Italia Oggi-Vogliamo il contratto- di ENRICO PANINI

Vogliamo il contratto

Molti fatti importanti in questi giorni interessano la scuola: dalla conclusione della votazione alla Camera della Legge Moratti sulla scuola alla puntuale quantificazione dei danni prodotti alla qualità della scuola dalle probabili scelte del Ministero in relazione alla riduzione degli organici. In questo quadro è sicuramente molto rilevante la mobilitazione proclamata dai sindacati scuola confederali e dallo Snals che vede già calendarizzato un intenso periodo di lotte e di proteste che culminerà nello sciopero generale annunciato per il 24 marzo.

Il rinnovo del nostro contratto è messo molto male. Sul versante economico il Ministro dell'Economia non certifica, dopo circa due mesi, la disponibilità delle somme indicate dal Ministro Moratti a fine dicembre in risposta alla mobilitazione di Cgil, Cisl, Uil e Snals. Questo fatto comporta il blocco delle trattative che non possono misurarsi con la parte economica in un quadro incerto e non condiviso esplicitamente da Tremonti. La verifica procede con ritmo lento e placido, i maligni dicono che ci sia chi fa già i conti sul fatto che un mancato rinnovo contrattuale della scuola potrebbe contribuire a tamponare una situazione finanziaria ampiamente 'alla canna del gas'.

L'altro ostacolo, non meno rilevante del primo, è rappresentato dal Ministro dell'Istruzione che, assistito in questo da consiglieri molto interessati, vuole imporre una riduzione netta delle attuali materie di contrattazione, con particolare riferimento alla contrattazione di scuola, a favore di un loro trasferimento al potere esclusivo o determinante dei Dirigenti scolastici.

Tutto ciò non è che l'applicazione, seduta stante, della richiesta di affidare lo stato giuridico degli insegnanti al Governo, come indicato in un ordine del giorno firmato da esponenti della maggioranza che la Camera approverà probabilmente oggi. Con questa richiesta i lavoratori della scuola vedrebbero passare le parti più rilevanti del loro rapporto di lavoro dal contratto alla Legge, con i relativi tempi per introdurre successive modifiche, o al potere discrezionale del Ministro. Con le pressioni esercitate sul contratto si vuole anticipare questa manovra in spregio allo stesso Atto di Indirizzo.

La nostra risposta è costituita da un crescendo di iniziative per conseguire un obiettivo preciso: la chiusura del contratto di lavoro.

Vogliamo che ripartano le trattative per arrivare ad un contratto completo, puntuale e senza rinvii. I lavoratori hanno bisogno di avere subito tutte le loro tutele contrattuali, un contratto 'spezzatino' non servirebbe a questo scopo e non troverebbe il nostro consenso.

Vogliamo un contratto che tuteli le retribuzioni e che utilizzi le risorse economiche aggiuntive alla tutela delle retribuzioni per valorizzare tutte le professionalità, docenti ed ata, nessuna esclusa.

In questi mesi abbiamo letto diverse definizioni per connotare un contratto (che ancora non c'è!). Abbiamo letto di un contratto di transizione, di attesa, ecc. Ritengo queste definizioni riduttive. Quello di cui oggi abbiamo bisogno, e su cui vogliamo lavorare, è un contratto in grado di far stare meglio, da tutti i punti di vista, chi lavora nella scuola dell'autonomia. Sto pensando a quelle centinaia di migliaia di persone che con il loro lavoro concreto, tutti i giorni, fanno sì che questa nostra importante e bella scuola pubblica funzioni e che risponda alle domande di milioni di ragazzi per consentire loro di coltivare il proprio progetto di vita.