FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3959695
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Le risposte dell’università Al tempo dell’incertezza

Le risposte dell’università Al tempo dell’incertezza

di Marta Cartabia

09/12/2020
Decrease text size Increase text size
Corriere della sera


L’università è una istituzione millenaria che ha attraversato radicali trasformazioni sulla base delle sollecitazioni provenienti dall’ambiente circostante. Oggi si trova di fronte ad una nuova svolta, provocata da un evento tanto imprevisto quanto radicale. A richiedere un ripensamento non è soltanto la didattica a distanza, quanto il senso di insicurezza che la situazione data alimenta nella vita di ciascuno, a livello personale e nella dimensione collettiva.

Il mondo che pensavamo inattaccabile si è dissolto nel volger di poche settimane e l’antidoto all’incertezza che andiamo cercando non può essere reperito in pericolose e inconcludenti «retropie». Perciò, alle esigenze di una generazione colpita dall’effetto Covid-19, a cui il futuro si presenta con contorni indeterminati, non è sufficiente offrire una buona formazione professionale (che pure è necessaria); serve un punto di appoggio senza il quale non è possibile protendersi con slancio verso il futuro, né sprigionare le energie di creatività e costruttività necessarie alla vita personale e sociale.

La questione essenziale del nostro tempo è imparare a convivere con l’incertezza senza smettere di guardare al futuro come terra sconosciuta sì, ma da esplorare, convertendo le fonti di rischio in moltiplicatori di opportunità. Per questo oggi, più di sempre, la risorsa fondamentale a cui tutti guardano, su cui tutti contano è il «capitale umano». È nel soggetto che può sgorgare l’energia capace di contrastare la paura che paralizza, l’incertezza che mortifica le ambizioni e demoralizza ogni slancio. L’università, oggi più che mai, è chiamata all’altissimo compito di far fiorire le singole personalità, sottraendole al rischio di rimanere soffocate dal contesto.

Una immagine poetica e allegorica del nostro patrimonio culturale coglie con potenza evocativa insuperata l’esperienza universale della paura e dello smarrimento generati da una situazione ignota e avversa. È l’immagine di apertura della Commedia, che ritrae Dante smarrito in una selva selvaggia e aspra e forte / che nel pensier rinova la paura. Paralizzato da questi sentimenti, Dante è obnubilato — tant’era pien di sonno — e totalmente disorientato. Eppure, proprio da quella spaventosa circostanza, indesiderata e inspiegabile, prende l’abbrivio la più straordinaria avventura che lo porterà con successo a mettersi per l’alto mare aperto, a divenir del mondo esperto / e de li vizi umani e del valore, per usare le parole che egli attribuisce a Ulisse, che al contrario non riuscirà nell’impresa.

All’origine di quel formidabile viaggio troviamo un incontro decisivo: è la presenza del maestro Virgilio a permettere a Dante di liberarsi dalla paura e dal disorientamento. Il maestro lo rassicura e lo rimette in cammino; meglio: lo accompagna nel cammino, non solo mostrandogli una via percorribile, ma mettendosi in moto con lui: Allor si mosse ed io li tenni dietro, come si legge nell’ultimo verso del primo canto dell’Inferno.

Prospettive

Oggi si gioca una partita decisiva anche per la società di domani e per la democrazia di domani

Non c’è condizione di crisi e di difficoltà che non sia anche condizione ricca di nuove opportunità. E la presenza del maestro, che pure non risolve l’avversità, però la trasfigura, di modo che dalla selva oscura prende avvio una esplorazione inimmaginabile ed entusiasmante.

Ma chi è il maestro? Molti sono i docenti che si incontrano nei percorsi di studi, ma pochi i veri maestri. Quello con il maestro è un incontro coinvolgente, immediatamente riconoscibile, perché capace di ridestare la persona dal sonno, dal torpore dell’animo, di ridare fiducia e di far scoccare la scintilla del desiderio di conoscere e di fare. Ovviamente, riscoprire il valore del maestro non significa evocare la comoda suggestione di argomenti ex cathedra o ex autoritate, ma mettersi alla ricerca di punti di riferimento che abilitino, specie le nuove generazioni, a uscire dalla palude della paura e della insicurezza.

«Jamais plus de maîtres» si leggeva sui muri della Sorbona nel periodo del ’68. «Hey! Teachers! Leave us kids alone!» echeggiavano i Pink Floyd negli anni successivi. In quell’epoca, gli studenti intendevano legittimamente mettere in discussione un cieco principio di autorità, espresso in forme di paternalismo e di autoritarismo. Di quel tipo di «maestri», certo, non si avverte nostalgia.

In uno scritto del 1921, dedicato all’università, Piero Calamandrei tracciava una chiara distinzione tra il buono e il cattivo maestro: «Nessuna missione può pensarsi più alta e più nobilmente umana di quella dell’insegnante che risveglia negli studenti le loro energie nascoste, che prodiga loro le sue forze per farli forti, che si adopra, non a fare il panegirico di se stesso, ma a insegnare agli studenti la via per affrancarsi dal maestro e per diventar migliori del maestro», ma aggiungeva anche che «nessuna tirannia più odiosa vi è di questa specie di protettorato intellettuale che l’insegnante vuole infliggere agli studenti, quando li costringe a stare per ore e ore ad ascoltarlo senza fiatare, senza replicare, senza ribellarsi, imbevendosi passivamente come inerti spugne del suo pensiero».

Il vero maestro non opprime e soprattutto non deprime. Egli realizza il proprio compito quando si spende per consentire al discepolo di realizzare la propria libertà, il proprio percorso, diretto verso la propria meta: se tu segui tua stella/ non puoi fallire a glorïoso porto, dice il maestro Brunetto Latini quando incontra Dante.

Oggi, come sempre, è sulla capacità di un pensiero libero, e perciò creativo e critico, in tutti i rami del sapere e del fare a cui ciascuno è specificamente chiamato, che si gioca il volto della società. Per questo l’università (e con essa la scuola) deve tornare ad essere la priorità tra le priorità di questo inaspettato presente e deve essere preservata come bene essenziale: nell’università di oggi si gioca una partita decisiva anche per la società di domani e per la democrazia di domani.


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL