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La Stampa-professori in piazza: presto nuove iniziative

professori in piazza: presto nuove iniziative "Siamo un movimento di base, non abbiamo striscioni. Ma ci organizzeremo". Per il filosofo Gianni Vattimo, la manifestazione dei 200 docenti univ...

15/02/2002
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La Stampa

professori in piazza: presto nuove iniziative

"Siamo un movimento di base, non abbiamo striscioni. Ma ci organizzeremo". Per il filosofo Gianni Vattimo, la manifestazione dei 200 docenti universitari che ieri mattina hanno marciato sotto gli ombrelli da piazza Carlo Felice al Tribunale è solo l'inizio di un impegno civile che proseguirà nel tempo: una protesta magari poco strutturata - un solo megafono e guasto, facoltà scientifiche raggiunte solo lunedì per e-mail - ma comunque riuscita, contro la politica del governo Berlusconi su giustizia, informazione, istruzione, immigrazione, lavoro. Riuscita soprattutto perché in piazza non sono scesi solo i "professori dell'Ulivo". "L'80% dei colleghi che sono qui li incontri solo ai consigli di facoltà o di dipartimento", spiegava (con preghiera di anonimato) un docente "impegnato" di Palazzo Nuovo. Comunque, è stata una partecipazione trasversale alle facoltà a premiare l'iniziativa promossa da Nicola Tranfaglia, Vattimo e Franco Marenco: da Conte a Beccaria, da Fubini a Jocteau, da Agosti a Sciuto, da Coluccia a Bagnasco (il semiologo Caprettini, invece, ha preso le distanze: "Pur non essendo di destra, non mi sento parte dell'intellighentia di sinistra". Con i docenti, anche gli studenti aderenti all'associazione "Altera". Gli umori? Sergio Chiarloni, giurista: "Siamo qui a difendere lo stato di diritto così come l'abbiamo conosciuto in 50 anni di costituzione repubblicana". Paride Rugafiori (Storia Contemporanea): "Giustizia, assetto dell'informazione, depenalizzazione del falso in bilancio, rogatorie: tenuto conto degli interessi rappresentati da Berlusconi, le critiche non dovrebbero essere né di destra né di sinistra, ma di chi ha a cuore l'assetto costituzionale e democratico". Franco Sbarberi (Filosofia politica): "I "capi" dei primi decenni del `900, agli inizi non avevano tutti i poteri che Berlusconi ha oggi. Questa è un'anomalia che ci caratterizza anche rispetto ai regimi autoritari di ieri". Adele Monaci (Letteratura cristiana antica): "Occorre reagire, è in gioco il fondamento dello stato democratico". Sulla scalinata del Palazzo di Giustizia "Bruno Caccia" - i pilastri punteggiati di cartelli degli studenti con l'invito "Resistere, resistere, resistere" - Tranfaglia, Vattimo, Chiarloni, Mario Rey e lo studente Roberto Mastroianni sono stati accolti dal procuratore aggiunto presso il Tribunale, Maurizio Laudi, presidente dei magistrati piemontesi. A lui la delegazione ha consegnato l'"Appello agli italiani liberi e democratici" e le mille adesioni raccolte finora tra i docenti, il personale tecnico e gli studenti dell'Università. "A Laudi e alla dottoressa Teresa Benvenuti, della giunta dell'Anm, abbiamo riferito preoccupazioni che loro hanno detto di condividere, a cominciare dalla riduzione del Csm da 30 a 21 membri, dalla legge delega sulla giustizia che il governo presenterà a giorni", ha spiegato al termine dell'incontro il professor Tranfaglia. "Ci hanno detto che continueranno a difendere l'autonomia e l'indipendenza della magistratura, e apprezzano che noi non intendiamo questi valori come solo dei magistrati, ma di tutta la società". La delegazione ha poi fatto visita al presidente dell'Ordine degli Avvocati, Antonio Rossomando. "Gli avvocati ritengono un loro dovere difendere l'autonomia e l'indipendenza della magistratura perché senza non c'è giustizia: manca il principio di legalità che è il potere dei "senza potere", di chi non ha risorse e privilegi". E sono ormai 120 le adesioni di avvocati piemontesi all'appello a tutela dello stato di diritto e ai principi costituzionali. "Non possiamo essere rappresentati - ha detto l'avvocato Vincenzo Enrichens - da organismi appiattiti sulle posizioni della Casa delle Libertà. Tra gli avvocati si va sviluppando una critica ferma a provvedimenti legislativi e amministrativi di questo governo: dalle rogatorie all'emarginazione dei magistrati "scomodi"".


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