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Italia oggi-Monta la protesta contro le 18 ore

Insegnanti e genitori in piazza per contestare l'art. 35 della Finanziaria in vigore dal prossimo anno. Monta la protesta contro le 18 ore La norma farà saltare il principio della continuità d...

17/06/2003
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ItaliaOggi

Insegnanti e genitori in piazza per contestare l'art. 35 della Finanziaria in vigore dal prossimo anno.

Monta la protesta contro le 18 ore
La norma farà saltare il principio della continuità didattica
Si susseguono le proteste contro gli effetti del riempimento a 18 ore delle cattedre delle secondarie.

La razionalizzazione delle cattedre delle secondarie, posta in atto dal governo, sta infatti scatenando proteste per la perdita dei posti di lavoro e della continuità didattica (si veda anche ItaliaOggi di martedì 10 giugno).

Le iniziative, peraltro, si stanno moltiplicando in molte scuole della penisola: si va dal blocco dell'adozione dei libri di testo all'occupazione delle scuole da parte dei docenti, dall'approvazione di mozioni nei collegi docenti alla formazione di documenti di protesta da parte dei genitori.

Che cOSA DICE LA FINANZIARIA

Il problema è nato a seguito dell'entrata a regime dell'art. 35 della Finanziaria di quest'anno. Il dispositivo prevede infatti che 'le cattedre costituite con orario inferiore all'orario obbligatorio d'insegnamento dei docenti, definito dal contratto collettivo nazionale di lavoro, sono ricondotte a 18 ore settimanali, anche mediante l'individuazione di moduli organizzativi diversi da quelli previsti dai decreti costitutivi delle cattedre'.

GLI EFFETTI DELLE 18 ORE FRONTALI

L'applicazione della norma, però, oltre ad avere determinato decine di migliaia di situazioni di soprannumerarietà, determinerà anche la decadenza del principio della continuità didattica. Un precetto chiave nel nostro ordinamento, che verrà inevitabilmente disatteso per l'impossibilità di assicurare la presenza dello stesso insegnante per tutto il corso di studi. La conformazione delle cattedre, prevista dalla precedente disciplina, infatti, risolveva questo problema con la riduzione delle ore frontali, in alcune materie, e compensando il numero minore di ore di lezione con le cosiddette ore a disposizione. Questo stratagemma, però, è destinato ad andare in pensione e, dunque, dal prossimo anno scolastico gli alunni non avranno più gli stessi docenti per tutto il corso di studi e le scuole non avranno più docenti interni cui affidare la sostituzione dei colleghi assenti. E sono proprio questi i motivi che hanno indotto molti docenti e genitori a protestare, con occupazioni e manifestazioni di dissenso di varia natura.

LA PROTESTA DEI GENITORI DI UN LICEO DI ROMA

Tra le tante, segnaliamo quella dei genitori degli studenti del liceo Cavour di Roma, che hanno stilato un documento molto articolato in cui vengono evidenziati i motivi di non condivisione del processo di razionalizzazione delle cattedre attualmente in corso. Secondo i genitori del Cavour: 'Dietro un'apparente razionalizzazione della spesa pubblica', si legge nel documento redatto durante un'assemblea tenutasi il 30 maggio scorso, 'si cela un progetto di smantellamento del sistema dell'istruzione attraverso la cancellazione dell'autonomia degli istituti sancita dal titolo V della Costituzione'.

A MILANO, UN COMITATO DI GENITORI

Nella provincia di Milano, invece, i genitori, rappresentanti di classe, hanno costituito un comitato per protestare contro 'la concreta possibilità di un continuo cambio di insegnanti a ogni anno scolastico', si legge in un comunicato. E anche perché 'sarà ulteriormente irrigidito il criterio di accorpamento di classi' e, 'in caso di assenza di un insegnante, per un periodo di tempo inferiore a 15 giorni, non sarà più possibile la presenza di un supplente'.

L'OCCUPAZIONE DELLE SCUOLE DI TORINO

A Torino la protesta ha assunto forme molto più incisive. Molti docenti delle scuole secondarie, infatti, hanno occupato materialmente le scuole. Senza, però, sottrarsi ai loro obblighi di lavoro. L'occupazione delle scuole è stata promossa dalla Cub scuola (Confederazione unitaria di base). Nella prima fase, però, la protesta è stata centrata sul blocco delle adozioni dei libri di testo: 'Se non vi è continuità didattica non si possono scegliere i libri per un collega', spiega a ItaliaOggi Cosimo Scarinzi, leader della confederazione. Successivamente, invece, si è passati alle occupazioni vere e proprie che 'hanno visto un livello interessante di partecipazione dei colleghi'.

OCCUPAZIONI ANCHE A ORBASSANO (TO)

Un'occupazione di 48 ore è stata prevista anche nell'istituto tecnico dei Orbassano, dove i docenti hanno deciso di rimanere a scuola per 48 ore contro il riempimento a 18 ore che 'produce danni devastanti e permanenti', si legge in un comunicato, 'alla qualità della scuola pubblica superiore'.

BLOCCO DELLE ADOZIONI A MOLFETTA (BA)

A Sud della penisola, invece, diversi collegi dei docenti si sono orientati verso il blocco delle adozioni dei libri di testo. Tra le varie iniziative di questo tenore segnaliamo quella dell'istituto tecnico 'G. Salvemini' di Molfetta. I docenti dell'istituto hanno protestato contro 'un principio meramente economicistico' che, sempre secondo gli insegnanti del Salvemini, andrebbe a ledere 'gravemente il diritto degli alunni e dei docenti alla continuità didattica, svilendo di fatto l'efficacia dell'azione educativa'. (riproduzione riservata)


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