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L'allarme di Save the children: un milione di bambini in più a rischio di povertà assoluta

Gli effetti della pandemia sui minori. Uno su dieci non è stato raggiunto dalla didattica a distanza. Senza scuola e sport il rischio è l'isolamento

13/05/2020
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la Repubblica

Come stanno bambini e ragazzi travolti anche loro dalla pandemia? Sono intrappolati dalla crisi economica - un milione di minori in Italia vive in stato di indigenza - e rischiano l'isolamento. L'allarme viene da Save the Children nel suo ultimo rapporto che accompagna il lancio della campagna "Riscriviamo il futuro", alla quale hanno aderito oltre cento nomi noti del mondo della cultura e dello spettacolo, della musica e del giornalismo, dell'impresa e dello sport, per sostenere il percorso educativo di bambini e adolescenti che vivono nei contesti più deprivati. L'obiettivo dell'Ong è quello di "contrastare da subito la perdita di apprendimento, provocata dalla prolungata chiusura delle scuole, e recuperare la motivazione allo studio, per scongiurare l'abbandono del percorso scolastico".

Il Rapporto contiene una rilevazione realizzata dall'Istituto di ricerca 40dB per Save the Children online dal 22 al 27 aprile, su un campione di 1.003 minori in età compresa tra otto e 17 anni, utilizzando un questionario volto ad osservare l'impatto delle restrizioni dovute all'emergenza sanitaria sui bambini e gli adolescenti italiani e spagnoli. L'indagine include un 39,9% del totale che è in condizioni di fragilità socio-economica anche a causa della crisi Covid19. Una fotografia della povertà educativa che si alimenta, in un circolo vizioso, con quella della crisi economica che ha impoverito ulteriormente le famiglie.

"Non possiamo permettere che l'epidemia in pochi mesi tolga ai bambini e agli adolescenti in Italia opportunità di crescita e sviluppo. Dobbiamo agire subito per non privarli del loro futuro" dichiara Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children Italia. Tre gli interventi suggeriti che riguardano la riduzione del gap di apprendimento causato dalla sospensione delle lezioni in classe, il sostegno necessario alle famiglie e alle scuole. "Per fronteggiare l'impatto della crisi, occorre avviare con urgenza e determinazione un Piano straordinario per l'infanzia e l'adolescenza, con particolare attenzione alle fasce più vulnerabili" incalza Raffaela Milano, direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the Children.

Un milione di bambini in più a rischio di povertà assoluta

Dei circa 9,5 milioni di lavoratori che nel mese di marzo non hanno potuto lavorare, 3,7 milioni vivono in famiglie monoreddito, di cui la metà con figli a carico, dove pertanto è venuta a mancare l'unica entrata economica. Un impatto travolgente per il quale, sottolinea il rapporto di Save the Children, un milione di bambini in più oggi rischiano di scivolare nella povertà assoluta, andandosi così ad aggiungere agli attuali 1,2 milioni di minori attualmente certificati in condizioni di povertà assoluta ed innalzando la percentuale dall'attuale 12% sino al 20%.
In particolare, l'indagine condotta dall'Organizzazione mostra come molto concrete siano state le conseguenze economiche del Covid-19 sulla vita delle famiglie: quasi la metà di tutte le famiglie con bambini tra gli otto e i 17 anni intervistate (44,7%) ha dovuto ridurre le spese alimentari e il consumo di carne e pesce (41,3%). Un dato ancora più allarmante se si considera che prima del lockdown il 41,3% delle famiglie più fragili beneficiava del servizio di mensa scolastica per i propri figli e per quasi tutti loro (40,3%) questo servizio era esente o quasi da pagamenti. Una famiglia su tre (32,7%) ha dovuto rimandare il pagamento delle bollette e una su quattro (26,3%) anche quello dell'affitto o del mutuo. Il 21,5% delle famiglie non ha potuto comprare medicinali necessari o ha dovuto rinunciare alle cure mediche necessarie per mancanza di soldi. Una famiglia su cinque ha dovuto ricorrere a prestiti economici da parte di familiari o amici e il 15,5% ha dovuto fare conto su aiuti alimentari.
Sempre secondo l'indagine, per le famiglie più fragili dal punto di vista socio-economico, gli aiuti da parte dello Stato sono quasi raddoppiati: era il 18,6% dei genitori a beneficiarne prima delle restrizioni dovute al Covid e il 32,3% durante il lockdown, dato che include il reddito di cittadinanza e altri supporti da parte di amministrazioni pubbliche.

La povertà educativa non solo al Sud

I livelli di povertà educativa con l'emergenza Covid-19 rischiano di estendersi dal Sud anche al resto d'Italia. E per tracciare tale rischio, Save the Children ha elaborato una serie di mappe del rischio educativo, con l'obiettivo di individuare quelle province italiane dove l'impatto socio-economico dell'emergenza in corso sui minori potrebbe essere ancora più grave. Se è soprattutto al sud che si concentrano le percentuali più elevate di studenti in condizioni di maggiore svantaggio socio-economico e culturale, con le province di Taranto, Napoli, Barletta-Andria-Trani che presentano percentuali superiori al 30%, da una delle mappe elaborate dall'Organizzazione spiccano anche alcune province del centro e del nord, come Prato con il 28% e Vercelli con il 24,4%.

