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L'Avanti-Scuola, un taglio impossibile

Una Finanziaria punitiva che tiene conto solo del punto di vista del contenimento della spesa Scuola, un taglio impossibile Non bastano un bonus per le famiglie e il mercato a garantire un buon li...

29/10/2002
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Avanti!

Una Finanziaria punitiva che tiene conto solo del punto di vista del contenimento della spesa
Scuola, un taglio impossibile
Non bastano un bonus per le famiglie
e il mercato a garantire un buon livello di istruzione

Massimo Di Menna*

Un aspetto particolarmente negativo della legge finanziaria riguarda la scuola. In realtà il dibattito risulta abbastanza fuorviante.
Si affronta la tematica del contenimento della spesa e quindi l'istruzione, il sapere, il funzionamento delle scuole, le retribuzioni per insegnanti e personale, le strutture edilizie vengono considerate un costo piuttosto che un investimento.
Il nostro assetto economico e produttivo, la stessa collocazione nell'Europa, richiedono investimenti per modernizzare il sistema dell'istruzione e della formazione.
La vera competitività sarà determinata dal grado delle conoscenze, dai livelli di istruzione, da una formazione continua. Su tutto ciò l'Italia rischia ritardi. Vediamo nel merito le questioni.
La prima riguarda la esigenza di una solida cultura di base e quindi una buona scuola elementare e media che formi, orienti, rappresenti la vera opportunità democratica della inclusione sociale.
La seconda riguarda una vera integrazione tra istruzione e formazione professionale, la esigenza di favorire sia una formazione finalizzata ad opportunità di lavoro che la acquisizione di competenza e conoscenza di base in grado di favorire flessibilità e riconversione. La terza riguarda la professionalità docente e degli operatori amministrativi, tecnici e ausiliari, professionalità che va sostenuta, riconosciuta e valorizzata. La quarta le strutture sia edilizie che di supporto alla didattica. La quinta una solida scuola superiore che interagisca davvero con le Università per rafforzare la particolarità positiva del modello italiano.
Non vorrei sembrare "nostalgico" ma la bella concezione di una scuola per tutti che la cultura laica, azionista, socialista, degli anni sessanta, quella che con l'intelligente apporto di Tristano Codignola e del gruppo degli intellettuali socialisti e riformisti riuscì a far vivere, l'esperienza del primo centrosinistra con battaglie vinte, quella della scuola media unica e della scuola materna statale che hanno accompagnato lo sviluppo sociale e civile del nostro Paese, dovrebbe rappresentare un continuo riferimento.
Si tratta oggi di vincere la sfida della modernizzazione per una scuola del 2000, ma che sia ancora una scuola per tutti, i "nuovi tutti", che valorizzi e promuovi il merito e che sia di aiuto e di opportunità per i bisognosi.
L'inglese, il "governo" di internet, la capacità di comunicazione, l'ampliarsi dei saperi, il costruire percorsi che si basino su valori e modelli solidi, il formarsi di una coscienza critica che rende la persona libera, devono rappresentare le sfide di oggi.
Il modello della scuola è quello dell'autonomia, un'ottima legge ereditata dal centro sinistra, una riforma pur se in progres, solida che fa della scuola, (come previsto anche dalla nuova norma costituzionale) la rappresentanza dello stato in materia di offerta formativa. La scuola diviene ricerca, studio, formazione continua, integrazione con il territorio, garanzia del rispetto per le diverse realtà regionali. Occorre mantenere riferimenti certi nel complesso processo riformatore: scuola statale, come funzione dello stato, non servizio che si può privatizzare, e carattere nazionale, garanzia dell'unità nazionale.
Occorrerebbe una chiara opzione politica su questi aspetti. L'assetto dei cicli possono vedere diverse opzioni, anche utili nel nuovo modello bipolare. Purtroppo la quotidianità politica ci impone di affrontare tutto ciò da un lato con la inevitabile ristrettezza delle risorse, dall' altro in un contesto di eccessiva contrapposizione. Talvolta le piccole cose diventano oggetto di sconcerto titanico, che i cittadini non comprendono. Troppo spesso conservatorismo e massimalismo le fanno da padrone. Purtroppo il dibattito politico non ha più la scuola, l'istruzione come elementi centrali prioritari. In fondo la scuola non può essere argomento solo degli addetti ai lavori. Il disagio sociale, la complessità della società richiede che famiglia e scuola trovino stretta modalità di collaborazione. La via delle soluzioni non è facile, va perseguita, ma di certo non può essere il buono-scuola, un bonus per le famiglie ed il mercato dovrebbe garantire il successo. La questione è ben più seria e merita grande accortezza. Non a caso da tante legislature, dopo la riforma della scuola media unica e per una parte la riforma della scuola elementare, allo scontro politico non è seguita una riforma ampiamente condivisa e coinvolgente le coscienze, e in sostanza ogni volta si ricomincia determinando sfiducia.

*segretario generale Uil Scuola


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