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Italia Oggi-Riforma Moratti senza fondi

È quanto emerge dallo schema di accordo quadro che sarà presentato oggi. Riforma Moratti senza fondi Solo 111 milioni alle regioni per la formazione Al palo la nuova formazione professiona...

18/06/2003
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ItaliaOggi

È quanto emerge dallo schema di accordo quadro che sarà presentato oggi.

Riforma Moratti senza fondi
Solo 111 milioni alle regioni per la formazione
Al palo la nuova formazione professionale della riforma Moratti. Mancano le risorse e il tempo, infatti, per fare decollare dal prossimo settembre in tutt'Italia l'offerta integrata di istruzione e formazione per gli studenti che ultimano la terza media, dopo che la stessa legge Moratti ha abolito l'obbligo scolastico fino al primo anno delle superiori. È quanto emerge dallo schema di accordo quadro, e dal relativo piano di determinazione delle risorse, che sarà presentato oggi dal ministero dell'istruzione durante il vertice che si terrà con le regioni e i sindacati. Manca poco meno di un mese alla scadenza dei 90 giorni previsti dalla legge delega n. 53/2003 affinché il governo approvi il piano programmatico finanziario a sostegno dell'intera riforma. E poco più di due mesi dall'avvio del nuovo anno scolastico. Visti i limiti di spesa imposti dal ministro dell'economia, Giulio Tremonti, la Moratti dopo aver avviato in via sperimentale le iscrizioni anticipate alla scuola materna, ha deciso di rendere sperimentale anche l'adeguamento della formazione regionale.

Sul piatto della bilancia, il dicastero di viale Trastevere sembrerebbe disposto a mettere circa 100 milioni di euro, a valere sui fondi destinati all'attuazione dell'obbligo formativo, e 11 milioni per la legge n. 440/97. Con queste risorse le regioni dovrebbero far fronte ai costi dei percorsi di istruzione e formazione integrata che consentiranno agli studenti di completare, dopo la scuola media inferiore, il diritto-dovere all'istruzione (il vecchio obbligo scolastico) anche nel canale della formazione professionale. Per le regioni e i sindacati si tratta di una sfida in pratica già persa. Adeguare i corsi di formazione ai nuovi canoni fissati dall'accordo quadro, che regioni, istruzione e ministero del lavoro dovranno sottoscrivere, richiederebbe non solo più risorse ma anche più tempo. Tre sono i requisiti minimi fissati dall'intesa che oggi le parti esamineranno: i percorsi sperimentali dovranno avere durata triennale, dovranno contemplare, 'con equivalente valenza formativa, discipline e attività attinenti sia alla formazione culturale generale sia alle aree professionali interessate'. Gli studenti che frequenteranno i corsi dovranno inoltre conseguire 'una qualifica professionale riconosciuta a livello nazionale e corrispondente almeno al secondo livello europeo (decisione del consiglio 85/368/Cee)'. Restano ancora tutti da definire, e lo si dovrà fare entro settembre, gli standard minimi nazionali, la certificazione, il riconoscimento dei crediti formativi, 'compresi quelli acquisti in apprendistato, anche ai fini dei passaggi tra i sistemi formativi, nonché per la definizione delle procedure relative alla determinazione all'integrazione delle risorse, al monitoraggio e alla valutazione'. Il modello di riferimento assunto è quello indicato dal documento sulle 'Key competencies' messo a punto nel 2002 dal comitato di esperti della Commissione Ue.

Le regioni, il ministero dell'istruzione e quello del lavoro sono impegnati inoltre a reperire, a partire dall'anno finanziario 2003, le risorse aggiuntive necessarie per la realizzazione dei percorsi formativi. Non sono escluse 'apposite previsioni normative nel bilancio e nella legge finanziaria del 2004'. Per il momento, però, si potrà fare affidamento solo sui fondi già disponibili, che non supererebbero, secondo fonti ministeriali, i 110 milioni euro. 'Ci sono fondi di leggi già approvate e che dovrebbero essere destinati su questo nuovo versante, di cui però non c'è più traccia', dice Enrico Panini, segretario della Cgil scuola, che chiede al ministero di fare chiarezza sulla loro destinazione. 'È necessario un sistema di garanzia per i ragazzi che si iscrivono nei nuovi canali perché ci sia omogeneità dei livelli di preparazione', dice Massimo Di Menna, segretario della Uil scuola, 'e la garanzia possono darla solo le scuole impegnate nell'assicurare i livelli minimi di istruzione'. (riproduzione riservata)


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