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La lingua dei computer insegnata ai bimbi di 4.600 classi

Si parte già da quest’anno scolastico A ottobre la prima lezione in 200 aule

27/08/2014
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Corriere della sera

Fra i banchi per imparare (anche) a programmare. Palazzo Chigi prepara il lancio, a inizio settembre, del piano formativo «italia.code.org»: educazione iniziale all’informatica attraverso la piattaforma internazionale code.org, non nella versione originale però, ma tradotta e adattata al contesto italiano. E che sarà ribattezzata, appunto, «italia.code.org». Il governo Renzi prova insomma a competere con quello britannico, che dal 1° settembre porta nelle scuole d’Oltremanica corsi obbligatori di coding (il codice è il testo con cui si programma nei diversi linguaggi informatici) per i bambini dai 5 ai 16 anni. Apripista del coding in classe, un decennio fa, è stato Israele, seguito di recente da Nuova Zelanda, Germania, Australia e Danimarca.
Come quello voluto da David Cameron, anche il piano italiano si rivolgerà principalmente ai più piccoli, gli alunni delle scuole primarie. Ma interesserà poi anche le secondarie di primo e secondo grado.
E il timing, secondo quanto risulta in anteprima al Corriere , sarà serrato: tra settembre e ottobre partirà la sperimentazione pilota del percorso ridotto «Hour of Code», una lezione interattiva introduttiva di un’ora, in circa 200 istituti, con il lancio in grande stile durante l’EU Week of Code (11-17 ottobre). Poi, i corsi saranno estesi a tutte le scuole che desidereranno partecipare.
L’ambizione del governo è coinvolgere, nell’anno scolastico 2014/2015, il 30% delle scuole primarie (circa 4.600), completare il percorso ridotto in almeno il 15% delle classi delle scuole primarie e completare il percorso intero in almeno il 2% delle classi delle primarie (circa 310). Arrivare a interessare nel 2015/2016 il 35% delle scuole primarie (circa 5.400); e il 40% (circa 6.100) nel 2016/2017.
Alla base del piano, c’è un accordo fresco di firma tra il ministero dell’Istruzione dell’Università e Ricerca e il Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica (che ha la rappresentanza in Italia per code.org), guidato dal Professor Paolo Prinetto.
Come si svolgerà la formazione di bambini e ragazzi ai segreti degli algoritmi informatici? La collaborazione tra MIUR e CINI prevederebbe una classe sotto la guida di un docente o di un volontario coordinato dal Consorzio. O in coordinamento con enti locali o altri soggetti di supporto. Alla fine verrà comunque rilasciato all’allievo un attestato di frequenza da parte del Ministero.
Mentre il ministero lavora a mettere a punto gli ultimi dettagli della sua rivoluzione informatica per le scuole italiane (un tavolo tecnico dovrà anche individuare i meccanismi di incentivazione per le classi per raggiungeranno gli obiettivi di italia.code.org), anche la più vasta organizzazione non profit al mondo dedicata all’educazione economica dei giovani, Junior Achievement (nata nel 1919 negli Usa e sbarcata in Italia nel 2002), dopo aver insegnato economia e finanza personale a oltre 150 mila bambini e giovani dai 6 ai 19 anni nelle scuole, è pronta a partire con un nuovo progetto pilota di education che avrà per obiettivo proprio quello di insegnare ai più piccoli a programmare. Sviluppato in tandem con Credit Suisse (che da sei anni con Junior Achievement fa formazione finanziaria fra i banchi e che finanzierà il progetto attraverso la Foundation Emea del gruppo), il percorso coinvolgerà il target 9-13 anni: «Partiremo da 25-30 scuole a Milano e Provincia, e Roma, con l’obiettivo di espanderci in tutta Italia. Il target sono gli ultimi due anni delle elementari (10-11 anni)», spiega Lavinia Borea di Credit Suisse che siede nel board di Junior Achievement. «Dal nostro studio di fattibilità emerge che in Italia esistono già iniziative sul coding, ma non attraverso il canale scolastico, e in genere rivolte a ragazzi, non a bambini». Come Hackathon (LuissLab) o Codemotion (Statale di Milano). L’idea è invece quella di portare in aula, da settembre-ottobre, programmatori e dipendenti volontari del ramo Ict, per affiancare i docenti. In pratica, i dipendenti della banca (che hanno a disposizione il «Give a day», una giornata remunerata all’anno da dedicare ad attività filantropica) saranno ambasciatori e insegnanti dei primi rudimenti di coding nelle scuole di Milano e Roma.
Enrica Roddolo
 


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