FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3765603
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » kataweb-Gli insegnanti si danno il voto

kataweb-Gli insegnanti si danno il voto

Gli insegnanti si danno il voto Quasi il 70 per cento degli insegnanti italiani non ha dubbi: la scuola pubblica è meglio di quella privata. E' quanto emerge da un'indagine Eurispes che conferma ...

02/03/2002
Decrease text size Increase text size
Kataweb

Gli insegnanti si danno il voto

Quasi il 70 per cento degli insegnanti italiani non ha dubbi: la scuola pubblica è meglio di quella privata. E' quanto emerge da un'indagine Eurispes che conferma alcuni annosi crucci dei docenti italiani: buste paga (inadeguate), prestigio sociale (scarso) e dotazioni scolastiche (insoddisfacenti). La ricerca, che si basa su un campione di 1.000 insegnanti delle scuole italiane di ogni ordine e grado, si affaccia dietro la cattedra e offre una fotografia del mondo della scuola visto da quel punto di osservazione.

Stipendi e attrezzature a parte (queste ultime soddisfano meno del 17 per cento degli insegnanti), la scuola pubblica a parere dei prof intervistati se la cava nettamente meglio di quella privata: ha didattica e insegnanti migliori (quasi il 70 per cento delle risposte), contenuti formativi superiori (oltre il 60 per cento delle risposte) e persino un apparato organizzativo-burocratico che dà i punti a quello degli istituti privati che stravincono, comunque, per strutture ed equipaggiamenti.

"E' evidente dai risultati dell'indagine - spiega Gian Maria Fara, presidente dell'Eurispes - che i docenti temono che il Governo Berlusconi possa agire soprattutto a favore della scuola privata e ai danni della pubblica. Ciò nonostante, è emerso un atteggiamento non estremizzato ed estraneo a prefigurazioni apocalittiche sul futuro della scuola".
Quanto al proprio ruolo, gli insegnanti si sentono abbastanza maltrattati e reclamano più formazione. Il 50,4 per cento degli intervistati ritiene che il proprio prestigio sociale sia medio-basso e circa un quarto del campione lo considera basso. Un giudizio che sembra trovare riscontro oggettivo negli stipendi. A proposito di retribuzioni, appare interessante la risposta sul parametro che dovrebbe influire sugli aumenti in busta paga: i titoli sono indicati soltanto dal 3 per cento degli insegnanti, l'anzianità di servizio dal 30, mentre l'indicazione del 56 è per la produttività. Insomma, il merito sta non tanto in ciò che si è (giovani o anziani in termini di servizio) o si è fatto (conseguimento di titoli) quanto in ciò che si fa oggi.

Emerge poi chiaramente che la formazione viene vissuta dalla categoria come un diritto-dovere e viene sollecitata soprattutto per migliorare la gestione del multiculturalismo e la propria funzione di "sensori sociali".

Rispetto al rapporto insegnanti-studenti, il quadro che appare è positivo. Oltre l'80 per cento dei docenti dichiara di ascoltare i problemi personali dei propri alunni (senza grandi differenze tra maschi e femmine o classi di età) e più del 53 (soprattutto uomini e più anziani) ritiene che gli studenti manifestino un atteggiamento fiducioso e rispettoso nei loro confronti.

A fronte di una situazione generale che mette in luce la presenza di fenomeni di devianza all'interno delle strutture scolastiche (oltre il 6 per cento degli intervistati è certo che i ragazzi usino stupefacenti, abusino di alcolici e siano vittime di violenze psicologiche da parte dei compagni) la scuola nel 40,5 per cento dei casi non mette in campo alcuna iniziativa, secondo gli insegnanti, per contrastare questi fenomeni. Per quanto riguarda, invece, la diffusione della pedofilia nelle scuole, il 61,5 per cento dei docenti la reputa rara, il 23,3 inesistente o quasi mentre il 4,2 crede che sia abbastanza diffusa.

Se la scuola continua a mantenere una posizione centrale per la trasmissione dei valori, della cultura, per la formazione dei cittadini, per la socializzazione, risulta invece del tutto inadeguata nel preparare gli studenti al mondo del lavoro: mentre per il 72 èer cento dei docenti la scuola è chiamata in misura "abbastanza" o "molto" consistente ad assolvere tale compito, a dichiarare che essa riesca effettivamente a farlo è appena il 24,8 per cento degli intervistati.

Infine, un segnale da considerare con molta attenzione per il neo ministro, Moratti: giudizio sulla riforma Berlinguer-De Mauro: la grande maggioranza dei docenti (72,3 per cento) dà un giudizio positivo della riforma Belinguer-De Mauro che viene complessivamente ritenuta una buona riforma.


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL