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La Stampa-Contestata la cattedra a 18 ore "Qualità della scuola in pericolo"

UN'ASSEMBLEA GIOVEDÌ ALL'AVOGADRO Contestata la cattedra a 18 ore "Qualità della scuola in pericolo" 6/5/2003 Un'assemblea, giovedì ore 16,30 all'Itis Avogadro, e il diffondersi dello ...

06/05/2003
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La Stampa

UN'ASSEMBLEA GIOVEDÌ ALL'AVOGADRO
Contestata la cattedra a 18 ore "Qualità della scuola in pericolo"

6/5/2003

Un'assemblea, giovedì ore 16,30 all'Itis Avogadro, e il diffondersi dello "sciopero" dell'adozione dei libri di testo. Tutto questo contro le cattedre a 18 ore di insegnamento frontale, contro i tagli. L'assemblea, cui aderiscono l'Avogadro, gli Itc Russell-Moro, Luxemburg, Erasmo da Rotterdam, Sraffa, l'Istituto d'Arte Passoni, gli Itis Peano, Bodoni e Porro, i licei scientifici Volta, Copernico e Einstein, è stata organizzata - com'è scritto nella lettera aperta a lavoratori, genitori e studenti - perché "la riconduzione delle cattedre a 18 ore, imposta in base a una logica puramente contabile, sta producendo guasti che diverranno permanenti in particolare alle superiori. Sono in gioco continuità didattica, collegialità, occupazione, professionalità, libertà di scelta dei libri di testo, programmazione: la qualità della scuola, la dignità del lavoro". In tema di occupazione, i primi a rischiare sono i precari, anche ai primi posti delle graduatorie. Al centro dell'attenzione ci sono poi la cancellazione di progetti di recupero, l'apertura delle biblioteche scolastiche (i docenti la curavano nelle ore 'a disposizione'), le sostituzioni dei colleghi in malattia (il supplente può essere chiamato solo con assenze di almeno 15 giorni). "La parola che racchiude tutto è 'qualità'. Ma bisogna spiegare che per arrivare a 18 ore, io che faccio italiano e storia - spiega Gino Giove, docente allo Sraffa di Orbassano, esponente del sindacato di base Cub - posso ritrovarmi a fare 3 ore di italiano in sei classi o due ore di storia in nove". Una situazione che, secondo Giove, porterà i presidi a non riuscire a fare i consigli di classe. "Tra l'altro, certi dirigenti non hanno capito che la Finanziaria dice di non creare soprannumerari. Nella mia scuola, per esempio, si perdono 3 cattedre di ruolo. Che vanno restituite". Contro tutto questo allo Sraffa e al Bodoni si è deciso di non procedere all'adozione dei libri di testo. In altri istituti - come il Russell, l'Erasmo e il Vittone - se ne sta discutendo. I tagli alle classi. All'Itcg Vittone di Chieri, per esempio, di due terze si farà una quarta di 25 allievi con due disabili gravi. E i docenti sono sul piede di guerra. "Si creano condizioni drammatiche per tutti". Allo Sraffa 9 disabili verranno inseriti in 5 prime. La situazione viene considerata critica in genere. Per il preside dell'Avogadro, Giulio Cesare Rattazzi, "la continuità didattica diventa un lusso proibito. Però - osserva - ci sono ancora margini di trattativa. L'Asapi, l'associazione delle scuole autonome piemontesi, ha scritto il suo disagio alla Drezione regionale del Miur". Per l'assessore al Sistema Educativo della Provincia, Gianni Oliva, "non è possibile che la scuola stia zitta di fronte a un provvedimento, quello delle 18 ore". Oliva, che è preside al liceo Alfieri osserva: "Nella mia scuola i ragazzi cambierebbero insegnante di inglese ogni anno. Si parla di riforma Moratti, ma questa è la riforma Tremonti". Il dottor Paolo Jennaco, vice direttore regionale dell'Istruzione, è convinto che la situazione andrà a regime in maniera soddisfacente: "I tagli di quest'anno sono stati pianificati dalla Finanziaria di due anni fa e sono inferiori a quelli del 2002. Noi dobbiamo assicurare il servizio, la qualità delle risorse, non la quantità". Aggiunge: "Non risultano situazioni critiche come quella di Chieri. Di tagli ce ne sono stati, ma in parte sono stati recuperati. Abbiamo appena chiuso l'organico di diritto delle superiori: con l'organico di fatto, ci saranno altri aggiustamenti".


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