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Le cinquanta scuole del futuro che (dopo tre anni e mezzo) non sono neppure un progetto

Oggi la Giornata della sicurezza in classe. In Italia cinquanta crolli l'anno, ma il concorso di idee voluto da Renzi dopo 42 mesi è ancora fermo. Il ministro Bussetti: "Nel Decreto Genova abbiamo messo le risorse per sbloccare i bandi"

24/11/2018
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la Repubblica

Corrado Zunino

Ci sono 50 progetti per istituti scolastici del futuro che non riescono a diventare un cantiere. Hanno vinto, i cinquanta progetti, il concorso di idee sulle "Scuole innovative" che fu annunciato da Matteo Renzi addirittura nel maggio 2015. Oggi, quarantadue mesi dopo, quelle idee non sono neppure un progetto esecutivo. Per ora, sono solo disegni realizzati al computer.

Oggi si celebra la Giornata nazionale della sicurezza nelle scuole con cinquecento eventi in tutta Italia. Il ministro dell'Istruzione Marco Bussetti riaprirà l'Osservatorio sull'edilizia scolastica e ricorderà di aver sbloccato 3,5 miliardi (dei sette disponibili) per la messa in sicurezza delle scuole italiane (la metà, 1,7 miliardi, è stata inserita nella Programmazione 2018-2020). Nell'ultimo anno scolastico, come ha ricordato Cittadinanzattiva nel suo sedicesimo Rapporto, negli istituti italiani ci sono stati cinquanta crolli.

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L'ex premier Renzi, quando lanciò le scuole innovative, si fece affiancare da Renzo Piano, che diede immediata disponibilità per un progetto personale in ambito scolastico: "Immagino un rammendo edilizio e sociale in periferia", disse mostrando un primo disegno. Il concorso di idee chiedeva edifici belli e funzionali, a misura di portatori di handicap. Ecocompatibili, con qualità di risparmio energetico e un alto coefficiente anti-sismico. In Italia, si è visto, spesso sono state le scuole a subire con più prepotenza le scosse telluriche.
 

Un bando per 3.000 progettisti

Il bando "Scuole innovative" è arrivato un anno dopo il suo annuncio. Con l'attivazione di una piattaforma elettronica, oltre tremila progettisti parteciparono alla selezione portando 1.238 proposte (inizialmente erano 51 le candidature da scegliere). Ai ritardi per-concorso si sono aggiunti quelli post, ancora maggiori. Le amministrazioni locali e alcuni studi di architettura nel gennaio 2017 segnalarono la mancanza di indicazioni sulle valutazioni da fare. A marzo - finalmente - fu nominata la commissione giudicatrice, composta da architetti importanti. Nel gennaio 2018 la proclamazione dei vincitori: cinquanta vincitori. Per l'area del Comune di Catanzaro non ci furono assegnazioni. I singoli Comuni - Lucca e Lecce, Lonate Ceppino in provincia di Varese e Riolo Terme in provincia di Ravenna - avrebbero voluto affidare agli stessi vincitori del concorso lo sviluppo dei progetti. L'Autorità anticorruzione, però, chiamata in causa dall'Unità di missione per la sicurezza, lo scorso aprile ha nuovamente fermato il viaggio delle carte. La procedura di affido diretto - ha spiegato il presidente dell'Anac, Raffaele Cantone - sarebbe stata possibile se espressamente prevista dal bando (che, tra l'altro, avrebbe dovuto indicare i requisiti professionali e tecnico-economici dei progettisti).


Gli ultimi 9 milioni dal Decreto Genova

In mancanza di specifiche - il Miur aveva organizzato il concorso di idee non entrando nel merito di successive gare d'appalto - i singoli Comuni hanno provato a muoversi in autonomia: con le idee premiate a loro disposizione (queste a titolo gratuito), hanno deciso di bandire nuove gare per affidare i successivi livelli di progettazione. Questa fase pubblica, però, necessitava di un po' di soldi e le realtà locali non avevano nulla a bilancio. Il ministero dell'Istruzione nelle scorse settimane è intervenuto e, attraverso due emendamenti, ha messo 36 milioni nel cosiddetto "Decreto Genova", nove dei quali proprio per avviare le scuole innovative. "Stiamo semplificando e accelerando le procedure per mettere a disposizione degli Enti locali i finanziamenti necessari per gli interventi in materia di edilizia scolastica", ha detto il ministro Bussetti. Ad oggi, però, gli uffici tecnici dei comuni interessati non hanno informazioni sui tempi in cui potranno accedere alle risorse e far partire i progetti. La responsabile dell'edilizia scolastica della Provincia di Ravenna, per esempio, ha spiegato: "Il progetto scolastico di Riolo Terme è diventato necessario perché oggi gli istituti scolastici di un Paese di 5.600 abitanti sono divise in quattro strutture diverse. Sono scomode per gli studenti e costose per l'amministrazione. Ad oggi non riusciamo a far partire il cantiere per la scuola unica che ha vinto il concorso".

Il calvario burocratico non è finito. Ci sono problemi, e seri, anche per la seconda edizione del programma "Scuole innovative", questo finanziato con la Legge di bilancio 2017 e grazie a 100 milioni di euro dell'Inail. La Regione Veneto ha presentato un ricorso sul meccanismo con cui il Governo ha ripartito le risorse e la Corte costituzionale ha dichiarato illegittimo il contributo economico assegnato a sole dieci Regioni. Le scuole innovative restano un bel concorso di idee. In un Paese dove un istituto su sette è stato costruito tra il Settecento e la Seconda guerra mondiale.


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