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Kataweb-Il difficile autunno della Moratti

Il difficile autunno della Moratti Tante questioni scottanti sul tavolo del ministro dell'Istruzione Moratti a poco meno di tre settimane dall'avvio del nuovo anno scolastico, la cui apertura, a...

21/08/2002
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Kataweb

Il difficile autunno della Moratti

Tante questioni scottanti sul tavolo
del ministro dell'Istruzione Moratti a poco meno di tre settimane dall'avvio del nuovo anno scolastico, la cui apertura, affermano i sindacati, si preannuncia 'incandescente'.
Non solo l'avvio della sperimentazione della riforma - che dovrebbe interessare alcune centinaia di scuole, con l'ingresso anticipato dei bambini che compiono 3 e 6 anni entro il 28 febbraio e la sperimentazione nelle prime elementari della figura del maestro prevalente e dell'insegnamento di inglese e informatica - che ha determinato una levata di scudi da parte di molte associazioni di docenti e genitori. Dal contratto degli insegnanti al concorso per i presidi, le questioni ancora aperte non mancano. Ed i sindacati annunciano battaglia.

Un milione di senza contratto

Non sono state ancora avviate le trattative per il rinnovo del contratto della scuola, che interessa circa un milione tra insegnanti e personale tecnico amministrativo (Ata). Si attende l'atto di indirizzo da parte del ministero della Funzione pubblica. Intanto, i sindacati hanno approvato definitivamente la piattaforma per il rinnovo contrattuale 2002-2005 e chiedono il rispetto degli impegni di investimenti aggiuntivi già annunciati dal governo per un totale di 19.000 miliardi di vecchie lire nel quinquennio. Tra i punti fondamentali della piattaforma, la richiesta dell'adeguamento delle retribuzioni degli insegnanti alle medie europee; un rafforzamento dell'autonomia scolastica e della contrattazione a livello dei singoli istituti; risorse finanziarie per avviare un percorso di carriera per i docenti; autoaggiornamento; buoni pasto e defiscalizzazione delle spese professionali. E proprio il riferimento ad un percorso di carriera per gli insegnanti potrebbe rappresentare una grande novità.
Ferma restando la progressione per anzianità, la piattaforma auspica infatti il superamento dell'uniformità retributiva attraverso, appunto, la definizione di una carriera professionale. A settembre le organizzazioni avvieranno una consultazione generale sulla questione carriere, per definire una proposta precisa. Il contratto dovrà inoltre definire "l'utilizzo di specifiche risorse per compensare il lavoro svolto in condizioni particolarmente disagiate". Tra le richieste, permessi retribuiti, periodi sabatici per studio, possibilità di periodi di formazione presso le università.

Una scuola su tre è senza preside
C'è grande attesa anche per il concorso per dirigenti scolastici, in ritardo di oltre un anno e non ancora bandito nonostante le proteste e gli incontri al ministero dei mesi scorsi. I posti disponibili, secondo i sindacati, sono circa 4.000, ma l'intenzione del ministero, affermano, è di bandire il concorso per meno della metà dei posti liberi. Insomma, a settembre, denunciano sempre le organizzazioni sindacali, una scuola su tre (cioè oltre 3.000 istituti su 11.000) non avrà un preside titolare. Con "gravi conseguenze" per l'autonomia scolastica e la continuità della gestione delle scuole stesse.

Lo stop alle assunzioni in ruolo

"Stiamo analizzando le necessità e poi vedremo". Così il ministro Moratti rispondeva a chi, lo scorso luglio, le chiedeva chiarimenti circa le mancate immissioni in ruolo per il prossimo anno scolastico. Nomine che però potrebbero essere fatte anche in corso d'anno.
L'anno scolastico inizierà con tutti gli insegnanti in classe, ha comunque assicurato il ministero, sottolineando che al primo agosto era già stato assegnato l'80% delle supplenze. Sarà compito dei dirigenti scolastici conferire le restanti supplenze entro il 31 agosto.
Ma i sindacati parlano di 'precarizzazione' della scuola, conteggiando in 80.000 i posti vacanti da coprire con supplenze.

La mancata riforma degli organi collegiali
Non è ancora approdato alla Camera il disegno di legge di riforma degli organi collegiali della scuola, approvato dalla commissione cultura lo scorso febbraio e la cui discussione in aula era stata prevista per marzo. Anche su questo fronte le polemiche non sono mancate.

Un genitore come "garante dell'utenza" in ogni istituto scolastico; consiglio di scuola presieduto dal dirigente scolastico; un nucleo di valutazione di istituto guidato dal 'genitore garante' ed esperti esterni senza diritti di voto consultabili a discrezione degli istituti sono le principali novità previste nella versione definitiva del Ddl.
Scomparsi, nel testo definitivo, due dei punti che nel provvedimento originario presentato dalla maggioranza avevano suscitato forti polemiche: il consiglio di amministrazione per la gestione delle scuole e la presenza vincolante con diritto di voto al suo interno di tre esperti esterni.

La sperimentazione non convince Sono tante le incertezze, tra insegnanti e genitori, per l'avvio della sperimentazione della riforma. Bisognerà attendere settembre per sapere in quali scuole materne ed elementari (non più di due circoli didattici per provincia) sarà possibile iscrivere in anticipo i bambini.
Critici anche i comuni, che hanno chiesto al ministro l'apertura di un tavolo delle Regole - previsto a fine agosto - per definire i criteri cui dovranno adeguarsi le scuole per la sperimentazione.

L'ora di religione
E' fermo in commissione lavoro il disegno di legge sullo stato giuridico degli insegnanti di religione cattolica, approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso febbraio. Prevede un contratto a tempo indeterminato anche per gli insegnanti di religione - almeno per il 70% dei posti previsti per la categoria - che entrerebbero così a 'pieno titolo' nel sistema scolastico. Il restante 30% dei posti sarà invece coperto con contratti a tempo determinato.



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