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Il bimbo era salito su una seggiola

Milano, il volo dalle scale della scuola: 5 anni, è in condizioni disperate. Il racconto di una maestra

20/10/2019
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Corriere della sera

Milano, il volo dalle scale della scuola: 5 anni, è in condizioni disperate. Il racconto di una maestra

Gianni Santucci ,Elisabetta Andreis

Milano L’indagine è chiusa. A ventiquattr’ore di distanza dalla caduta di un bambino nella tromba delle scale della scuola elementare «Pirelli», periferia nord di Milano. Il piccolo, di cinque anni e dieci mesi, in coma, rimane ricoverato in condizioni disperate all’ospedale Niguarda. Ieri il nuovo sopralluogo dei carabinieri ha permesso di acquisire le verità decisive, che il Corriere è in grado di raccontare. A partire dalla deposizione di una maestra: «Ho sentito le urla e il trambusto. Mi sono avvicinata al ballatoio e alle scale. E lì, attaccata alla ringhiera di protezione, ho visto una sedia. Una sedia con le rotelle, la sedia che di solito si trova nella postazione della bidella al piano».

Questa testimonianza spiega come sia stato possibile che il bambino, un alunno di prima elementare, alto circa un metro e 15, abbia potuto scavalcare una ringhiera di protezione alta un metro e 4 centimetri, al secondo piano dell’istituto in via Goffredo da Bussero. Erano le 9.44 di venerdì. Quella sedia, sul quale il bambino si è arrampicato per poi sporgersi e precipitare (da un’altezza di tredici metri), pur se «di certo in buona fede», come hanno rimarcato gli investigatori, è stata spostata nei minuti successivi alla disgrazia. I carabinieri l’hanno ritrovata nel gabbiotto dei bidelli e messa sotto sequestro. Accertata la parte finale della sciagura, è stata anche cristallizzata la precedente catena di variabili, in una sequenza nella quale insegnanti e bidelli hanno sì fatto il proprio dovere, ma lasciando uno spazio di mancato controllo sul piccolo: saranno indagati e andranno a processo per l’omessa vigilanza.

Nella classe del bambino, venerdì, ci sono l’insegnante di inglese e quella di sostegno. Il bambino chiede di andare a far pipì. Non una, ma due volte. La maestra gli nega il permesso, anche in considerazione del fatto che, di lì a poco, ci sarà l’intervallo. Il bambino insiste e, dinanzi a una reale necessità, l’insegnante lo fa uscire dalla classe, sicura che in corridoio (e così effettivamente sarà), la bidella lo prenderà in custodia. La bidella: un volto storico della scuola, una donna amata e molto scrupolosa. Soltanto che, ed è successo raramente, da altre classi, sempre di prima elementare, due piccoli necessitano del gabinetto. La bidella li accompagna tutti e tre. Al primo che finisce, dice: «Torna subito in classe». Il bambino esce dal bagno, trova la sedia della bidella e pensa di usarla per guardare giù: rimane privo di protezione per un breve lasso temporale, tra i venti e i trenta secondi. La sedia ha le rotelle e non fa rumore: altrimenti, nel silenzio del corridoio, la bidella avrebbe potuto sentire il trascinamento e sarebbe uscita dal bagno a controllare.


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