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La Stampa-Il governo stringe sui contratti pubblici

DOMANI INCONTRO CON I SINDACATI CHE RESTANO SCETTICI: "DOVE TROVANO I FONDI?" Il governo stringe sui contratti pubblici "Una tantum" da 750 euro per l'intesa 18/2/2003 ROMA A un passo...

18/02/2003
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La Stampa

DOMANI INCONTRO CON I SINDACATI CHE RESTANO SCETTICI: "DOVE TROVANO I FONDI?"
Il governo stringe sui contratti pubblici "Una tantum" da 750 euro per l'intesa

18/2/2003

ROMA

A un passo dall'intesa per i contratti dei dipendenti pubblici? Dal governo si lanciano segnali distensivi, in vista dell'incontro di domani sul comparto dei dipendenti dei ministeri all'Aran (l'agenzia contrattuale dell'Esecutivo), che potrebbe essere segnare una svolta nella vertenza, che va avanti con fatica da moltissimi mesi. I sindacati di categoria però esprimono scetticismo sulle aperture dell'Esecutivo, che prevedono aumenti salariali pari all'inflazione e una consistente "una tantum" per il periodo pregresso. Da Milano, ieri il ministro della Funzione pubblica Luigi Mazzella ha espresso l'augurio che dopo l'incontro di domani si possa annunciare "la buona notizia, almeno per quanto riguarda la prima tappa che è il comparto dei ministeri". C'è però un problema ancora aperto: "quello del reperimento tecnico delle risorse. L'Aran è stata incaricata di risolverlo. Dopodiché - conclude Mazzella - non ci sono altre questioni di carattere concettuale". Va da sé che una intesa per i ministeriali aprirebbe la strada a una soluzione positiva anche per gli altri settori del pubblico impiego coinvolti nei rinnovi contrattuali: scuola, vigili del fuoco, parastato, enti locali, sanità, università, enti di ricerca. Secondo le anticipazioni de il Messaggero, il governo e l'Aran avrebbero già messo a punto una proposta complessiva da sottoporre ai sindacalisti sulla parte economica, mentre ci sarebbe ancora qualche problema da risolvere sulla parte normativa, a cominciare dall'orario di lavoro. In primo luogo, si prevede una indennità "una tantum" per sanare il lungo periodo in cui la trattativa è andata avanti a contratti scaduti: si parla di 750 euro lordi per dipendente pubblico. Quanto agli aumenti salariali in busta paga, invece, secondo il quotidiano romano l'Esecutivo pensa a un incremento medio mensile (sempre al lordo) di 102-103 euro, che parametrato sulle retribuzioni contrattuali delle diverse categorie significherà un po' meno di 100 e negli enti locali, e un po' più di 260 per i dirigenti medici. Infine, le risorse per i contratti integrativi, destinati a progetti per il miglioramento dell'efficienza e della produttività nelle singole strutture pubbliche. A dire del sottosegretario alla Funzione Pubblica Learco Saporito, delle due l'una: se si vuole un pieno recupero dell'inflazione, bisogna sacrificare le risorse per gli integrativi. Ieri i commenti - molto critici - dei sindacati a queste indiscrezioni e alle dichiarazioni di Saporito. In una nota unitaria, i sindacati di categoria di Cgil-Cisl-Uil definiscono "bizzarro" l'invito del sottosegretario a dirottare tutte le risorse sul recupero della perdita di potere d'acquisto, che in pratica sarebbe del tutto annullata, cancellando però la contrattazione decentrata. E a proposito della ipotizzata "una tantum" Fp-Cgil, Cisl-Fps e Uil-Fpl si dicono "ovviamente stupite dal fatto che si sia raggiunto un accordo in nostra assenza. Ma se risulterà che così non è invitiamo il governo ad un po' di serietà e di coerenza". Particolarmente caustico è il leader della Fps-Cisl Rino Tarelli: "Ma quale "una tantum"? Come fa il governo, che non ha nemmeno i soldi per il rinnovo del contratto, a darci l'una tantum?". Il sottosegretario Saporito, comunque, smentisce, e nega di aver proposto l'azzeramento delle risorse per gli integrativi. Domani, al tavolo negoziale, saranno sciolti tutti i dubbi. E sembra esserci un avvicinamento tra le parti anche per il contratto del comparto ferrovie (100.000 dipendenti), il cui negoziato si trascina da ben tre anni. Da mercoledì scorso tra sindacati e parti datoriali (Confindustria e Fs) è in corso una no-stop, con l'obiettivo di dare una svolta in settimana. Su alcuni punti una intesa di massima sembra essere stata già raggiunta, come la prevalenza della tipologia del contratto a tempo indeterminato, e un limite al 10% del totale delle assunzioni a termine. Ma i nodi veri - orario di lavoro e parte economica - non sono ancora stati affrontati, e molti osservatori scommettono sul fatto che serviranno ancora diversi giorni di trattativa per trovare la quadratura del cerchio.


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