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La Stampa-Scuola, i sindacati frenano sulla riforma Moratti -La Cgil minaccia: "Ricorreremo alla Consulta"

SPIRAGLIO SUL CONTRATTO: "SI' AL PIANO DI INVESTIMENTI" Scuola, i sindacati frenano sulla riforma Moratti La Cgil minaccia: "Ricorreremo alla Consulta" ROMA Sul contratto della...

10/05/2002
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La Stampa

SPIRAGLIO SUL CONTRATTO: "SI' AL PIANO DI INVESTIMENTI"
Scuola, i sindacati frenano sulla riforma Moratti
La Cgil minaccia: "Ricorreremo alla Consulta"

ROMA

Sul contratto della scuola è possibile che si vada ad un accordo, ma sulla riforma per delega e - soprattutto - sull'eventualità che possa essere avviata già dal prossimo settembre, i sindacati raffreddano gli entusiasmi congiunti del ministro dell'Istruzione Letizia Moratti e della sottosegretaria Valentina Aprea, entrambe decise ad una svolta decisionista che apra subito le porte delle elementari anche ai bambini di cinque anni e mezzo. Le intenzioni dei sindacati ieri sono state espresse in due eventi separati: il primo è stato un incontro con la ministra Moratti sui temi del contratto; il secondo è stata l'audizione presso la commissione Istruzione del Senato che sta esaminando il ddl di riforma. Per quanto attiene alla prima questione, i sindacati (Cgil, Cisl, Uil, più Snals e Gilda) hanno apprezzato l'"atto di indirizzo" del ministro Moratti all'Aran (l'agenzia per i rinnovi contrattuali del pubblico impiego) perché si avvii un "tavolo" per il comparto scuola, e positivamente hanno giudicato anche l'intento del governo per un piano pluriennale di investimenti sulla scuola da qui al 2005, si tratta di uno stanziamento di 8-10 miliardi di euro, ma è bene - secondo i sindacati - che di questa promessa ci sia traccia già dal prossimo dpef, altrimenti promessa era e promessa resta. Il ministero ha comunicato la sua soddisfazione per la riapertura del dialogo con i sindacati e ha aggiunto che il 20 maggio "partirà il tavolo tecnico permanente tra questi e il governo su tre questioni fondamentali: organici, piano pluriennale di investimenti e ricadute della riforma. Sarà quindi avviato un monitoraggio sui casi critici, segnalati dai sindacati di categoria riguardo alla carenza di organici in regioni come Veneto e Lombardia". Sulla riforma invece, ora in discussione in Commissione al Senato, gli umori sono più vari e articolati. Il segretario della Cgil scuola, Enrico Panini non esita a definire il ricorso alla delega "incostituzionale", ipotizza un ricorso alla Consulta e annuncia di aver raccolto 200 mila firme per bloccare l'iter parlamentare del provvedimento. Anche Daniela Colturani, leader della Cisl, ritiene che "partire con la riforma da settembre sia un azzardo perché si deve dare tempo alle scuole di agire e alle famiglie di capire". "C'è tensione nel mondo della scuola, i docenti stanno seguendo il dibattito politico non da protagonisti" lamenta a sua volta il segretario della Uil, Massimo Di Menna secondo il quale è "meglio far partire la riforma dall'anno scolastico 2003-2004. Non si può sapere a luglio cosa deve succedere a settembre". "Fortissimamente contraria" all'anticipo sulle iscrizioni e "decisamente contraria" allo strumento della legge delega si conferma infine la Gilda degli insegnanti. "Preferiremmo che quella di riforma fosse una legge - ha detto il vicesegretario dello Snals Achille Massenti - ma se dovesse restare la delega chiediamo che siano introdotte soluzioni e certezze in merito al tempo-scuola e alla dimensione nazionale dello stato giuridico-economico del personale". In tutt'altra direzione si muove l'Apef (l'associazione professionale europea della formazione): "Sono certamente necessarie alcune modifiche all'attuale testo di legge di riforma - ha commentato il presidente Sandro Gigliotti - ma ritengo che, dal punto di vista dell'interesse generale, è opportuno che il Parlamento licenzi il testo per consentire in tempi rapidi l'attivazione dei decreti operativi". Su una posizione di rifiuto radicale della riforma Moratti si pongono invece gli insegnanti che aderiscono all'associazione "Manifesto dei 500" e che ieri hanno visto i sindacati dopo aver incontrato i partiti. Forti di quasi 10 mila firme, hanno chiesto il "blocco totale" del ddl Moratti in quanto comporterebbe, tra l'altro, "l'abolizione del tempo pieno, l'eliminazione di intere materie che diventerebbero facoltative, la creazione di insegnanti di serie "A" (titolari sulla classe, incaricati di coordinare) e di insegnanti di serie "B" (titolari di spezzoni di orario su diverse classi e scuole); la deregolamentazione dell'età di ingresso dei bambini nella scuola".
Raffaello Masci


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