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LEGAMBIENTE SCUOLA NEWS

LEGAMBIENTE SCUOLA NEWS N. 30, SETTEMBRE 2004 Notizie e commenti sul mondo della scuola Indice 1. Docente tutor: cronaca di una trattativa 2. Questa riforma s'ha da...

17/09/2004
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LEGAMBIENTE SCUOLA NEWS
N. 30, SETTEMBRE 2004

Notizie e commenti sul mondo della scuola

Indice

1. Docente tutor: cronaca di una trattativa

2. Questa riforma s'ha da fare

3. Puntuali arrivano i tagli!

4. Da Porto Alegre& a Londra

5. Formazione Ambiente: per i nostri lettori

6. Educare è difficile

7. Il nostro piano di formazione per l'autunno

8. Legambiente per la scuola

1. Docente tutor: cronaca di una trattativa

Si fa sempre più complicata la trattativa sul docente tutor tra ARAN e Sindacati. Quando c'è l'atto di indirizzo firmato dal Ministro della Funzione Pubblica e non più una semplice, seppur "autorevole", lettera a firma Letizia Moratti, dopo due soli incontri (il 30 agosto e il 6 settembre), la trattativa viene interrotta. L'ARAN annulla l'incontro già fissato per il 10 settembre comunicando che "per quanto emerso dalla trattativa tenuta il 6 u.s. quest'Agenzia ha necessità di procedere ad una consultazione con la parte datoriale. Di conseguenza la riunione già prevista per il giorno 10 p.v. è rimandata a data successiva che verrà precisata nel minor tempo possibile".

Lo scoglio che ha causato la sospensiva è stato quello della copertura finanziaria. L'atto di indirizzo non si discosta molto dai contenuti della lettera ministeriale del giugno scorso (vedi Legambiente Scuola News n. 28). Continuano ad esserci 0 euro per le nuove professionalità e modalità organizzative per la scuola dell'infanzia per "accogliere" i bambini che anticipano l'iscrizione. Per il docente tutor le risorse sembrano esserci: 85.080.000 euro: 21.270.000 per i mesi che restano nel 2004 solo perché sottratti alla prevenzione della dispersione scolastica e all'educazione degli adulti e subordinati all'approvazione della legge sull'assestamento di bilancio; 63.810.000 per il 2005 subordinati all'autorizzazione di spesa di cui all'art. 3 comma 92 Legge 350/03 (finanziaria 2004). Questo comma definisce le destinazioni per i complessivi 90 milioni di euro stanziati per la riforma (gli unici sin qui!). Quattro le aree di investimento previste da quel comma: tra di essi non è presente il pagamento della funzione tutoriale per i docenti (vedi Legambiente Scuola News n. 21). Inoltre questi fondi, se così impiegati, servirebbero a finanziare l'applicazione del DL 59/04 che invece ha potuto essere emesso solo perché non comportava oneri aggiuntivi. In caso contrario avrebbe dovuto aspettare l'approvazione della relativa legge "che stanzia le occorrenti risorse finanziarie" (L. 53/03 art. 7 comma 8). Per poter utilizzare quindi quei fondi c'è almeno bisogno di un emendamento alla finanziaria 2004. I fondi quindi, oltre che essere pochi (suddivisi per le 136.696 classi di scuola primaria e le 26.029 di prima classe di scuola secondaria di primo grado fanno circa 278 euro lordi per l'intero anno scolastico) non hanno neppure la certezza della copertura finanziaria. E così, per un pugno di euro neppure garantiti si vuole smantellare un team docente che ha il suo punto di forza nella collegialità!

Ma i problemi non sono solo di natura economica. E' uno scontro soprattutto politico.

