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La Stampa:Un nuovo contratto" La scuola in sciopero

A MILANO, BOLOGNA E NAPOLI LE PROTESTE PIU' AFFOLLATE "Un nuovo contratto" La scuola in sciopero Professori e studenti in piazza in tutta Italia contro la politica scolastica del ...

25/03/2003
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La Stampa

A MILANO, BOLOGNA E NAPOLI LE PROTESTE PIU' AFFOLLATE
"Un nuovo contratto" La scuola in sciopero
Professori e studenti in piazza in tutta Italia contro la politica scolastica del governo e per la pace. Adesioni del 38% per il ministero, dell'80% per i sindacati che hanno sfilato uniti. Epifani: successo straordinario

25/3/2003

ROMA

Se allo sciopero della scuola, attuato ieri da pressoché tutte le sigle sindacali, abbiano partecipato in molti o no, è una disputa destinata a prolungarsi nei giorni a venire. Di fatto più della metà delle aule sono rimaste deserte e le altre erano scarsamente popolate. Motivo della protesta, il mancato rinnovo del contratto scaduto a dicembre del 2001. Quanto ai numeri, il ministero, in un meticoloso comunicato, ha fatto sapere che ad astenersi dal lavoro è stato il 37,8% del personale, mentre secondo la Gilda e Unicobas, la partecipazione è stata tra il 60 e l'80 per cento o addirittura - come sostiene la Cgil - ben oltre l'80%, con manifestazioni di piazza cui hanno preso parte 160 mila persone complessivamente. La pedanteria ministeriale però non demorde e, dovendo trattenere la giornata lavorativa dalle buste paga, fa sapere che questo avverrà per 223.872 dipendenti. E poi, che ognuno interpreti come vuole questo sciopero, cui hanno aderito cgil, cisl, uil, snals, gilda, cobas e unicobas, in una sintonia di intenti da tempo inedita e sottolineata dal leader della Cgil Guglielmo Epifani: "La straordinaria riuscita dello sciopero - ha detto - mi lascia profondamente soddisfatto. È importante che sia stato promosso unitariamente da tutte le organizzazioni come segno della necessità di riprendere un confronto su un tema così importante come la formazione e l'istruzione". Il contratto dei docenti e del personale amministrativo della scuola è, in effetti, ancora in alto mare. Una intesa, per la verità, il ministro Moratti e i sindacati l'avevano trovata: si trattava di mettere sul piatto circa 350 milioni di euro, corrispondenti ai "risparmi" che l'Istruzione era riuscita a fare con il taglio di 8.500 cattedre. Ma quei soldi si sono persi nelle pieghe della Finanziaria, e così l'Aran (l'agenzia che si occupa dei contratti pubblici) non ne dispone e il ministro, che pure aveva fatto tutto per mediare una soluzione, si è ritrovato i professori in piazza. I sindacati non hanno voluto tenere una sola grande manifestazione a Roma, preferendo un decentramento della protesta in tutti i capoluoghi di regione. Le manifestazioni più affollate sono state quelle in cui hanno parlato i leader sindacali: Enrico Panini (Cgil) a Milano, Daniela Colturani (Cisl) a Napoli, Massimo Di Menna (Uil) a Bologna. "Un successo straordinario - commenta Panini che ha raccolto quasi 60 mila persone - che neanche le cifre del ministero riescono a ridimensionare". "Le centinaia di migliaia di lavoratori aderenti allo sciopero - ha commentato Daniela Colturani - chiedono con forza il contratto e un cambiamento di rotta della politica scolastica governativa, che sta penalizzando la scuola pubblica, spina dorsale del sistema nazionale di istruzione e formazione". "Nel corso delle manifestazioni - ha sottolineato Massimo Di Menna - è stata espressa la contrarietà del mondo della scuola alla guerra. Lo sciopero di oggi è il segnale chiaro per il mancato rinnovo del contratto e, più in generale, per la politica scolastica del Governo". Secondo Fedele Ricciato (segretario dello Snals), il ministro Tremonti e il Governo devono prendere atto che "contratto, immissioni di ruolo e stabilità degli organici rappresentano obiettivi irrinunciabili per il mondo della scuola". "In un momento così drammatico lo sciopero di oggi della scuola porta una buona notizia: l'unità sindacale" ha commentato Enzo Carra, responsabile cultura della Margherita. Quanto al merito della protesta, Andrea Ranieri, responsabile scuola dei ds, così la sintetizza: "Diminuiscono gli organici e la scuola a tempo pieno, si creano difficoltà all'integrazione dei disabili e immigrati, si negano l'adeguamento delle retribuzioni e il riconoscimento delle professionalità, si allarga il precariato". Ma, secondo la maggioranza, troppe cose bollivano ieri nella pentola della protesta: "Più che uno sciopero per il contratto - ha detto il leader dei giovani di Forza Italia, Simone Baldelli - questa mobilitazione ci è sembrata il solito calderone politico-sindacale attraverso il quale la sinistra ha portato in piazza la Babele che prospera al suo interno".

Raffaello Masci


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