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LEGAMBIENTE SCUOLA NEWS N. 7,

LEGAMBIENTE SCUOLA NEWS N. 7, SETTEMBRE 2002 Notizie e commenti sul mondo della scuola Indice 1. 'Soap-opera' estiva: la riforma Moratti 2. Le prossime puntate 3. Il progetto nazionale di sperime...

06/09/2002
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LEGAMBIENTE SCUOLA NEWS N. 7, SETTEMBRE 2002
Notizie e commenti sul mondo della scuola
Indice
1. 'Soap-opera' estiva: la riforma Moratti
2. Le prossime puntate
3. Il progetto nazionale di sperimentazione
4. Sulla 'sperimentazione' della Moratti
5. 'Un piccolo vantaggio' per i nostri lettori
1. 'Soap-opera' estiva: la riforma Moratti
Mai come quest'anno, durante il periodo estivo, la scuola ha fatto notizia nei mass-media, in un succedersi di 'novità' date per certe un giorno per essere subito ridimensionate o smentite il giorno dopo, generando, puntata dopo puntata, confusione ed incertezza, a pochi giorni dalla riapertura dell'anno scolastico.
Un anno fa il ministro Moratti esordì con l'operazione 'avvio dell'anno scolastico' come un fiore all'occhiello dell'efficacia ed efficienza della nuova gestione (60 mila nomine fatte entro il 31 agosto, una prima cambiale pagata agli insegnanti delle scuole private con l'assegnazione di un punteggio doppio rispetto a quello previsto in precedenza). Per il prossimo anno scolastico nessuna nuova assunzione, graduatorie nel caos, sperimentazione ridotta a 200 istituti e lanciata a scuole chiuse e famiglie in vacanza, una riforma impantanata nell'iter parlamentare' e sullo sfondo il rinnovo del contratto.
Cerchiamo di ricostruire le 'puntate precedenti' se mai in questa estate convulsa ne avessimo persa qualcuna.
25 luglio: in Commissione Cultura del Senato, che sta discutendo gli emendamenti all'art. 2 della legge delega, viene presentato dalla maggioranza un 'ordine del giorno' che ''tenuto conto della prossima sospensione estiva dei lavori parlamentari e quindi dell'impossibilità che l'iter parlamentare del disegno di legge n. 1306 si concluda in tempo utile perché la nuova normativa sulla riforma degli ordinamenti entri in vigore il 1° settembre 2002, impegna il governo a promuovere e sostenere, già dal prossimo anno scol. 2002/2003 iniziative sperimentali ai sensi dell'art. 11 del DPR 8. 3. 99 n. 275''.
L'ordine del giorno però non viene discusso ma rinviato ad una fase successiva.
26 luglio: il Ministro Moratti invia una lettera di convocazione al CNPI (Consiglio Nazionale Pubblica Istruzione) per richiedere il parere obbligatorio, anche se non vincolante, su un progetto nazionale di sperimentazione che nasce da un ordine del giorno della Settima Commissione del Senato, lasciando così intendere che sia un'iniziativa approvata dalla Commissione.
29 luglio: l'opposizione, che ritiene questo modo di procedere lesivo dei diritti del Parlamento, interviene duramente. La senatrice Pagano (DS - Ulivo) chiede una sospensione dei lavori in attesa che il Ministro, peraltro mai presente alle sedute della commissione, riferisca al Parlamento. Anche la maggioranza ritiene che la formulazione della richiesta al CNPI sia 'oggettivamente errata'' (Sen. Asciutti di Forza Italia) e 'di avere diritto ad una spiegazione sul comportamento del Ministro' (Sen. Favaro di Forza Italia). Intanto la conferenza dei Presidenti dei gruppi parlamentari rinvia al 24 settembre la discussione in aula sulla legge delega.
30 luglio: il Ministro corregge l'atto di convocazione del CNPI inviando una nuova nota e precisa che il richiamato ordine del giorno del 25 luglio è della sola maggioranza e non della Settima Commissione del Senato. Al CNPI viene sottoposto il progetto di sperimentazione relativo alla scuola per l'infanzia e alla scuola elementare e vengono trasmessi in allegato le 'Indicazioni nazionali per i Piani di studio personalizzati' e le relative 'raccomandazioni' elaborati da un gruppo ristretto di lavoro coordinato dal Prof. Bertagna. Il CNPI ha 45 giorni di tempo per esprimere il proprio parere. Termine ultimo è quindi il 14 settembre. Il Ministro intanto predispone i decreti che prevedono una maxisperimentazione che coinvolga il 20% delle scuole materne ed elementari.
31 luglio: la commissione parlamentare, che sta ancora discutendo gli emendamenti all'art. 3, aggiorna i lavori al 10 settembre. Il Ministro Moratti fa sapere che sarà presente in commissione il 17 settembre.
