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Legambiente Scuola News-Diventare docenti: il Consiglio dei Ministri approva&ma il CNPI boccia

. Si esprime parere contrario Si conclude così il parere del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione (CNPI) espresso nell'adunanza del 25 febbraio scorso sulla proposta avanzata dal MIUR per...

27/02/2005
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Legambiente scuola news

. Si esprime parere contrario

Si conclude così il parere del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione (CNPI) espresso nell'adunanza del 25 febbraio scorso sulla proposta avanzata dal MIUR per la revisione delle classi di abilitazione (vedi Legambiente Scuola News n. 35).

Prima di entrare nel merito della proposta il CNPI afferma che "è necessario investire sulla qualità della scuola, intervenendo sul lavoro docente in un quadro di certezza normativa tale da non indurre disorientamento nel personale". Inoltre "ritiene di dover ribadire la necessità di riportare l'orario obbligatorio delle lezioni a un minimo di trenta ore settimanali, per assicurare un'offerta formativa articolata e contemporaneamente omogenea che trovi il suo fondamento progettuale e organizzativo nell'istituto dell'autonomia".

Il parere entra poi nel merito della proposta criticando la soppressione dell'educazione civica: "&pur condividendo l'idea che l'educazione civica sia trasversale a tutte le discipline, non può sottolineare& la preoccupazione che diventi materia di marginali e occasionali riferimenti nel processo di insegnamento e apprendimento". E il CNPI esprime parere negativo anche sulla proposta di ricondurre ad un'unica classe di concorso "Inglese e seconda lingua comunitaria". Trova la cosa "ardita sul piano della fattibilità e inaccettabile sotto il profilo culturale in quanto assegna all'inglese il ruolo di lingua dominante e in un'era di globalizzazione è riduttivo parlare solo di lingue comunitarie. Infine non condivide "la scissione della matematica dalle altre scienze&la proposta contrasta culturalmente con la positiva tradizione& che ha visto un approccio laboratoriale per le scienze sperimentali e la tecnologia, del tutto diverso dall'ipotesi prefigurata nelle Indicazioni Nazionali". Il CNPI ritiene quindi che la classe di abilitazione 59/A risponda, così come è strutturata, alle finalità della scuola media e alle esigenze e capacità di apprendimento dei ragazzi. Ritiene infine che la classe 33/A (Educazione Tecnica) debba comprendere l'insegnamento tecnologico e l'informatica assumendo la denominazione di "Tecnologia ed elementi di informatica".

Terrà conto il Ministro di questo parere?

2. Diventare docenti: il Consiglio dei Ministri approva&

Apparso in una prima versione nel luglio 2004 (vedi Legambiente Scuola News n. 29), modificato nella versione del 17 gennaio scorso (vedi Legambiente Scuola News n. 34), con qualche nuovo ritocco è stato approvato dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 25 febbraio lo schema di decreto legislativo in attuazione all'art. 5 della L. 53/03 in materia di formazione iniziale ai fini dell'accesso all'insegnamento. Servirà per coprire il 50% dei posti disponibili (quelli riservati ai concorsi per titoli ed esami). L'altro 50% sarà coperto con il reclutamento dalla via delle graduatorie permanenti.

Procedura selettiva di ammissione per l'accesso alla laurea magistrale, esame di stato abilitante, iscrizione in graduatorie regionali sulla base del voto, assegnazione alle scuole seguendo le graduatorie, un anno di applicazione nella scuola, con assunzione di responsabilità di insegnamento sotto la supervisione di un tutor delegato dal Collegio dei docenti, giudizio espresso dal comitato di valutazione della scuola. Solo se questo sarà positivo si concluderà la corsa ad ostacoli dell' aspirante docente che finalmente sarà assunto dal Dirigente Scolastico con contratto a tempo indeterminato.

Queste le tappe per insegnare nel canale dell'istruzione statale. "Per accedere all'insegnamento nei percorsi di istruzione e formazione professionale, le Regioni possono avvalersi anche del canale formativo di cui al presente decreto legislativo, in connessione con apposite procedure concorsuali disciplinate dai rispettivi ordinamenti". I due canali che la L. 53/03 vuole di pari dignità, si differenziano anche per la formazione iniziale degli insegnanti. Difficile, non solo per i ragazzi, il passaggio dall'uno all'altro!

