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«L’ultima ruota del carro», lasciata a casa dopo 15 anni di precariato

L’assistente amministrativa a Messina, in attesa del ruolo, quest’anno non avrà neanche un incarico annuale: è la nona in graduatoria ma ci sono solo due posti

05/09/2014
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Corriere della sera

Valentina Santarpia

«Sono precaria da quattordici anni e quest’anno non lavorerò, mi hanno detto che non c’è più posto per me». La storia di Caterina D’arrigo, 48 anni, messinese, un marito e due figli di 23 e 18 anni, è di quelle senza lieto fine. «Sono stanca e amareggiata, non solo per me, che per fortuna ho un compagno e un sostegno, ma anche per tutti gli altri assistenti amministrativi come me. Altro che riforma della scuola, altro che stabilizzazione: noi siamo l’ultima ruota del carro, sempre dietro a tutti, e anche stavolta è così. Eppure senza di noi nessun professore, nessun dirigente scolastico, può far andare avanti la scuola». Caterina ha un diploma da ragioniera e una laurea in Storia della Religione, ma nei suoi anni di speranza ha visto solo passi indietro: «Siamo stati beffati e presi in giro, da tutti i governi: i collaboratori scolastici a fine carriera sono stati messi sul nostro ruolo, i tecnici non più utilizzabile nei laboratori hanno occupato i nostri posti, poi anche i docenti inidonei, ha deciso Monti, sono finiti nel calderone. E ogni volta le nostre posizioni sono peggiorate, piuttosto che migliorare. Fino a quest’anno: ero in attesa del solito incarico annuale, con inizio il 1° settembre e termine il 31 agosto, e invece è arrivata la doccia fredda: ci sono solo due posti a Messina, nessun incarico. Devo sperare in qualche supplenza temporanea, se mi va bene lavorerò due-tre mesi: manco in gravidanze posso sperare, siamo tutti più che adulti ormai. E poi sento i titoli dei telegiornali e mi viene una rabbia: altro che grande sanatoria, a noi Ata non ci pensa nessuno».

Ma c’è chi ce l’ha fatta

Il 27 agosto scorso la sua vita è cambiata: dopo dieci anni di attesa, Maurizio Tacconi, 49 anni, di Arezzo, ha saputo che il 1° settembre, tre giorni dopo, sarebbe stato assunto stabilmente nella segreteria scolastica, dopo dieci anni di attesa. «Con un diploma da perito industriale meccanico, fino a una decina di anni fa lavoravo come operaio specializzato in una ditta di manufatti di cemento. Poi ho fatto il salto: e ho cominciato con gli incarichi annuali nella scuola, non potevo fare il manovale a vita. Ma la precarietà è dura: ho chiesto un prestito e non me l’hanno concesso, con la mia compagna abbiamo anche rinunciato ad un figlio, non avendo la stabilità.Poi, qualche giorno fa, la bella notizia: finalmente lavorerò a tempo pieno, con uno stipendio di 1080 euro, compresi gli 80 euro di Renzi. La cosa che mi rende più felice? Che finalmente potrò sottopormi ad un intervento chirurgico al fegato molto delicato, per cui aspetto da tempo, senza avere il timore di perdere soldi e punteggio». 


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