1 agosto: qualche dissenso alla strada intrapresa dal Ministro si avverte anche in seno alla maggioranza. Luca Volontè dell'UDC invita a 'valutare con molta prudenza e attenzione' l'ipotesi di anticipare la riforma. Per lui almeno 'quattro gli elementi di preoccupazione: l'aspetto giuridico sul quale si baserebbe il decreto ministeriale; il rispetto dei lavori parlamentari che non hanno ancora visto l'approvazione della riforma; i tempi e cioè se nel mese di settembre sia organizzativamente possibile anticipare alcuni elementi della riforma scolastica e, infine, l'opportunità politica di introdurre l'anticipazione scolastica nelle materne e nelle elementari prima dell'introduzione della riforma nel suo complesso'. E in più emergono dubbi sulla copertura finanziaria, peraltro confermati dal parere che la Commissione programmazione economica e bilancio del Senato ha espresso il 10 luglio scorso.
2 agosto: il Ministro Moratti è nuovamente bocciata! Il Consiglio dei Ministri non dà il via libera alla richiesta del Ministro di anticipare su larga scala alcuni contenuti della riforma senza aspettare l'iter parlamentare. Da Palazzo Chigi esce un laconico comunicato. 'Il Ministro dell'Istruzione Letizia Moratti ha riferito al Consiglio dei Ministri sulla proposta di una sperimentazione scolastica. Il Consiglio dei Ministri, dopo un'ampia discussione, le ha dato mandato di sottoporre alla Presidenza del Consiglio una proposta per una sperimentazione limitata e contenuta soltanto a qualche unità geograficamente distribuite, che possa costituire un test utile ai fini della riforma'. Tre i vincoli posti: la volontaria adesione da parte delle scuole, l'equa distribuzione geografica, l'adeguata copertura finanziaria. Ma Palazzo Chigi mette anche sotto controllo la mini-sperimentazione e garante del rispetto dei vincoli dell'esecutivo sarà il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri Gianni Letta. Al duo Moratti-Letta il compito quindi di individuare le scuole, non più di 20 viene stabilito in quella riunione, numero molto lontano da quello contenuto nella bozza di decreto che era in via di elaborazione da parte del MIUR (vedi 30 luglio).
6 agosto: 'La riforma della scuola è una delle priorità politiche del governo, condivisa e sostenuta da tutta la coalizione' scrive lo stesso Presidente del Consiglio Berlusconi in una nota, scendendo in campo in prima persona a sostegno del Ministro Moratti e della sua riforma. E intanto il Ministro e il sottosegretario Letta mettono a punto il piano di sperimentazione che dovrebbe partire dal prossimo anno scolastico. 200 le scuole ammesse alla sperimentazione.
L'ANCI, l'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani chiamati ad attuare con le singole scuole interessate la presunta riforma, parla di una proposta 'improponibile e impraticabile. Senza regole precise e concordate la sperimentazione della riforma della scuola, anche se in un numero ristretto di scuole materne ed elementari non si può fare'. L'Associazione dei Comuni chiede un tavolo delle regole come unica sede in cui definire criteri e modalità per l'avvio della riforma. Risponde prontamente il Ministro che propone per fine agosto la data di convocazione del tavolo tecnico.
29 agosto: l'ANCI incontra i rappresentanti del Ministero. Importante per l'ANCI l'obiettivo raggiunto. La scelta delle scuole dovrà essere fatta di comune accordo con gli enti locali, secondo parametri di sostenibilità della spesa e di qualità del servizio che sono ancora tutti da definire (un documento in tal senso sarà presentato e discusso nel prossimo incontro). Sui comuni infatti ricadono le spese, assieme alle scuole, per la realizzazione del progetto. Il ministero ha ribadito che non ci saranno oneri aggiuntivi a carico dello stato per sostenere l'operazione. 'Il passo successivo dovrà essere la sottoscrizione in sede di Conferenza Unificata di un documento sul ruolo dei diversi soggetti istituzionali, i rispettivi impegni, i tempi e le modalità. La sperimentazione potrà partire, quindi, alla fine di questo percorso condiviso dall'ANCI e dal Ministero' .
31 agosto: il Ministro dichiara che è fortissima la richiesta di sperimentazione da parte degli istituti scolastici e Amministrazioni Comunali. L'11 settembre sarà diramato l'elenco delle scuole ammesse alla sperimentazione.

