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ItaliaOggi: Ricercatori, futuro da docenti aggregati

Al prossimo cdm il disegno di legge sulla III fascia

29/06/2007
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ItaliaOggi

Arriva la terza fascia della docenza. Il ministro dell'università e della ricerca, Fabio Mussi, presenterà in consiglio dei ministri, forse già la prossima settimana, un disegno di legge che introduce un ruolo ad hoc per i ricercatori e che li riconosce per ciò che sono: docenti aggregati. Al ministero si sta lavorando alle ultime limature, interessa oltre 20 mila persone che da anni svolgono negli atenei italiani attività di ricerca, ma anche didattica, tenendo corsi, lezioni ed esami senza però avere uno status giuridico specifico. Già la riforma Moratti aveva stabilito che ai ricercatori, che hanno svolto per almeno tre anni attività di docenza, è attribuito, ´a domanda senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, il titolo di professore aggregato quale terzo livello di docenza'. Questi professori, recitava ancora la norma, hanno la responsabilità di corsi compatibilmente con la programmazione didattica definita dai competenti organi accademici e sono anche tenuti ad assolvere i compiti di tutorato e di didattica integrativa. Un titolo, quindi, ma svuotato dal ruolo. Secondo la bozza l'accesso alla terza fascia sarà disciplinata tenendo conto del nuovo regolamento per i ricercatori ora al Consiglio di stato per il parere. A partire dal 2009 i bandi prevedono che l'assunzione del vincitore può avvenire su scelta dell'università interessata, con contratto a tempo indeterminato o a tempo determinato per quattro anni. Ma il passaggio a docenti aggregati non sarà automatico. Perché ci saranno delle procedure di valutazione che comporteranno non solo automatismi ma anche verifiche. I ricercatori saranno infatti valutati da una parte dall'Anvur e dall'altra secondo le modalità e i criteri stabiliti dai regolamenti dell'ateneo di riferimento. Nel caso in cui entrambe le valutazioni abbiano esito positivo il professore entra definitivamente in ruolo e prosegue nella sua carriera. In caso invece di esito negativo il ministero dell'università provvederà annualmente a detrarre dal fondo di finanziamento ordinario delle università di appartenenza una quota pari al trattamento economico complessivo dell'interessato. I professori di terza fascia avranno poi compiti didattici assegnati dagli organi competenti dell'università di appartenenza e potranno essere svolti nei corsi di laurea, di laurea specialistica o magistrale, ma anche di specializzazione e di dottorato di ricerca.


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