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La Nuova Ferrara-Il nostro compito tra confusione e difficoltà

L'INSEGNANTE DI RUOLO "Il nostro compito tra confusione e difficoltà E i nuovi orientamenti penalizzano i giovani" Gianluigi Orsoni insegna italiano e storia all'istituto per l'agricoltur...

26/03/2003
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Nuova Ferrara

L'INSEGNANTE DI RUOLO
"Il nostro compito tra confusione e difficoltà
E i nuovi orientamenti penalizzano i giovani"

Gianluigi Orsoni insegna italiano e storia all'istituto per l'agricoltura "Navarra" di Ostellato. Dodici anni fa è entrato di ruolo, dopo cinque di precariato.
È andato al corteo di Bologna?
"Sì, ero a Bologna. Avevo deciso da tempo di partecipare, ma l'inizio della guerra mi ha fornito una motivazione in più. Ho sfilato con la bandiera della pace, per far capire una volta per tutte che la guerra e la scuola sono quanto di più incompatibile si possa immaginare. La didattica della pace dovrebbe essere sempre presente, non solo in questi giorni".
È in discussione anche il contratto di lavoro. Qual è la condizione economica di un insegnante?
"Si procede per anzianità. Il mio primo stipendio di ruolo, nel 1991, era di circa 1.600.000 lire al mese; in dodici anni la mia retribuzione è cresciuta complessivamente di circa un milione".
Quali sono le difficoltà maggiori che un insegnante deve affrontare oggi?
"In questo momento soprattutto una grande confusione e nuovi carichi di lavoro, anche per le crescenti responsabilità che ci vengono attribuite dall'intera società. A questo però non corrisponde la volontà politica di riconoscere il valore dell'istruzione per tutti e l'importanza della nostra professionalità".
L'applicazione della cattedra a 18 ore che ripercussioni avrà?
"Ci sarà una contrazione di posti di lavoro destinata a penalizzare non solo i precari, ma anche i giovani entrati da poco di ruolo. La saturazione, inoltre, uccide i progetti dell'autonomia, perché non ci saranno più ore a disposizione per realizzarli. Ma potremmo andare anche oltre, perché è stata avanzata la richiesta, per ora soltanto la richiesta, di portare a 24 il numero di ore di lezione frontali a settimana per ciascuna cattedra. In questo caso un insegnante di ruolo dovrà prendere una classe in più. Questo, insieme all'aumento del numero di studenti per classe, avrà conseguenze facilmente immaginabili per l'occupazione. Senza contare che spesso gli accorpamenti di classi vengono decisi in modo disarmonico, mettendo insieme, magari in quarta, ragazzi che hanno alle spalle percorsi formativi molto diversi".
Cosa ne pensa della riforma Moratti?
"Sono contrario senza se e senza ma. È profondamente ingiusta. Prendiamo il "doppio percorso" con l'avviamento al lavoro: ai più sfortunati non offre alcuna possibilità di riscatto".


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