2. Le prossime puntate
10 settembre:
° Riprendono i lavori in Commissione Cultura del Senato che sta discutendo gli emendamenti all'art. 3 della legge delega 1306.
° Si riunisce il CNPI per dare il parere obbligatorio, anche se non vincolante, sul progetto di sperimentazione.
° Si riunisce la Commissione Scuola dell'ANCI per predisporre il documento sulla sperimentazione da inoltrare al Ministro e necessario per l'avvio della sperimentazione. La dichiarazione del 31 Agosto del Ministro che indica nell'11 settembre la data in cui saranno rese note le scuole 'ammesse' alla sperimentazione riaccende i toni. Per l'ANCI è un chiaro messaggio che il documento che sarà elaborato in questa sede non sarà tenuto in alcun conto: per quella data i giochi sono già fatti!
11 settembre: il Ministro, come dichiarato il 31 agosto, rende noto l'elenco delle scuole ammesse alla sperimentazione. Quali i criteri di selezione? Non sono noti!
12 settembre: gli istituti prescelti potranno finalmente attivarsi: riaprire le iscrizioni per l'ingresso anticipato, predisporre il progetto di sperimentazione che deve essere approvato dal collegio docenti e dal consiglio di istituto. Vorremmo ricordare che a tale data le scuole sono già iniziate in Piemonte, Lombardia, nelle province autonome di Trento e Bolzano, Basilicata, Valle d'Aosta, Campania, Molise, e in tutte quelle scuole che autonomamente hanno deciso di anticipare l'inizio delle lezioni..
24 settembre: la legge delega arriva in aula al Senato.
Una domanda sorge legittima: a che serve una sperimentazione se non se ne aspettano gli esiti?

3. Il progetto nazionale di sperimentazione
Sono coinvolti nel progetto di sperimentazione al massimo 200 circoli didattici (imprecisione od omissione volontaria per gli istituti comprensivi?), non più di due per provincia, 40 scuole paritarie (due per ogni capoluogo di regione). Solo la metà delle scuole coinvolte (una per provincia e una scuola paritaria per regione) possono, ove esistano le condizioni, anticipare la frequenza nella scuola per l'infanzia e nelle classi prime elementari per le bambine e i bambini che compiono rispettivamente 3 anni e 6 anni di età entro il 28 febbraio 2003. Per queste scuole viene consentita la riapertura delle iscrizioni. Se, come ha dichiarato il Ministro, l'elenco delle scuole 'ammesse' alla sperimentazione sarà reso noto l'11 settembre, regioni come il Piemonte e la Lombardia riapriranno le iscrizioni a lezioni già avviate, a classi formate, ad organici definiti.
La scuola 'ammessa' alla sperimentazione deve produrre un progetto recante l'indicazione dei contenuti, degli obiettivi, degli strumenti da utilizzare, delle condizioni organizzative, dei procedimenti metodologici prescelti e delle relative fasi di attuazione. La sperimentazione va 'inserita nel Piano dell'Offerta Formativa in stretta collaborazione con le famiglie interessate'. Quando tutto questo sarà elaborato? 'Il quadro di riferimento dell'iniziativa sperimentale è costituito dalle ' Indicazioni Nazionali per i Piani di studio personalizzati e dalle relative Raccomandazioni'. Quando i docenti avranno la possibilità di documentarsi, confrontarsi, discutere, condividere' questi documenti piuttosto corposi (64 pagine quello per la scuola dell'infanzia, 129 quello per la scuola primaria), usciti in piena estate? Un progetto di questo tipo poi non lo si improvvisa, ha bisogno di tempi di discussione adeguati, di decisioni condivise. Il Ministro fa sapere che 800 scuole hanno chiesto la sperimentazione. C'è da chiedersi quanti dei collegi di queste scuole si sono effettivamente riuniti in estate per deliberare. Oppure l'adesione è stata data motu proprio dai dirigenti scolastici, salvo richiesta di ratifica da parte dei collegi? Solo la decisione degli Organi collegiali della scuola ha completa legittimità di richiedere una sperimentazione. Ci si augura che nei prossimi giorni le procedure e le regole della democrazia scolastica siano rispettate.
E ancora: 'Nella scuola elementare la possibilità di attivare l'insegnamento della lingua straniera (inglese) e l'alfabetizzazione informatica rappresenta la condizione essenziale per l'adesione alla sperimentazione'. Sbandierare come una novità assoluta l'insegnamento della lingua inglese già dalla prima elementare sembra più che altro un'operazione mediatica. Già ora il 30% delle classi prime e il 51% delle seconde fa lezione di inglese. Rimane la perplessità di fronte ad una sperimentazione che introduce l'inglese fin dalla prima elementare dopo che le misure in finanziaria hanno tagliato questo insegnamento nelle scuole dove veniva realizzato utilizzando le risorse dell'organico funzionale che è stato abolito.