Per quanto riguarda la copertura di asili nido e servizi per la prima infanzia, invece, se è vero che province come Caserta, Crotone e la città metropolitana di Reggio Calabria presentano percentuali inferiori al 2%, a fronte di una media nazionale del 13,5%, emergono tuttavia realtà, anche al Nord, ben al di sotto della media nazionale, come Treviso, Belluno, Sondrio e Lodi (che si attestano sotto il 10%) o la città metropolitana di Venezia, che supera di poco l'11%.

La scuola a distanza, ma non per tutti

La sfida della didattica a distanza ha acuito svantaggi e divari sociali e territoriali. Nel nostro Paese, secondo gli ultimi dati Istat a disposizione, più di quattro minori su dieci vivono in abitazioni sovraffollate, privi di spazi adeguati allo studio, e il 12,3% non ha un computer o un tablet in casa per seguire le lezioni a distanza, percentuale che arriva al 20% nel Mezzogiorno. Tra i bambini e ragazzi che invece possono disporre di questi strumenti, il 57% si vede costretto a condividerlo con gli altri componenti della famiglia. Solo il 30% dei ragazzi impegnati nella didattica a distanza, peraltro, presenta competenze digitali elevate ed idonee all'uso delle piattaforme online.
È in questo scenario di partenza che la didattica a distanza ha incontrato difficoltà oggettive che emergono dall'indagine sulle famiglie condotta da Save the Children: secondo i genitori in Italia la didattica a distanza ha peggiorato il ritmo scolastico dei figli nel 39,9% dei casi. In particolare, tra i genitori in maggiore difficoltà socio-economica in Italia molti sono quelli che vorrebbero un aiuto più consistente da parte degli insegnanti (72,4%) e un accesso più semplice alla didattica a distanza (71,5%) perché ritengono le attività scolastiche più pesanti per i loro figli (63,4%), difficili (53,9%), eccessive (46,7%).

Circa un genitore su 20 ha paura che i figli debbano ripetere l'anno o che possano lasciare la scuola, tassi che tra le famiglie in maggiori difficoltà economica, passano rispettivamente a quasi uno su dieci e uno su 12. Sei genitori su dieci (60,3%) ritengono che i propri figli avranno bisogno di supporto quando torneranno a scuola data la perdita di apprendimento degli ultimi mesi
Ascoltando la voce dei bambini e ragazzi, dall'indagine di Save the Children emerge che un bambino su cinque, in questi mesi di isolamento in casa e di didattica a distanza, ha maggiori difficoltà nel fare i compiti e il 22,4%, tra quelli che vivono in contesti familiari con deprivazioni socio-economiche, ritiene di avere bisogno di maggiore supporto perché non si sente sicuro nelle materie scolastiche. Inoltre, tra i minori tra gli otto e gli 11 anni, quasi uno su dieci non fa lezione mai o meno di una volta alla settimana, percentuale che si abbassa al 3% per gli studenti 12-14 anni e all'1,3% per i ragazzi tra i 15 e i 17 anni, a testimonianza del fatto di come la didattica a distanza sia un ostacolo soprattutto per i più piccoli.

La mancanza di opportunità extra scolastiche, l'impossibilità di fare sport, attività artistiche e di uscire con i propri coetanei, inoltre, rinchiude sempre di più bambini e ragazzi in un isolamento sociale: la metà dei ragazzi intervistati (51%), infatti, preferisce svagarsi navigando su internet, il 37% stando sui social e il 18% giocando online con persone che non conosce.


Il manifesto "Riscriviamo il futuro"

"Bisogna agire in fretta, proteggere bambine, bambini e adolescenti dalla deprivazione economica e dalla povertà educativa. In un momento così difficile, non bisogna lasciare indietro nessuno. E ognuno deve impegnarsi perché ciò non accada". Questo l'appello del Manifesto della campagna Riscriviamo il futuro lanciata da Save the Children.

Tra i primi firmatari: Stefano Accorsi, Andrea Agnelli, Giovanni Allevi, Niccolò Ammaniti, Corrado Augias, Luca Barbarossa, Jean Cristophe Babin, Pierluigi Battista, Stefano Benni, Fabio Benasso, Stefano Beraldo, Lorenzo Bini Smaghi, Mario Biondi, Gianrico Carofiglio, Gino Castaldo, Simonetta Cavalli, Paola Cortellesi, Mariangela D'Abbraccio, Marco De Benedetti, Ferruccio De Bortoli, Erri De Luca, Diego De Silva, Diego Della Valle, Andrea Delogu, Paolo Di Paolo, Stefano Domenicali, Elisa, Lapo Elkann, Asunta Enrile, Pierfrancesco Favino, Isabella Ferrari, Giovanni Ferrero, Tiziano Ferro, Corrado Formigli, Andrea Gavosto, Enrico Giovannini, Cristiano Gori, Riccardo Iacona, Helena Janeczeck, Anna Kanakis, Gad Lerner, Franco Lorenzoni, Dacia Maraini, Margaret Mazzantini, Laura Pausini, Marco Rossi Doria, Marco Sala, Gabriele Salvatores, Chiara Saraceno, Michele Scannavini, Syria, Silvio Ursini, Giorgio Van Straten, Sandro Veronesi, Andrea Vianello.


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