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La Stampa-OPPOSIZIONE: LA NUOVA LEGGE SULLA SCUOLA È SBAGLIATA E INGIUSTA

OPPOSIZIONE: LA NUOVA LEGGE SULLA SCUOLA È SBAGLIATA E INGIUSTA Berlusconi: troveremo i soldi per la riforma "La Moratti era contenta, ha telefonato al marito e l'ha chiamato amore" 13/3/2003...

13/03/2003
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La Stampa

OPPOSIZIONE: LA NUOVA LEGGE SULLA SCUOLA È SBAGLIATA E INGIUSTA
Berlusconi: troveremo i soldi per la riforma
"La Moratti era contenta, ha telefonato al marito e l'ha chiamato amore"

13/3/2003

ROMA

Appena due ore dopo l'approvazione da parte del Senato della riforma organica della scuola italiana, Silvio Berlusconi è comparso nella sala stampa di Palazzo Chigi e ha fatto di tutto per mostrarsi "particolarmente soddisfatto": il Presidente del Consiglio ha in gran parte resistito alle domande su altri argomenti ("Parliamo soltanto di scuola, ragazzi, altrimenti non fate il titolo...") e poi ha riempito di gentilezze il ministro dell'Istruzione Letizia Moratti, seduta al fianco del Presidente: "Poco fa - racconta Berlusconi - era così contenta per l'approvazione della riforma che ha telefonato al marito e l'ha chiamato "amore"". Berlusconi ha spiegato di essere compiaciuto soprattutto per un motivo: "Sono soddisfatto perché si tratta della prima riforma organica della scuola italiana, dopo 80 anni e cioè dalla riforma Gentile del 1923: finora erano state fatte soltanto riforme parziali e ben 34 tentativi di riforma falliti". Orgoglio legittimo quello del presidente del Consiglio. Ma anche la riforma Berlinguer del 1999, almeno sulla carta, poteva fregiarsi della stessa prerogativa di prima riforma organica della scuola italiana dopo l'intervento complessivo varato dal governo Mussolini nel 1923: infatti anche quattro anni fa entrambi i rami del Parlamento avevano approvato la riforma voluta dal governo dell'Ulivo, anche se successivamente non furono varati i decreti applicativi e dunque non se ne fece più nulla. La riforma Moratti, sulla carta, è nelle stesse condizioni: approvata ieri mattina dal Senato in via definitiva (146 sì, 101 no, 2 astenuti) è immediatamente operativa, anche se lo sarà in modo graduale, come d'altra parte ha spiegato lo stesso Berlusconi: "Noi intendiamo applicare la riforma e la applicheremo gradualmente e compatibilmente con le possibilità di bilancio, tenendo conto del Pil e dei parametri di Maastricht, che non ci danno una capacità di spesa illimitata". Ma Berlusconi ha pubblicamente preso un impegno con il ministro Moratti: "Garantisco la mia pressione sul ministro dell'Economia Tremonti per garantire i fondi promessi, con un occhio sempre all'andamento globale dell'economia". Il Presidente del Consiglio ha tenuto a sottolineare che quella della scuola è "una delle 24 riforme che abbiamo presentato agli italiani", ha sostenuto che altri Stati hanno impiegato "decenni per ammodernare il sistema di istruzione"; che "non c'è nulla di più importante della formazione" e che "tutte e tre le "i" (informatica, inglese e imprese) sono state rispettate nei programmi". E per rendere comprensibile a chiunque uno degli effetti della riforma - la possibilità di trasferirsi in qualsiasi momento da un tipo di scuola all'altro - Berlusconi ha sciorinato una delle sue battute: "Se la bionda più carina è nell'altra classe, il passaggio si può fare...". Chi non l'ha presa in modo scherzoso è stata l'opposizione: giudizio drastico quello del presidente dei senatori Ds Gavino Angius: "Consideriamo questa legge sbagliata, ingiusta, iniqua, un attacco alla scuola pubblica". Argomentato il no di Albertina Soliani, relatrice di minoranza al Senato: "Tre meno per una riforma di facciata: non c'è un euro per l'attuazione della legge, ci saranno meno insegnanti, dall'anno prossimo quasi 8500, e meno diritti perché a partire da settembre i ragazzi che finiscono la scuola media non saranno più obbligati a proseguire il loro percorso di istruzione". E Giovanni Manzini, della Margherita: "Senza soldi nessuna riforma è possibile e Berlusconi con la solita maestria ha assicurato che troverà i soldi, senza spiegare come e dove" Ma il no più corposo alla riforma si prepara a pronunciarlo la Cgil che, già da tempo, sta lavorando alla più grande manifestazione a favore della scuola pubblica mai organizzata in Italia: il 12 aprile infatti si ritroveranno a Roma insegnanti, studenti e genitori e per questo appuntamento la Cgil ha intenzione di produrre una mobilitazione speciale. Tanto è vero che Enrico Panini, segretario nazionale della Cgil-scuola, usa una aggettivazione particolarmente impegnativa nel preannunciare "una grandiosa manifestazione" che si concluderà in piazza San Giovanni. Sulla riforma Moratti lapidario il giudizio dei Cobas della scuola: "Oggi è una giornata di lutto per la scuola pubblica italiana", ha sostenuto il portavoce Piero Bernocchi. Resta intanto confermato lo sciopero generale della scuola proclamato da Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda per sollecitare la chiusura del rinnovo contrattuale. Di tenore opposto il giudizio espresso da Confindustria: "E' una delle più importanti riforme per dare competitività e qualità allo sviluppo che vogliamo costruire in Europa e in Italia - dice il presidente Antonio D'Amato - Abbiamo bisogno di giovani più preparati, in grado di entrare con consapevolezza nel mondo del lavoro e questa riforma mette la persona al centro del processo formativo".

Fabio Martini


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