Lo schema di decreto, accompagnato dalla prevista nota tecnica, nulla dice dei finanziamenti necessari alla sua attuazione. Eppure l'art. 7 comma 8 della L. 53/03 dice che "I decreti legislativi di cui al comma 7, la cui attuazione determini nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica sono emanati solo successivamente all'entrata in vigore di provvedimenti legislativi che stanzino le occorrenti risorse finanziarie".

Non saranno sicuramente sufficienti a coprire gli oneri di funzionamento "i proventi derivanti dalle tasse e dai contributi degli studenti".

La bozza di decreto appena approvata deve fare tutto il percorso di consultazione presso le Commissioni Cultura di Camera e Senato, la Conferenza Unificata Stato Regione Ente Locale per ritornare nuovamente al Consiglio dei Ministri per l'approvazione definitiva. Il tutto entro il 17 ottobre, scadenza della proroga per l'approvazione dei decreti applicativi della riforma.

Intanto è arrivato il parere del CNPI che il Ministero si era ricordato di chiedere solo il 23 febbraio! Semplice dimenticanza?

3. &ma il CNPI boccia

Oggetto: Contributo su "Schema di decreto legislativo concernente la definizione delle norme generali in materia di formazione ai fini dell'accesso all'insegnamento, ai sensi dell'art. 5 L. 53/03".

"Adunanza del 25 febbraio 2005 Vista la nota protocollo n. 10 del 23 febbraio 2005 con la quale la Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici ha richiesto il parere del CNPI circa l'argomento citato& dopo ampio e approfondito dibattito esprime il proprio contributo nei seguenti termini&".

Risponde così il CNPI al Ministro, non tenendo conto della richiesta di parere arrivata all'ultimo momento, affidando ad un contributo, elaborato di propria iniziativa, le sue valutazioni. E che il Ministro fosse poco interessato al dovuto parere del CNPI lo dimostra il fatto che il decreto è stato approvato in Consiglio dei Ministri senza aspettarlo.

Il parere del CNPI "ribadisce la centralità della scuola come sede di ricerca applicata al processo di insegnamento-apprendimento" vedendo un peso eccessivo affidato all'Università, &la necessità di rafforzare il ruolo delle istituzioni scolastiche autonome in relazione ai percorsi sia di formazione iniziale che in servizio". Inoltre "ritiene che sia indispensabile prevedere espliciti e adeguati finanziamenti atti a sostenere la politica della formazione del personale, elemento determinante per la qualità del servizio".

Ma il CNPI "ritiene preliminare e indifferibile la soluzione del problema del precariato, al fine di realizzare la stabilizzazione di tutto il personale". Nel comunicato stampa del 25 febbraio il Ministro sembra rispondere a questa esigenza. "Il MIUR dice il Ministro - sta studiando con il Ministero dell'Economia e con il Dipartimento della Funzione Pubblica misure che ci consentano di assorbire nei prossimi cinque anni tutto il precariato storico... Vorrei ricordare che a partire dall'estate 2001 abbiamo assunto complessivamente circa 90.000 docenti precari, riducendo il fenomeno del precariato storico di circa il 30 per cento. Con le misure che adotteremo potremo pianificare il riassorbimento degli altri 200.000 precari storici".

Peccato che la promessa, che richiede tempi lunghi per essere mantenuta, sia fatta quasi in scadenza di legislatura!

E' vero: l'assunzione in ruolo dei circa 70.000 docenti dell'estate 2001 è stata attuata dal Ministro Moratti ma, per amore di verità, era stata predisposta con la finanziaria 2001 del precedente governo. La sola assunzione predisposta dal governo in carica riguarda, nell'estate scorsa, 12.500 docenti a cui aggiungere i docenti di religione cattolica. Resta disattesa invece l'applicazione della legge 143 del 4 giugno 2004 che prevedeva un piano pluriennale di nomine in ruolo per ricoprire tutti i posti vacanti e demandava alla legge finanziaria la copertura economica di tale articolo. La finanziaria non ha stanziato neppure un euro per darvi seguito!


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