Il Ministro dice che l'applicazione delle disposizioni sul tutor non può dipendere dall'esito della trattativa sindacale, che la funzione tutoriale è un principio fondamentale della riforma e, per rispettare la legge, tutte le scuole hanno l'obbligo di metterlo in atto, contraddicendo quanto scritto, a sua firma, nella C.M. 29 del 5 marzo scorso. "Le modalità di svolgimento della funzione tutoriale costituiranno oggetto di appositi approfondimenti e confronti nelle sedi competenti, in base ai quali saranno impartite ulteriori indicazioni e precisazioni". La riapertura dell'art. 43 del CCNL su punti fondamentali quali l'orario di servizio e la retribuzione conferma il fatto che le scuole autonome nulla sono tenute a fare sul docente tutor fino a quando, da quel tavolo, non arriveranno "le ulteriori indicazioni e precisazioni".

Se il tutor è così strategico per la buona riuscita della riforma perché si è aspettato così tanti mesi per l'apertura del tavolo contrattuale ARAN- Sindacati, per poi offrire solo una manciata di euro, prelevati da finanziamenti destinati ad altro e subordinati all'assestamento di bilancio?

E su questi nodi, che da mesi non si sciolgono, la trattativa si è interrotta mentre la situazione nelle scuole, tra intimidazioni e prevaricazioni, si fa sempre più confusa.

2. Questa riforma s'ha da fare

"Questo Ministero è a conoscenza di iniziative, spesso promosse e gestite nelle stesse istituzioni scolastiche, nel corso delle quali viene rivolto invito alle componenti scolastiche di non applicare i contenuti della riforma degli ordinamenti scolastici o a contrastare profili significativi della stessa. Non è poi infrequente il caso che organi rappresentativi di autonomie locali o esponenti di organizzazioni sindacali rivolgano invito ai Dirigenti Scolastici a non dare attuazione alla riforma o a differirne l'applicazione in attesa di non meglio individuati approfondimenti o riflessioni& In relazione a quanto sopra, si richiama la personale, responsabile attenzione della S.V. perché venga svolta ogni opportuna azione di chiarimento e di precisazione& nei confronti degli operatori e dei dirigenti scolastici e in particolare, vengano attivati gli interventi adeguati anche di carattere disciplinare in presenza di eventuali comportamenti che configurino violazioni delle norme vigenti".

Questa la nota riservata inviata dal capo dipartimento Pasquale Capo ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali il 30 giugno scorso. Un chiaro messaggio perché alla riapertura dell'anno scolastico si mobilitino contro chi, utilizzando prerogative della democrazia scolastica e in base alle norme sull'autonomia non intenda dare attuazione ai vari aspetti della riforma. Il D.L. n. 59/04 infatti non abroga il DPR 275/99 i cui art. 4 e 5 ne definiscono l'autonomia didattica e organizzativa.

Perché una nota di così inaudita gravità da parte di un'Amministrazione che si vede costretta a minacce e intimidazioni? Devono essere state veramente tante le scuole (e i collegi dei docenti) che hanno deliberato in modo non gradito al Ministro: no al docente tutor, no alla modifica del POF, no ai libri di testo rispondenti alle Indicazioni nazionali& messaggi concreti, quasi un referendum contro un processo riformatore imposto dall'alto, senza il coinvolgimento partecipativo e propositivo della scuola reale, quindi non condiviso e rifiutato.

3. Puntuali arrivano i tagli!

200.718.588 euro per l'Esercizio Finanziario (E.F.) 2004. Questo la cifra prevista per il finanziamento della L. 440/97 attraverso la D.M. n. 60 del 26 luglio 2004 su cui si baserebbe la C.M. 66 del 2 agosto per il finanziamento dei piani dell'offerta formativa, di formazione e aggiornamento nelle scuole. Il condizionale è d'obbligo dal momento che la D.M. n. 60 non è stata resa nota né in internet né in intranet. Di essa si sa solo quello che riporta la C.M. 66 da cui si evincono le priorità di intervento e i relativi finanziamenti: 12,11% in meno rispetto ai 225.045.588 euro dell'E.F. 2003 e anche meno di quanto previsto in finanziaria 2004 tabella C: 203.720.000 euro.

