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La Stampa-Sulle 18 ore in cattedra lo scontro è frontale

STATO DI AGITAZIONE DEI DOCENTI NEGLI ISTITUTI MEDI SUPERIORI Sulle 18 ore in cattedra lo scontro è frontale Blocco delle adozioni dei libri di testo, ipotesi di occupazioni e assemblee Nel mirin...

20/05/2003
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La Stampa

STATO DI AGITAZIONE DEI DOCENTI NEGLI ISTITUTI MEDI SUPERIORI
Sulle 18 ore in cattedra lo scontro è frontale
Blocco delle adozioni dei libri di testo, ipotesi di occupazioni e assemblee Nel mirino la riforma Moratti: "E' un progetto che ci penalizzerà tutti"

20/5/2003

Istituti superiori in agitazione con il blocco delle adozioni dei libri di testo, manifestazioni, ipotesi di occupazioni e assemblee, contro quelle che ormai, semplicemente, vengono chiamate "le 18 ore": il decreto del ministero dell'Istruzione che porta a 18 ore "frontali" l'impegno di ciascun docente, 18 ore in cattedra ad insegnare la propria disciplina. Un diktat realizzabile solo "ricomponendo" le cattedre orizzontalmente (per esempio, 3 ore di inglese in 6 terze), un problema che colpirà tutti gli istituti. All'Itis "Avogadro" (che ieri si è aggiunto alla lunga lista di astenuti sui libri di testo), per esempio, i docenti di matematica dovranno cambiare le classi ogni anno. Lo stesso scompiglio avverrà con lettere al classico, con inglese negli istituti tecnici e così via. Diciotto ore tonde, permettendo ai docenti di seguire le classi nell'arco del biennio o del triennio, sono di fatto impossibili. La somma arriva a fare 15, oppure 16 o 17. Nelle ore che restano, i professori sostituiscono i colleghi in malattia o vengono incaricati di altri compiti. Contro il provvedimento - che sgretola uno degli elementi-cardine delle scuola italiana, la continuità didattica - la mobilitazione cresce. In gioco ci sono anche posti di lavoro: i docenti precari saranno i primi ad essere lasciati a casa, ma anche i docenti di ruolo ultimi in graduatoria rischiano di perdere il posto che occupano da anni. Ieri si è tenuta all'"Itis Avogadro" un'assemblea promossa dalle Rsu di una ventina di istituti, in pratica, quelli che nei giorni scorsi hanno scelto di non procedere alle adozioni dei libri di testo. "Non ha senso - ha detto Cosimo Scarinzi, Cub Scuola - scegliere i libri se poi in una certa classe a settembre ci sarà un docente diverso". Bodoni-Paravia, Amaldi, Sraffa, Sella, Luxemburg, Arduino, Marro, Cottini, Peano, Istituto d'Arte Passoni e altri ancora, rappresentati da uno o più insegnanti, hanno riferito le proposte dei collegi docenti. Se i più agguerriti hanno suggerito forme di occupazione degli istituti e di spazi diversi ("perché non bloccare un'autostrada? Siamo di fronte alla distruzione della scuola italiana", ha detto un docente), altri hanno parlato di catene umane dalle scuole alla direzione regionale del Miur, giornate di autogestione, lettere aperte ai genitori. All'incontro è stata anche presentata la mozione del collegio docenti del liceo scientifico Galileo Ferraris, che ha indetto un'assemblea aperta a studenti e genitori domani alle 17,30, presso il liceo Alfieri, corso Dante 80 (anche l'Alfieri ha bloccato le adozioni). "Chi coprirà le supplenze? Con quali costi? Dove è il risparmio? Chi baderà ai ragazzi? Di chi sarà la responsabilità se si fanno male mentre sono lasciati soli? La riduzione drastica dei bidelli aggraverà ulteriormente il problema della sorveglianza", hanno scritto i professori. Ancora: "Il rapporto costruito con la classe spesso cesserà a ogni conclusione d'anno e all'inizio del successivo si perderà non meno di un mese per conoscere gli allievi e per capire a che punto sono nel programma. I docenti, già scoraggiati da un ministero che non li consulta neanche su questioni didattiche essenziali, non avranno neanche più l'unico piacere, e il giusto dovere, che era rimasto: seguire la crescita dei propri allievi". La mozione approvata al termine dell'assemblea di ieri pomeriggio invita il Miur a ritirare il decreto. Lunedì 26, alle 17, manifestazione davanti alla direzione regionale, in via Pietro Micca 20. Oggi alle 17, assemblea cittadina dei Cobas contro la riforma Moratti in corso Peschiera 193.

Maria Teresa Martinengo


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