4. Sulla 'sperimentazione della Moratti'
L'elaborazione del progetto di sperimentazione è demandato alle singole scuole 'in funzione di una piena valorizzazione dell'autonomia scolastica' e sarà inserito nel POF, ma l'oggetto della sperimentazione è indicato dettagliatamente a livello ministeriale. Alle singole scuole è demandato il 'monitoraggio' della sperimentazione, ma vengono istituiti un osservatorio nazionale e osservatori regionali, il primo presso il Dipartimento per lo sviluppo dell'istruzione del MIUR, i secondi presso le direzioni regionali. Sono previste attività di formazione in servizio degli insegnanti, ma non ne sono stati definiti caratteristiche, obiettivi, confini. Non c'è stato alcun confronto preventivo con le associazioni degli enti locali (in particolare i comuni) su cui inevitabilmente graveranno costi e problemi aggiuntivi. Soprattutto, non è stato stanziato alcun fondo specifico per la sperimentazione, le scuole (e presumibilmente gli enti locali) devono provvedere a coprirne le spese.
Le critiche a questa proposta sono state ampie e generalizzate. È necessario, però, sottolineare ancora una volta almeno due aspetti di questa operazione.
Il primo è l'uso distorto e strumentale del termine 'sperimentazione'. Se effettivamente di sperimentazione si trattasse, si dovrebbe costruire un progetto serio per la sua valutazione, indicandone tempi e modalità. Le scuole in cui condurre la sperimentazione dovrebbero essere scelte in base a criteri prestabiliti e non sulla base di un'autocandidatura. Soprattutto si dovrebbe dichiarare la sospensione di qualsiasi approvazione della riforma in attesa dei risultati della sperimentazione, per capire che cosa funziona effettivamente e che cosa no nella proposta che si sta sperimentando. Niente di tutto questo: il ministro e il capo del governo hanno ribadito che si procederà quanto prima all'approvazione della riforma così come è stata presentata dal governo. Basta questo per capire che la sperimentazione è soltanto un modo per anticipare comunque alcuni aspetti della riforma che stenta a passare all'interno della maggioranza e al Parlamento. Non sarebbe la prima volta che questo accade nella scuola italiana, solo che questa volta l'operazione è più smaccatamente rivolta a far vedere 'chi decide' e come.
Ed è proprio questo secondo aspetto forse il più preoccupante. Ci troviamo di fronte ad un'ulteriore conferma della concezione che il ministro (e il governo) ha della autonomia e della democrazia. Tutto è deciso dall'alto, senza consultare i soggetti interessati se non in modo assolutamente strumentale (ricordiamo gli Stati generali della scuola?), anche se si insiste con un riferimento assolutamente fuori luogo all'autonomia. Ancora una volta, si procede per via amministrativa laddove non si è riusciti ad ottenere il consenso politico e l'approvazione del Parlamento. Del resto, anche per le modifiche apportate all'esame di Stato ci siamo trovati di fronte ad un comportamento analogo. Poco importa che una legge dello Stato impegnasse il ministro a riferire in Parlamento sugli esiti della riforma degli esami introdotta tre anni fa. Poco importa se su questa riforma è stato condotto un lavoro di monitoraggio e valutazione che ha fornito tutti i dati necessari per valutarne gli effetti. L'esame è stato modificato nell'ambito della finanziaria.
Siamo di fronte, ancora una volta, ad una concezione dell'esercizio del potere esecutivo secondo il quale le leggi che contano sono quelle approvate di volta in volta dalla maggioranza di turno e ad un modo aziendalistico di concepire il rapporto tra potere esecutivo e potere legislativo. Per non parlare delle regole che dovrebbero informare comunque il rapporto tra maggioranza e opposizione in un sistema democratico. Il principio che viene posto in discussione è quello che gli anglosassoni chiamano 'the rule of law' e che viene considerato una delle caratteristiche fondanti ed ineliminabili dei sistemi politici democratici. Anche nella scuola abbiamo un'ulteriore conferma del processo di deterioramento del nostro sistema democratico provocato dall'attuale governo.

5. Un 'piccolo vantaggio' per i nostri lettori
Dal 16 luglio 2002 Legambiente Scuola e Formazione è inserita nell'elenco definitivo dei soggetti qualificati per la formazione, ai sensi del D.M. 177/2000.
La Direttiva n. 70 del 17. 6. 2002, riguardante i criteri e le modalità di rimborso per le spese di autoaggiornamento sostenute dal personale docente, inserisce le iniziative di formazione promosse da enti qualificati e la sottoscrizione di abbonamenti a riviste specializzate tra quelle rimborsabili. Pertanto l'abbonamento alla nostra rivista Formazione Ambiente rientra tra le spese rimborsabili.
Sul nostro sito http//:www.legambiente.com/canale6/scuola (tra le news) le indicazioni per il rimborso spese.
(per informazioni tel. Ufficio Nazionale Legambiente Scuola e Formazione, 06-86268350)


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