Le sempre più esigue risorse per l'applicazione della L. 440/97 (-22,46% rispetto all'ultima finanziata dal governo dell'ulivo nell'E.F. 2001) sarebbero state suddivise:

126.002.000 euro per supportare la riforma degli ordinamenti scolastici (con priorità per la scuola dell'infanzia, elementare, media), per la formazione del personale della scuola, l'offerta formativa per le scuole paritarie;
10.986.588 euro per l'integrazione degli alunni in situazione di handicap e per quelli ricoverati in ospedale;
61.690.000 euro per l'area professionalizzante degli istituti professionali, l'alternanza scuola-lavoro, il diritto-dovere all'istruzione, l'IFTS e l'educazione degli adulti;
2.040.000 euro per documentare i processi innovativi e monitorare l'attività delle scuole.
Per ora sono "disponibili" solo parte dei fondi di cui al punto 1. Non appaiono 6,54 milioni di euro per assicurare la continuità dei progetti per l'insegnamento della lingua inglese, l'introduzione dell'insegnamento dell'informatica nella scuola primaria e il potenziamento della cultura scientifica presenti al passaggio in Parlamento per il prescritto parere nelle commissioni competenti.

La C.M. 66/04 disciplina la "distribuzione" alle scuole di parte dei 126.002.000 euro di cui al punto 1: 92.510.000 Ma alle scuole arriva molto meno: il 15% (13.876.500 euro) sono trattenuti dalle Direzioni Scolastiche Regionali per interventi di formazione a sostegno della riforma. Alle 10.788 scuole sono suddivisi 78.633.500 euro il cui uso non è lasciato alla decisione autonoma delle scuole ma sono assegnati con vincolo d'uso: l'attuazione della riforma e la formazione ad essa connessa. Prendere o lasciare!

4. Da Porto Alegre& a Londra

Dal 28 al 31 luglio si è tenuto a Porto Alegre il 3° Forum Mondiale dell'Educazione: presenti 22.000 operatori dell'educazione di 50 paesi. Obiettivo: la costruzione di una piattaforma di lotta per un'educazione per un altro mondo possibile. 16 i punti individuati:

1. difendere l'educazione pubblica in tutti gli ambiti e l'obbligo inalienabile dello stato a garantirla

2. articolare un movimento mondiale per la difesa e la promozione della scuola pubblica e gratuita a tutti i livelli e in tutte le modalità

3. respingere accordi che promuovano la mercificazione dell'educazione, della conoscenza, della scienza e della tecnologia

4. rifiutare programmi di aggiustamento per smantellare i servizi pubblici

5. respingere l'ingerenza delle imprese multinazionali nel sistema educativo pubblico

6. promuovere la garanzia dell'accesso universale all'istruzione

7. esigere l'uguaglianza di genere all'accesso all'educazione e agli spazi decisionali della politica pubblica

8. promuovere azioni contro il razzismo e le differenze tra classi sociali

9. presentare un'agenda ai governi contro l'analfabetismo, l'esclusione sociale e il lavoro minorile

10. articolarsi con altri forum di lotta

11. esigere da parte dei governi il rispetto dei diritti professionali dei lavoratori della scuola

12. difendere l'educazione professionale, escludendo ogni logica di impiegabilità ma che includa la dimensione etica, estetica, politica

13. democratizzare la gestione delle istituzioni pubbliche, delle politiche sociali, specialmente quelle educative

14. promuovere il controllo sociale del finanziamento dell'educazione

15. rafforzare l'educazione alla pace, alla solidarietà e alla sostenibilità del mondo

16. incentivare il protagonismo giovanile.

Una piattaforma di lotta che trova subito accoglienza nel prossimo Forum Sociale Europeo che si terrà a Londra dal 14 al 17 ottobre e a cui sarà presente anche Legambiente Scuola e Formazione.

