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LEGAMBIENTE SCUOLA NEWS N. 17, LUGLIO 2003 Notizie e commenti sul mondo della scuola Indice Cambio di strategia a Viale Trastevere E il CNPI risponde Anche l'ANCI dice la sua ...

20/07/2003
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LEGAMBIENTE SCUOLA NEWS
N. 17, LUGLIO 2003

Notizie e commenti sul mondo della scuola

Indice

Cambio di strategia a Viale Trastevere
E il CNPI risponde
Anche l'ANCI dice la sua
Non è tutto oro quel che luccica
Agenda
1. Cambio di strategia a Viale Trastevere

A settembre prossimo, nessuna attuazione diffusa della riforma nelle prime due classi della scuola primaria come prevedeva la bozza di decreto ferma a Palazzo Chigi dal 9 maggio; nessuna maxisperimentazione sul modello di quella delle 251 scuole dello scorso anno. Arriva invece un progetto nazionale per l'introduzione dei piani di studio delineati dalle Indicazioni nazionali e per la generalizzazione dell'insegnamento di inglese ed informatica.

L'ottimismo manifestato a lungo dalla Ministra Moratti per l'applicazione immediata della L. 53/03 non è servito a sciogliere, anche nella stessa maggioranza, i nodi controversi: docente tutor, tempo scuola, organizzazione didattica. Saranno affrontati in tempi più distesi dato che la recente verifica di governo ha ricollocato la scuola tra le priorità della futura azione della Casa delle Libertà. O forse a far "riflettere" la Ministra sono stati il diffuso dissenso e l'opposizione che si sono levati dalle scuole che, numerosissime, hanno votato ordini del giorno dapprima contro il piano di informazione/formazione e poi contro i contenuti della bozza di decreto?

Viale Trastevere cambia così strategia e cerca una scorciatoia per aggirare il blocco del decreto attuativo del maggio scorso. Il 27 giugno viene inoltrato al Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione (CNPI), per il prescritto parere, una bozza di decreto legislativo di due soli articoli per un avvio soft della riforma che lascia sospesi gli elementi più controversi. Il primo stabilisce che "a decorrere dall'anno scolastico 2003/04 e fino a quando non saranno adottati i provvedimenti di esecuzione della L. 53/03, è avviato un progetto nazionale rivolto alle classi prima e seconda della scuola primaria finalizzato'" a inserire nei POF delle scuole i "contenuti dei piani di studio delineati dalle Indicazioni nazionali' I piani di studio predetti vengono attivati dalle istituzioni scolastiche nell'ambito dell'autonomia didattica, organizzativa e di ricerca' fermi restando gli attuali assetti strutturali, gli orari di funzionamento e le risorse professionali in dotazione". Un progetto, in base all'art. 11 del DPR 275/99, affidato, quindi, alle libere decisioni dei Collegi Docenti, che non modifica il tempo scuola e l'attuale assetto dei "tre insegnanti su due classi".

Il secondo articolo prevede che "a decorrere dall'anno scol. 2003/04, nei primi due anni della scuola primaria sarà assicurata l'alfabetizzazione informatica e l'alfabetizzazione nella lingua inglese'". E' già stata infatti inviata il 26 giugno alle Direzioni Scolastiche Regionali la nota prot. N. 1781/Dip/U02 per la rilevazione del fabbisogno di posti di insegnamento, indicando un'ora settimanale per le classi prime e due ore per le seconde, in conformità a quanto previsto nelle indicazioni nazionali. Le classi interessate dalla novità sono circa 53.000 ma questo solo in via ipotetica. L'indagine "La scuola che cambia" che Legambiente ha effettuato nell'anno scolastico appena chiuso e che ha riguardato più di 1.300 scuole (a settembre sarà pubblicato l'intero dossier) dimostra che inglese ed informatica sono già una pratica diffusa nella scuola italiana (vedi Legambiente Scuola News n. 15). Il 92,6% dichiara di praticare già l'insegnamento dell'informatica. E l'insegnamento della lingua inglese ormai copre tutte le scuole elementari. Solo l'1,4% dichiara di non farne uso. Nel 67,7% delle scuole l'insegnamento si svolge in tutte le classi e ciò che è interessante è il dato "da quanto tempo?": il 20% ha realizzato questo risultato da più di 5 anni, il 51% da 3 a 5 anni, il 21,3% da 2 anni e solo l'8,2% lo ha fatto nell'ultimo anno. Insomma il cavallo di battaglia della riforma è già realtà della scuola italiana! E il 62,9% delle scuole lo fa per 3 ora alla settimana.

