figura". La proposta De Simone, rilanciando la gestione dal basso, tira in ballo i pessimi regolamenti di attuazione dell'autonomia scolastica a partire da quel regolamento di contabilità che consente l'affitto di strutture, ambiti e addetti a esterni rispetto alla scuola. "Si pensi - aggiunge Fraleone - a quegli istituti agrari che gestiscono tenute da miliardi o ai laboratori di alcune scuole tecniche". O, di converso, a quelle scuole che sono prive di tutto nonostante una legge dello stato (non ancora abrogata) preveda il contrario. Last but not least, la proposta di Rifondazione punta anche a coinvolgere il personale tecnico e amministrativo, "per il quale la finanziaria prevede una sempre maggiore esternalizzazione e che sono esclusi dalla gestione del loro luogo di lavoro", puntualizza Walter Mancini coordinatore del dipartimento scuola Prc.


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