Al suo interno troveranno spazio 5 seminari sull'educazione:

1. Crisi nell'educazione superiore e universitaria? Accesso, tasse, privatizzazione e democrazia

2. Globalizzazione, educazione e Unione Europea

3. L'educazione non è in vendita: educazione come servizio pubblico non merce

4. Un'altra educazione è possibile: opposizione e resistenza al neo-liberismo

5. Razzismo ed educazione

5. Formazione Ambiente: per i nostri lettori

Formazione Ambiente è il trimestrale che Legambiente Scuola e Formazione dedica alle problematiche della formazione per lo sviluppo sostenibile (si può ricevere iscrivendosi all'associazione professionale Legambiente Scuola e Formazione: versamento di 36,15 euro sul ccp 57431009 intestato a Legambiente, Via Salaria 403 - 00199 Roma)

Si occupa di riforma della scuola, formazione al lavoro, problemi dello sviluppo sostenibile, partecipazione e sviluppo locale, rapporto scuola e territorio, centri territoriali e Sistema Nazionale per l'educazione ambientale, professionalità degli insegnanti e dei formatori. Permette di tenersi aggiornati sul dibattito nazionale riguardante la riforma della scuola, il Sistema Nazionale per l'educazione ambientale, le diverse facce della formazione per la società sostenibile. Contiene interventi dei nomi più interessanti nel panorama della riflessione sulla formazione, sull'epistemologia delle discipline e sullo sviluppo sostenibile.

Anticipiamo ai nostri lettori il contenuto dell'ultimo numero e l'editoriale "Educare è difficile"

In questo numero
Con questo numero di Formazione Ambiente vogliamo restituire la complicazione del momento che stiamo attraversando, segnalando ciò che va e ciò che non va nel mondo dell'educazione e dell'istruzione. Le buone pratiche nella scuola "normale" e le esperienze di frontiera nelle scuole dei Piccoli Comuni accanto al procedere della riforma Moratti e alle prospettive del movimento di opposizione. Un'esperienza che nasce con forti segni di discriminazione politica, come quella del Forum delle associazioni professionali, voluta dal MIUR, accanto alle prospettive, anch'esse molto problematiche, aperte dalla convocazione della Seconda Conferenza nazionale dell'educazione ambientale. Un quadro contraddittorio, in cui noi vogliamo stare dalla parte di chi, nonostante tutto, cerca di lavorare bene in una scuola ed in un sistema territoriale governati da un disegno che non condividiamo.

6. Educare è difficile

Educare è difficile. Farlo bene è ancora più difficile. Da soli è impossibile.

Per parlare del nuovo anno che ci aspetta è bene ripartire da qui. Non solo, e non tanto, per celebrare la pubblicazione dell'omonimo libro, Educare è difficile, risultato della collaborazione tra Legambiente Scuola e Formazione e Movimento di Cooperazione Educativa. Ma soprattutto perché per un'associazione di educatori, come la nostra, che operano nella scuola e nel territorio, è necessario ricordarci sempre che quello che davvero conta, quello che è il cuore del nostro lavoro, è la qualità dei processi educativi e culturali che riusciamo ad attivare. Con una consapevolezza, ed anche questo non possiamo mai dimenticarlo, che i processi educativi sono sempre condizionati dai contesti sociali e politici in cui si opera. Ed oggi il contesto in cui lavoriamo è segnato con forza dall'incertezza delle prospettive e dalle difficoltà crescenti del "mestiere dell'educare".

Ci si dirà "è sempre stato così". Forse sì, soprattutto quando si vive in periodi di rapidi cambiamenti. Ma oggi la novità è che incertezza e difficoltà evolvono in direzioni opposte.

Di fronte alle difficoltà crescenti nell'apprendimento, alle modificazioni antropologiche dei bambini, alla potenza della società dell'immagine e della comunicazione, di fronte alla crisi di identità degli adolescenti, ai nuovi bisogni di socialità e di conoscenza, di fronte a inediti e drammatici scenari della globalizzazione e della guerra, che pongono domande radicali alla nostra civiltà, di fronte a tutto ciò servirebbero idee, partecipazione, condivisione, approfondimento, investimenti. Invece, piuttosto che investire con risorse finanziarie e culturali, si tagliano le prime e si demotivano le seconde.

E questo sta avvenendo non solo nella scuola, ma anche, come documentiamo in questo numero della rivista, nel mondo più "territoriale" dell'educazione ambientale, dove a tirare le fila è il Ministero dell'Ambiente.