2. E il CNPI risponde

Il CNPI nella seduta del 15 luglio ha dato la sua risposta sul "Progetto di innovazione relativo agli obiettivi di apprendimento per i primi due anni della scuola primaria". Accolto all'unanimità il secondo articolo sull'insegnamento di inglese ed informatica, pur con alcune considerazioni e 'consigli':

° non limitare l'insegnamento della lingua straniera solo all'inglese in quanto l'art. 2 comma 1 lettera f della L. 53/03 prevede di garantire l'alfabetizzazione "in almeno una lingua dell'unione europea oltre alla lingua italiana";

° prevedere specifiche dotazioni di organico docente;

° prevedere nei primi due anni un insegnamento della lingua straniera non inferiore a due ore settimanali, come suggeriscono le scuole che hanno attuato la sperimentazione nell'anno scol. 2002/03

° garantire l'attuale orario di insegnamento per le classi dalla terza alla quinta (3 ore settimanali) e gli impegni di lavoro degli insegnanti specialisti, anche in riferimento al numero delle classi (non più di 6 / 7).

Un sì con riserva e a maggioranza per l'art. 1. Non un progetto nazionale per "una prima attuazione delle innovazioni coerenti con le linee di riforma configurate dalla predetta L. 53/03" per tutte le scuole ma "l'eventuale adesione' al progetto nazionale di innovazione, avendo come riferimento l'art. 11 del DPR 275/99 è subordinata alla delibera degli organi collegiali di circolo/istituto, riconoscendo così il ruolo della scuola dell'autonomia e il protagonismo dei docenti nei processi di innovazione".

Il CNPI quindi tende a chiarire che da settembre non ci potrà essere "una prima attuazione delle innovazioni coerenti con le linee di riforma configurate dalla predetta L. 53/03'. Tale legge infatti prevede che la sua attuazione sia affidata a decreti attuativi "con modalità e procedure precise che coinvolgono per la sua definizione lo stesso Parlamento". La riforma quindi non potrà essere introdotta con un semplice atto amministrativo e il permanere di tale dicitura nel decreto finale renderebbe illegittima la proposta rivolta alle scuole.

Infine il CNPI auspica che sia recuperato "il confronto con le scuole, gli insegnanti, i dirigenti scolastici per la definizione dei decreti attuativi della L. 53/03.

In che misura la Ministra terrà conto del parere del CNPI?

3. Anche l'ANCI dice la sua

La Commissione scuola dell'ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) nella seduta del 16 luglio scorso ha approvato un documento che entra nel merito di alcune importanti questioni della riforma della scuola ed 'esprime preoccupazione per le incertezze derivanti dai contenuti, le modalità e i tempi di attuazione della riforma Moratti'.

La prima preoccupazione riguarda 'il massiccio incremento delle richieste di iscrizioni nelle scuole dell'infanzia' non accompagnato da un corrispondente incremento del numero delle sezioni della scuola materna statale' non si può perseguire sulla strada degli anticipi delle iscrizioni senza aver programmato un assorbimento di tutta l'utenza esclusa dalla regolare frequenza'. L'ANCI quindi chiede con urgenza, prima dell'avvio del prossimo anno scolastico, l'adozione di un Piano Nazionale per la generalizzazione della scuola per l'infanzia, obiettivo peraltro previsto anche dalla L. 53/03, con il concorso degli Enti Locali e i gestori delle scuole paritarie.

E sulla sperimentazione appena conclusa nella scuola primaria (D.M. 100/02) imputa al MIUR di aver disatteso gli accordi dell'estate scorsa in almeno due punti:

° 'l'istituzione di un sistema per il monitoraggio e la verifica, anche in itinere, delle esperienze svolte, sia a livello regionale che nazionale, con la costituzione di osservatori regionali e di un tavolo delle regole nazionale';

° 'la raccolta di dati informativi che permettessero anche una valutazione delle necessità finanziarie di cui tener conto nel passaggio da una limitata sperimentazione svolta in situazione privilegiata (già in possesso di strutture e servizi idonei) ad una attuazione più estesa'.

Secondo l'ANCI 'il Ministero si è praticamente dileguato' e il rapporto sulla sperimentazione reso da poco noto 'non è frutto del lavoro degli organismi che erano stati previsti per la valutazione dell'iniziativa e, soprattutto, tace completamente sulla valutazione delle risorse necessarie per la generalizzazione del modello sperimentato'. Dunque l'ANCI 'non può che esprimere il proprio sconcerto per la superficialità con la quale è stata trattata sia l'esperienza sperimentale che la relazione interistituzionale avviata attorno ad essa, quasi che il fine di entrambe fosse non dentro il sistema dell'istruzione ma all'esterno, per evitare le difficoltà sui nodi veri della riforma, la cui discussione non può più essere rinviata'.

