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La Stampa-Settimana cortissima nelle scuole americane

ESPERIMENTO IN SEI STATI TRA QUALCHE PERPLESSITÀ: "I BILANCI CONTANO PIÙ DELL'ISTRUZIONE?" Settimana cortissima nelle scuole americane Dal lunedì al giovedì, per risparmiare sui costi. Una r...

19/08/2002
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La Stampa

ESPERIMENTO IN SEI STATI TRA QUALCHE PERPLESSITÀ: "I BILANCI CONTANO PIÙ DELL'ISTRUZIONE?"
Settimana cortissima nelle scuole americane
Dal lunedì al giovedì, per risparmiare sui costi. Una ricerca: tempi minori, risultati migliori

NEW YORK

Per fortuna è giovedì. Ecco che cosa si sentiranno dire molti genitori americani dai loro figli, a partire dalla ripresa del nuovo anno scolastico. Molti distretti, infatti, dovendo risparmiare, hanno stabilito che la soluzione migliore è la settimana cortissima: studio dal lunedì al giovedì, vacanza venerdì, sabato e domenica. Alla faccia della serietà e dell'etica del lavoro, sui cui gli Stati Uniti hanno costruito la propria fortuna. In questi giorni, circa 53 milioni di studenti americani stanno tornando nelle oltre 92 mila scuole pubbliche e in quelle private del Paese, per frequentare le classi dalle elementari al liceo. In sei Stati - Louisiana, Oregon, Colorado, New Mexico, Wyoming e South Dakota - andranno a lezione quattro giorni alla settimana, aggiungendo il venerdì o il lunedì libero al sabato e alla domenica. La maggior parte dei distretti che hanno adottato questa nuova politica si trovano in zone rurali, dove i ragazzi devono fare parecchia strada per raggiungere le scuole, ma l'esperimento pilota potrebbe estendersi presto al resto del Paese. Negli Stati Uniti l'istruzione non è centralizzata come in Italia, e quindi i singoli Stati, le singole contee e i singoli istituti hanno una grande autonomia nello stabilire i programmi e le modalità di lavoro. L'accorciamento della settimana scolastica ha una chiara motivazione economica, perché consente di risparmiare sui trasporti, gli insegnanti, i supplenti e vari altri costi. Ad esempio in South Dakota, uno Stato grande circa due terzi dell'Italia, ma con soli 740 mila abitanti, il distretto di Hot Springs conta di recuperare tra 250 mila e 400 mila dollari, riportando il sorriso ai responsabili dei bilanci. La scelta, però, viene motivata anche con ragioni accademiche. I sostenitori della settimana cortissima hanno studiato il problema e hanno scoperto che, secondo loro, diminuire il numero dei giorni fa aumentare la frequenza degli studenti e l'attenzione prestata in classe, riducendo la stanchezza e la conflittualità tra i ragazzi e con i professori. Il rendimento quindi cresce e la frustrazione scende. Gli allievi vanno più volentieri a scuola, e nel periodo ridotto si impegnano di più. Nello stesso tempo i programmi non soffrono troppo, perché il trucco è stato quello di aggiungere un'ora di lezione ai quattro giorni lavorativi della settimana. I ragazzi fanno quattro ore in più, che grosso modo corrispondono al giorno perduto. Il venerdì libero, poi, può essere utilizzato per attività ricreative comuni come lo sport, o anche per piccoli lavori part time. Chi mostra di avere difficoltà didattiche, invece, sarà condannato a seguire i corsi di ripetizione, giocandosi il giorno aggiuntivo di riposo. Un altro problema da risolvere, poi, è quello dei genitori che il venerdì lavorano, e quindi non possono occuparsi dei loro figli. Non tutti hanno applaudito l'iniziativa, considerando che il livello d'istruzione dei ragazzi americani sta calando, soprattutto nella scuola media e superiore. "E' davvero inusuale - ha detto Ruy Teixeira, della Think Tank Century Foundation - vedere gente che retrocede e decide di avere meno giorni di scuola. Non ho sentito molte persone serie sostenere che questa politica produce risultati accademici superiori, e quindi mi aspetto che fallisca". Ora toccherà ai ragazzi dimostrare che Teixeira ha torto, se il venerdì vogliono andare a giocare a pallone.
Paolo Mastrolilli


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