Dobbiamo seriamente tentare di rallentare l'applicazione della riforma nella scuola di base, per limitare i danni, senza però far peggiorare la qualità educativa delle nostre scuole. Per realizzare questo obiettivo è necessario capire e condividere, sia nel mondo dell'educazione che nella politica, cosa vogliamo che accada a scuola. Con questo orizzonte si dovrà confrontare il movimento di opposizione alla riforma.

A questi proposito, se un pregio noi abbiamo sempre riconosciuto al disegno del ministro Moratti è la coerenza tra le finalità generali e le misure applicative, che ridisegnano quanto dovrà accadere nelle singole classi. L'ultima bozza di decreto sulla formazione ne è l'ennesima dimostrazione. Paradossalmente dobbiamo imparare da questa coerenza. Non è più il tempo di proclami e di grandi disegni ingegneristici. Tracciata la direzione di marcia (e non sarà così facile) su alcune grandi discriminanti (valore sociale della conoscenza, limiti del mercato, centralità della scuola pubblica, e dell'educazione&), occorre individuare le condizioni organizzative che rendono possibile avviare un percorso evolutivo, che per un verso renda le scuole ed i luoghi dell'educazione capaci di "dialogare" con i contesti che cambiano, per un altro renda capace il sistema nel suo complesso di riflettere su se stesso e apportare le necessarie correzioni in corso d'opera, senza nuove rigidità.

Ci auguriamo che il primo Forum nazionale dell'educazione e dell'istruzione (che si tiene questo autunno) dia un segnale ed aiuti a rimettere al centro l'attenzione per la qualità dell'educare e dell'istruire.

7. Il nostro piano di formazione per l'autunno

Legambiente Scuola e Formazione, associazione professionale accreditata e riconosciuta come ente qualificato per la formazione del personale scolastico (DM 177/2000, art. 4), propone esperienze di formazione rivolte a docenti, educatori e formatori interessati a migliorare il proprio bagaglio professionale, a riflettere sul proprio ruolo, ad operare con metodologie e strumenti innovativi. E' previsto un costo d'iscrizione ai corsi, con sconti per i soci Legambiente scuola e formazione.

Portfolio e competenze: teorie ed esiti possibili: Seminario, Roma, 6-7 novembre 2004 - Durata 16 ore

Società della conoscenza e riforma della scuola: Le giornate di formazione, Roma, 26 novembre 2004 Durata 8 ore

Animare i gruppi giovanili: Corso, Rispescia (GR), 2-5 dicembre 2004 - Durata 32 ore

Clima e povertà. Per una gestione sostenibile dell'energia: Corso on line in collaborazione con Lynx. Iscrizioni entro il 20 ottobre 2004 (inizio a novembre, durata due mesi e mezzo)

Tesori d'Italia. Alla scoperta delle risorse locali: Corso on line in collaborazione con Lynx. Iscrizioni entro il 20 dicembre 2004 (inizio a gennaio, durata due mesi e mezzo)

Per informazioni: Legambiente scuola e formazione, via Salaria 403, 00199 Roma

tel. 06.86268350, fax 06.86268351 oppure scuola.formazione@mail.legambiente.com

8. Legambiente per la scuola

Per l'anno scolastico 2004/05 Legambiente Scuola e Formazione propone due progetti educativi:

Clima e Povertà Chiavi di lettura della globalizzazione, che affronta l'intreccio tra mutamenti climatici e la crescente povertà che colpisce soprattutto i paesi del sud del mondo, con particolare riguardo ai temi della gestione delle risorse idriche e della questione energetica. Clima e Povertà inoltre testimonia l'impegno di Legambiente ad allargare gli orizzonti dell'agire attraverso la cooperazione e le azioni di solidarietà internazionale con e verso altri paesi nel rispetto delle risorse locali e delle identità culturali.
Tesori d'Italia Alla scoperta delle risorse locali, dedicato alla valorizzazione delle ricchezze del proprio territorio, con la possibilità di contribuire alla costruzione di un grande atlante nazionale dei tesori scoperti dalle scuole e di gemellarsi con alcuni dei piccoli comuni di cui è ricca l'Italia.
Per saperne di più: scuola.formazione@mail.legambiente.com, tel: 06.86268350; fax: o6.86268349

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