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kataweb-Scuole dell'UE tra conflitti e polemiche

Scuole dell'UE tra conflitti e polemiche di Pino Patroncini Cgil Scuola Siamo a circa un mese dall'inizio dell'anno scolastico più o meno in tutti paesi dell'Unione Europea e le situazioni che...

15/10/2002
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Scuole dell'UE tra conflitti e polemiche

di Pino Patroncini Cgil Scuola

Siamo a circa un mese dall'inizio dell'anno scolastico più o meno in tutti paesi dell'Unione Europea e le situazioni che si vanno delineando in termini di conflittualità tra i ministeri dell'istruzione da una parte e gli insegnanti e le loro organizzazioni sindacali dall'altra sembrano essere identiche a quella a cui assistiamo in Italia. Da noi l'accavallarsi di misure adottate o ventilate nei progetti di riforma o nella finanziaria, gli atti di taglio degli organici o di blocco delle assunzioni in ruolo, la mancanza di risorse per il rinnovo contrattuale non solo hanno dato ragione e conferma alla linea di netta opposizione già individuata dalla Cgil, che si concretizzerà nello sciopero generale del 18 ottobre, ma sembrano aver dato la sveglia anche agli altri sindacati, che hanno deciso di muoversi sulla data "concorrente" del 14. Il sindacalismo italiano però si trova in buona compagnia.

In Spagna uno sciopero generale della scuola è stato convocato per il 29 ottobre da cinque sindacati, tra cui le Comisiones Obreras e la Ugt, e tre organizzazioni studentesche . Oggetto della contestazione è la Ley de Calidad, vale a dire la riforma degli studi che prevede a 12 anni la segregazione degli studenti in base ai risultati e la loro canalizzazione verso ipotetiche scelte future. I toni della protesta sono stati accentuati dal fatto che la legge non prevede un impegno finanziario dello stato e lascia tutto l'onere alle amministrazioni delle comunità regionali, alle quali è stata devoluta la gestione scolastica. Mentre gli studenti liceali lamentano soprattutto l'introduzione di un esame finale che finora in Spagna non esisteva.

In Francia uno sciopero unitario di tutto il personale della scuola è indetto per il 17 ottobre dalle cinque organizzazioni più rappresentative del personale docente e non docente. Come in Italia ad attizzare il fuoco della protesta è l'intenzione del nuovo governo della destra moderata di congelare i posti promessi dal precedente ministero socialista e di tagliarne altri 3500. A nulla sono valse le rassicurazioni del ministro circa il fatto che la scure calerà soprattutto su sorveglianti ed aiuto-educatori, figure che al di là del nome, svolgono un po' il lavoro insostituibile che da noi svolgono i supplenti.

Persino nella placida e serena Olanda la costituzione della nuova coalizione tra i democristiani e la lista xenofoba di Pym Fortuyn, il candidato assassinato durante la campagna elettorale, non lascia dormire sonni tranquilli ai sindacalisti dell'AOb. Pym Fortuyn aveva sempre sostenuto che non erano necessari nuovi investimenti nella scuola, bensì un uso diverso delle risorse.

L'Inghilterra, la cui scuola era pure stata lambita a luglio dagli scioperi dei lavoratori comunali, categoria a cui appartengono amministrativi ed ausiliari, sembra essere meno attanagliata da questi problemi. Ma anche lì le polemiche non mancano. In circa 10.000 classi all'inizio dell'anno mancavano i docenti. La causa? Le rigide norme che impongono il controllo da parte della polizia del curriculum dei neoassunti, norme introdotte dopo la nota vicenda dell'assassinio di due bambine da parte di un'insegnante e di un bidello.
Ma le pagine settembrine dei quotidiani inglesi sono state soprattutto occupate dallo scandalo delle prove di esame alterate. In pratica è successo che per fare fronte alla polemiche circa la facilità dei nuovi esami di maturità riformati, all'insaputa di tutti, i "boards" addetti alla valutazione hanno ritoccato gli standard e abbassato i voti. E' stato di conseguenza impedito a molti studenti l'accesso alle università più prestigiose, ma è stato anche messo in discussione il prestigio di molte scuole. Di qui la sollevazione dei capi di istituto. Dopo un palleggio di responsabilità tra i "boards" e il Ministro dell'Educazione Estelle Morris, a farne le spese è stato il responsabile della "authority" per il curriculum, che si è dimesso. Le valutazioni saranno rifatte, ma ormai le iscrizioni alle università sono chiuse.


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