Infine un'ultima annotazione, non meno pesante delle precedenti, sulla bozza di decreto presentato al CNPI. Quest'ultima può dar luogo solo 'a una nuova sperimentazione alla quale gli Organi Collegiali della scuola potranno decidere di aderire o meno, sentiti gli Enti Locali in relazione alle competenze loro attribuite e agli oneri posti a loro carico'.

Il documento non lascia dubbi: quello con l'ANCI è un rapporto interrotto che il MIUR deve cercare di ricucire quanto prima.

4. Non è tutto oro quel che luccica

Anticipo nella scuola dell'infanzia e primaria, continuità educativa e didattica, didattica laboratoriale, equipe pedagogica, flessibilità organizzativa, portfolio delle competenze, piani di studio personalizzati, alfabetizzazione informatica, insegnamento della lingua inglese: queste le macro-aree prese in considerazione dall'Osservatorio nazionale, istituito ad hoc, per l'elaborazione del documento di sintesi sugli esiti della sperimentazione basato sulle relazioni degli Osservatori regionali. 'Sulla base degli esiti rilevati si può concludere affermando che la sperimentazione ha fatto registrare un impatto decisamente positivo sul contesto culturale e professionale della scuola per i fondamenti pedagogici e didattici proposti più che per quelli organizzativi in gran parte ancorati ad esperienze e situazioni pregresse'. I rapporti con le famiglie 'sono stati curati molto più che nel passato, anche perché imposti dalla necessità di illustrare i principali aspetti della sperimentazione'. E l'alfabetizzazione informatica e l'insegnamento della lingua inglese sono stati tra i punti di forza.

Ma non è tutto oro quel che luccica e a una lettura attenta non sfuggono gli elementi di criticità soprattutto per ciò che riguarda il docente tutor, l'equipe pedagogica, i piani di studio personalizzati, assi portanti della riforma della scuola.

Gli anticipi nella scuola per l'infanzia hanno portato ad un 'rallentamento delle attività della sezione e della classe, un aumento del tempo di intervallo e delle pause di riposo tra una attività e l'altra'' e nella scuola primaria 'è stata accentuata l'attività ludica'.

'Il passaggio dal gruppo docente all'equipe pedagogica non è sempre stato agevole soprattutto in quelle realtà scolastiche nelle quali erano ormai consolidate convinzioni e determinazioni a riconoscere e riservare, ad ogni componente del team, modalità e condizioni di esercizio della professionalità sostanzialmente non diverse da quelle dei colleghi''. Il pericolo temuto è una gerarchizzazione all'interno dell'equipe pedagogica e conseguentemente la subalternità dei docenti dei laboratori nei confronti del tutor.

Ma anche riguardo ai piani di studio personalizzati le scuole hanno denunciato 'difficoltà nel comprendere e integrare, sul piano teorico e operativo, il concetto di personalizzazione, il carattere complesso ed oneroso delle operazioni relative' alla predisposizione delle unità di apprendimento e dei piani personalizzati, la compilazione del portfolio delle competenze di ogni alunno, il rischio' di irrigidire l'azione didattico educativa con itinerari eccessivamente precostituiti, difficoltà, per le scuole che adottano una programmazione per progetti/situazioni/sfondo ad integrare tali strategie con gli indirizzi prospettati nelle raccomandazioni'.

Alcune domande che non trovano risposta nella relazione di sintesi.

- Che cosa le 251 scuole hanno fatto di diverso sul piano dei contenuti rispetto ai programmi dell'85?

- In quale percentuale le scuole hanno 'adottato' il docente tutor così come previsto dai documenti Bertagna?

- E i laboratori come sono stati gestiti? In quali spazi? Con quali risorse di organico? E le compresenze che fine hanno fatto?

- In che misura le scuole hanno optato per l'orario ridotto di 27 ore? Lingua straniera ed informatica in quale tempo scuola sono state attivate? Nell'orario obbligatorio o nel facoltativo?

- Quali le differenze 'di performance' con le classi che hanno mantenuto i 'programmi dell'85' e il team '3 docenti per 2 classi'?

Le scuole (e gli insegnanti) aspettano risposte.

5. Agenda

25 '#8211; 30 agosto 2003 - Piancavallo (PN): 'A più voci. Scambi, incontri e scarti tra generazioni' Corso residenziale '#8211;'#8211; Informazioni sul sito www.mce-fimem.it

4 '#8211; 5 ottobre 2003 - Roma: 1° Congresso nazionale dell'Associazione Professionale Legambiente Scuola e Formazione

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