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La Stampa: Corsa contro il tempo per il nodo dei concorsi

L’obiettivo finale è garantire la pubblicazione del testo finale nella Gazzetta Ufficiale di lunedì, giorno di scadenza delle domande per i concorsi già banditi

08/11/2008
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La Stampa

FLAVIA AMABILE

ROMA

Per tutta la giornata di ieri al ministero della Pubblica Istruzione si è assistito a una corsa contro il tempo per mettere a punto la versione definitiva del testo del decreto che ancora aveva bisogno degli ultimi aggiustamenti, da un lato per inserire il compromesso raggiunto sul meccanismo di formazione delle commissioni d’esame dei concorsi, dall’altro per recepire i richiami del ministro dell’Economia Giulio Tremonti che voleva capire fino a che punto era garantita la copertura delle assunzioni per i precari.

L’obiettivo finale è garantire la pubblicazione del testo finale nella Gazzetta Ufficiale di lunedì, giorno di scadenza delle domande per i concorsi già banditi e quindi per evitare di far arenare le nuove norme previste dal decreto sotto una pioggia di ricorsi.

Fin dalle prime ore del mattino infatti dal ministero sono partite a raffica telefonate ai rettorati degli atenei di tutta Italia per spiegare che cosa stava accadendo e per stringere con loro una sorta di patto d’onore. Accordo che i rettori non hanno avuto difficoltà a sottoscrivere visto che due giorni prima sul regolamento delle commissioni per i concorsi il governo aveva accolto le loro richieste. E dunque hanno promesso: nessun ricorso.

Il nodo delle commissioni dei concorsi rappresenta un punto dolente del decreto. Anche Valentina Aprea, presidente della commissione Istruzione della Camera che si dice soddisfatta della riforma che sul meccanismo di formazione delle commissioni di concorso rappresenta «un primo forte segnale verso il mondo dell’università che non si rassegna a subire», non esclude che alla fine della discussione sul disegno di legge non si possa arrivare «ad una soluzione ancora più coraggiosa e trasparente per quel che riguarda le commissioni dei concorsi».

A questo punto non resta che aspettare la pubblicazione del decreto che ieri ha incassato il via libera degli enti di ricerca e anche in parte del Pd. Perché se c’è Pierluigi Mantini che giudica positive le norme approvate due giorni fa, c’è Rosa Calipari che sottolinea come «il Sud sia il bancomat del governo», riferendosi alla copertura reperita in parte attraverso il Fas, il fondo per le aree sottoutilizzate.

E c’è Stefano Ceccanti che lamenta come «ancora una volta il consiglio dei ministri licenzi un testo che non è completo». Molto critico Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil: «Allentare il blocco del turn-over non avrà effetti concreti perché sono esclusi gli atenei che hanno una spesa di personale che supera il 90% del finanziamento per cui il blocco è totale. E anche finanziare gli atenei migliori serve a poco visto che tra i criteri della distribuzione c’è la soppressione dei corsi e la riduzione delle sedi premiando chi ha inutilmente moltiplicato l’offerta».

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