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La NAzione-Perugia-Di precariato si può anche morire

PERUGIA '#8212; Di precariato si può PERUGIA '#8212; Di precariato si può anche morire. Con il rischio di rimanere in graduatoria per oltre trent'anni, di essere supplente per tutta la vita a...

02/08/2003
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La Nazione

PERUGIA '#8212; Di precariato si può

PERUGIA '#8212; Di precariato si può anche morire. Con il rischio di rimanere in graduatoria per oltre trent'anni, di essere supplente per tutta la vita aspettando quella cattedra che alla fine non è mai arrivata. E' il caso dell'insegnante di Spoleto scomparso in questi giorni, mentre in Provveditorato uscivano le graduatorie e i sindacati compatti denunciavano i mali del precariato. Questo docente è morto senza la soddisfazione di una nomina, lasciandosi alle spalle una vedova con due figli da crescere, la beffa di una liquidazione e una pensione di reversibilità che purtroppo non le saranno mai riconosciute. E' un caso limite, ma in Umbria gli insegnanti bloccati nella gabbia del precariato sono circa 1800, molti di loro non sono più giovanissimi e c'è chi sfiora pure i 50. Non importa se si tratta di abilitati "storici" o "sissini" da 18 o 30 punti. Quella manciata di punteggi in più che li dividono, tolti e riassegnati a colpi di sentenze e improvvisazioni del momento, non fanno la differenza. ""Per risolvere il problema del precariato '#8212; dicono Cgil, Cisl, Uil scuola e Snals, mobilitati dopo il polverone di questi giorni '#8212; è necessario prima di tutto sbloccare le nomine. Sono due anni che in Umbria aspettiamo le immissioni in ruolo. Uno stop che ci ha fatto perdere 250 posti, e che va ad ingrossare le liste dei supplenti, intrappolati nel limbo del precariato da decine di anni".
Le quattro sigle sindacali insistono anche sul riconoscimento dei diritti di anzianità e di servizio. "E' l'unico criterio valido '#8212; osserva Giuliana Renelli, Cgil '#8212; per garantire il diritto all'insegnamento. Il disastro dei punteggi tra abilitati storici e sissini lo dimostra".
Parla di guerra tra poveri, Maurizio Maio, Snals. "I supplenti sono in un limbo senza fine, da qui la necessità di un atto normativo che faccia finalmente chiarezza". Secondo Maio andrebbe rivisto anche il meccanismo delle scuole di specializzazione, le Siss appunto. "Le specializzazioni '#8212; osservano anche gli altri sindacalisti '#8212; non tengono conto delle esigenze di mercato. Sono delle fiere dell'illusione che sfornano soltanto disoccupati.I docenti della scuola, come i sissini, non possono continuare a pagare per avere un titolo abilitante che alla lunga rischia di essere dannoso e inutile".
Ma la macchina dell'istruzione si sarebbe inceppata anche sul fronte della qualità. "La scuola '#8212; secondo Bruno Montesi, Uil '#8212; è in ostaggio del ministero delle finanze, con la Moratti commissariata da Tremonti. L'eccessivo ricorso al precariato, in Italia siamo circa sul 40 per cento, è uno dei fenomeni che sta abbassando ulteriormente la qualità della didattica e della formazione, da qui la necessità di sbloccare le graduatorie e creare nuovi posti in ruolo".
Anche dalla Cisl, Nerina Ponti auspica un decreto legge che faccia chiarezza una volta per tutte sulla complessa vicenda dei precari e come i colleghi ribadisce l'esigenza di immettere nella scuola più insegnanti a pieno titolo e meno supplenti.


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