ItaliaOggi: Fannulloni, la mossa di Nicolais
Ecco la commissione di valutazione: costerà 2,4 milioni di euro, a essa riferirà l'Invalsi.
di Alessandra Ricciardi
Ma i sindacati non ci stanno: è un tentativo gattopardesco
Una super struttura nazionale, cinque i componenti, che si potrà avvalere di esperti esterni e di un pool di 30 sceriffi operativi sul territorio. Costo, a regime, circa 2,4 milioni di euro. È la commissione di valutazione e monitoraggio dell'efficacia delle pubbliche amministrazioni, a cui il ministro della funzione pubblica, Luigi Nicolais, assegna il compito di stanare i fannulloni. La struttura, che sarà formalizzata oggi in commissione affari costituzionali alla camera, come emendamento al ddl AC 2151, si sostituirà in parte allo stesso dicastero di palazzo Vidoni (per le direttive alle amministrazioni sulla valutazione dei dipendenti), all'Aran e alla Ragioneria generale dello stato (per i confronti tra i salari pubblico/privato). Sempre che riesca a superare i marosi del parlamento e i no dei sindacati, che in queste ore hanno accusato il ministro di una mossa dal sapore gattopardesco. Una dichiarazione che riaccende lo scontro con il governo, non appena sopita la vertenza sul contratto dei dipendenti pubblici.
Alla commissione, da costituirsi presso il Cnel (un componente sarà nominato dal Consiglio nazionale oggi presieduto da Antonio Marzano, gli altri dal governo e dalle regioni), dovranno riferire anche le attuali strutture di valutazione della scuola (Invalsi) e università (Anvur). Si tratta di un organismo che Nicolais vorrebbe svincolato dai ministeri e dai sindacati, proprio per realizzare quei controlli che invece finora non sono decollati. Controlli che non saranno ad personam, ovvero non agiranno sul singolo dipendente, ma riguarderanno la qualità dei servizi dell'amministrazione nel suo complesso. La commissione potrà servirsi, oltre che dell'ispettorato della funzione pubblica opportunamente rinforzato, anche della guardia di finanza, nell'esercizio dei poteri di polizia economica e finanziaria che le competono. Nel caso della scuola, si tratterebbe di verificare le prestazioni del sistema, sotto il profilo del rendimento degli studenti, della lotta alla dispersione, dell'assenteismo del personale. Insomma, dovranno essere indicati quei parametri valutativi che finora non sono mai decollati. E poi monitorare i controlli interni così realizzati. Utili, in prospettiva, forse anche come range ai fini della progressione di carriera degli insegnanti.
Il testo non ha visto neppure la luce, che già si è levato il coro dei no. Di quanti vorrebbero un meccanismo e una struttura più incisivi e aggressivi, sul modello dell'Authority disegnata dal giuslavorista Pietro Ichino, per esempio. Di quanti, invece, come i sindacati, gridano alla violazione del memorandum sulla riforma del pubblico impiego. Lo hanno detto in questi giorni Cgil, Cisl e Uil a Nicolais. Il patto prevedeva un organismo in cui fossero presenti tutte le parti sociali. Anche i sindacati. Che lavorasse con le amministrazioni, e non sostituendosi a esse. La commissione, invece, rischia di gettare una cattiva luce su tutta la macchina amministrativa, per colpa di pochi che non lavorano, ribattono i sindacati. Rischia di non intervenire proprio dove ve ne sarebbe più bisogno. Insomma, alla fin fine, una trovata per cambiare apparentemente tutto, in realtà poco. O nulla. (riproduzione riservata)