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Italia oggi-I dirigenti scolastici denunciano la mancata retribuzione per il 2001-02-03.

I dirigenti scolastici denunciano la mancata retribuzione per il 2001-02-03. I presidi diffidano i direttori In ritardo il pagamento dei compensi accessori I dirigenti scolastici reclamano, ...

02/12/2003
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ItaliaOggi

I dirigenti scolastici denunciano la mancata retribuzione per il 2001-02-03.

I presidi diffidano i direttori
In ritardo il pagamento dei compensi accessori
I dirigenti scolastici reclamano, anche con diffide individuali e collettive nei confronti degli uffici scolastici regionali, il pagamento della parte di retribuzione variabile, che compone il trattamento economico ordinario. Causa del disagio, ormai apertamente denunziato, è il grave ritardo delle operazioni necessarie per l'attribuzione delle quote variabili a ciascuno spettanti per gli anni 2001, 2002, 2003.

Nell'arco temporale compreso fra tali anni, molti dirigenti hanno percepito solo una parte della retribuzione (lo stipendio tabellare, l'indennità integrativa speciale, la retribuzione funzionale), anche se quella largamente più cospicua. Le operazioni ritardate non erano certamente semplici, perché necessitavano di preliminari determinazioni mediante contrattazione e, in ogni caso, di operazioni di prima applicazione di un contratto di area.

La parte variabile relativa alla retribuzione di posizione viene determinata in funzione della complessità dell'istituzione scolastica. I criteri per la classificazione dovevano, però, essere preventivamente stabiliti mediante contrattazione decentrata regionale. La diversità di situazioni e di valutazioni ha comportato anche la determinazione di criteri differenti e i conseguenti ostacoli che la non omogeneità implica con riguardo a raffronti e a sinergie operative.

L'altra parte variabile della retribuzione del dirigente, la retribuzione di risultato, presuppone la valutazione circa il raggiungimento (o il superamento) degli obiettivi.

La retribuzione di risultato è attribuita in funzione di una valutazione significativa, e in maniera diversificata con riguardo all'esito dell'attività svolta. Per la partecipazione del valutando al procedimento valutativo (dalla quale possono scaturite anche positivi effetti emendativi e di miglioramento dell'azione da svolgere) è necessario che i criteri, le operazioni, i parametri della valutazione siano noti fin dall'inizio del procedimento stesso.

Ciò non è stato possibile per il primo triennio di attività dei dirigenti scolastici, con la conseguenza dell'attribuzione generalizzata (a tutti) della retribuzione di risultato, mediante ripartizione del fondo a tal fine disponibile. Questo criterio, peraltro, sembra verrà utilizzato anche per l'anno in corso, dal momento che il sistema di valutazione (Sivadis), di recente reso noto, avrà carattere sperimentale. La necessità di apportare opportune modificazioni e adattamenti, onde rendere adeguato il procedimento di valutazione alle finalità che si intendono perseguire, giustifica la cautela nell'entrata a regime.

Una fase di semplice rodaggio consente gli interventi opportuni, evitando che si creino ulteriori fraintendimenti e conseguenti malumori.

IL FONDO REGIONALE

La parte variabile della retribuzione dei dirigenti scolastici grava sul fondo regionale, che deve essere costituito mediante apporti di diversa natura e provenienza. Al fondo regionale affluisce lo stanziamento del ministero dell'istruzione, determinato con riferimento al numero complessivo degli uffici dirigenziali previsti nell'ambito della regione (indipendentemente dal fatto che siano o meno assegnati a dirigenti in servizio con contratti a tempo indeterminato).

Un ulteriore apporto al fondo deriva dall'afflusso di somme della Riad (Retribuzione individuale anzianità dirigenti) relativa ai pensionati dell'anno di riferimento. Il fondo si alimenta, infine, dei proventi derivanti dagli incarichi che il dirigente espleta per designazione dell'amministrazione o degli organi collegiali interni. Il trattamento economico riconosciuto al dirigente remunera tutte le funzioni, i compiti e gli incarichi a esso attribuiti. Da ciò discende l'obbligo di versamento al fondo di una quota dei proventi maturati per l'espletamento di incarichi conferiti ed espletati, ma che non rientrano in quelli obbligatori o fra quelli conferiti dalla amministrazione come obbligatori. La quota riversata dal fondo (nel quale i particolari proventi affluiscono) a favore del dirigente che abbia svolto gli incarichi maturando il diritto al compenso, è risarcibile. È stata, però, fissata nelle diverse regioni in eguale misura: in genere l'80%.

LE CAUSE DEL RITARDO DEL PAGAMENTO

Varie sono le cause che hanno determinato i gravi ritardi nel primo impatto di una normativa e di un sistema di retribuzione nuovi, oltre che complessi.

Prima fra tutte, la difficoltà di organizzare settori, nell'ambito degli uffici scolastici regionali, con il compito di apprestare le operazioni preliminari (per esempio, ricostruzione della carriera) e di coordinare le operazioni contabili conseguenti alla determinazione circa le fasce di appartenenza delle diverse scuole.

L'operazione contabile per il calcolo della retribuzione di posizione può essere resa complessa anche dal mutamento dell'incarico, con il passaggio del dirigente a scuola di diversa fascia, rispetto a quella già occupata.

Gli interessati, invero, sono rimasti in attesa del completamento delle operazioni di primo impianto da parte degli uffici direzionali regionali, anche con riguardo alle novità e laboriosità delle operazioni preliminari. Cominciano adesso a esternare la volontà di non sopportare ulteriori dilazioni ed indugi. Da qui la fissazione all'amministrazione del termine temporale per l'obbligo di pagamento degli interessi sulle somme non percepite. (riproduzione riservata)


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