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Intervista su The Guardian - Chomsky parla dei movimenti contro la guerra

https://www.namaste-ostiglia.it/lasthelp/show.asp?ID=440 Intervista su The Guardian - Chomsky parla dei movimenti contro la guerra di Matthew Tempest Noam Chomsky: le dimostrazioni [pe...

25/02/2003
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https://www.namaste-ostiglia.it/lasthelp/show.asp?ID=440

Intervista su The Guardian - Chomsky parla dei movimenti contro la guerra
di Matthew Tempest

Noam Chomsky: le dimostrazioni [per la pace] rappresentano un altro segnale di un fenomeno da analizzare attentamente. C'è in tutto il mondo e negli Stati Uniti una opposizione alla guerra imminente che ha raggiunto un livello senza precedenti sia per la portata che per i segmenti della popolazione sui cui fa presa.

Non mi viene in mente un momento in cui ci sia stata una così massiccia opposizione alla guerra per di più prima ancora che scoppi. E più ci si avvicina alla regione [medio oriente N.d.T.], più l'opposizione cresce. In Turchia, sondaggi indicano che l'opposizione alla guerra è vicina al 90%, in Europa vi è un'opposizione sostanziale, e negli Stati Uniti i risultati che voi vedete nei sondaggi sono alquanto fuorvianti perché non tengono conto di un altro fattore che differenzia gli Stati Uniti dal resto del mondo. Questo è l'unico paese dove Saddam Hussein è ingiuriato e disprezzato ma anche temuto, così fin da settembre i sondaggi hanno mostrato che qualcosa come il 60-70 % della popolazione letteralmente pensa che Saddam Hussein sia una minaccia imminente per la loro sopravvivenza.

Oggigiorno non c'è nessuna ragione obbiettiva per cui gli Stati Uniti debbano essere più impauriti di Saddam Hussein che, diciamo, del Kuwait, ma un motivo c'è - ossia che sin da settembre c'è stata una grancassa propagandistica tesa a intimidire le persone affinché credano non solo che Saddam sia una terribile persona ma che un domani potrebbe sopraffarci se non lo fermassimo adesso. E tutto questo la gente lo ha assimilato. Quindi per valutare l'attuale opposizione negli Stati Uniti alla guerra bisogna estrarre questo fattore. Un fattore di una paura completamente irrazionale creata da una propaganda massiccia, e se lo fai io credo che la situazione negli Stati Uniti ti apparirà simile a quella di ogni altro paese.

Ciò che la stampa non fa mai notare è che semplicemente non esiste un precedente, o niente che si avvicini lontanamente ad un precedente, per questa manifestazione di opposizione alla guerra. E si estende da sola sempre di più, non è solamente opposizione alla guerra, è una mancanza di credibilità nelle leadership. È stato rilasciato uno studio, un paio di giorni fa al World Economic Forum, che valutava la credibilità dei leader, e la più bassa era nei leader degli Stati Uniti. Godevano della fiducia solo di poco più di un quarto della popolazione, e io credo che rifletta il turbamento per l'avventurismo, la violenza e le minacce che sono percepite nelle azioni e nei piani della amministrazione corrente.

Queste sono cose che dovrebbero essere centrali. Anche negli Stati Uniti c'è un'opposizione maggioritaria alla guerra e questo va di pari passo con il declino della fiducia nei leader che ci portano alla guerra. Tutta questa situazione è andata delineandosi per un po' ma adesso sta raggiungendo un nuovo stadio e, tornando indietro alle manifestazioni del fine settimana, non è mai successo prima. Se lo compariamo con la guerra del Vietnam, la situazione attuale con l'Iraq è abbastanza simile a quella del 1961 - che era prima del lancio della guerra, che fu nel 1962 con gli Stati Uniti impegnati a bombardare il Vietnam del Sud, a rinchiudere milioni di persone nei campi di concentramento e a usare armi chimiche e via discorrendo, ma non ci furono proteste. Infatti ci furono talmente poche proteste che solo poche persone se lo ricordano.

Le proteste non cominciarono se non dopo alcuni anni quando una larga parte del Vietnam del sud fu bombardato massicciamente dai B-52, centinaia di migliaia di soldati furono mandati là e centinaia di migliaia furono uccisi e, anche dopo tutto ciò, quando alla fine le proteste scoppiarono negli Stati Uniti e in Europa si concentrarono per lo più su un argomento marginale - i bombardamenti del Vietnam del Nord, chiaramente un crimine, ma furono molto più intensi i bombardamenti nel sud che è stato sempre l'obbiettivo degli Stati Uniti, ed è continuato ad esserlo.

Questo è, incidentalmente, riconosciuto anche dal governo. Così quando ogni amministrazione entra in carica la prima cosa che fa è di valutare la situazione internazionale - "Qual è la stato del mondo?" - fornitagli dai servizi segreti. Questi sono documenti segreti e noi lo veniamo a sapere solo dopo 30 o 40 anni quando vengono declassificati. Quando la prima amministrazione Bush si insediò nel 1989 parte dell'intelligence lasciava trapelare alcune notizie, e queste sono molto illuminanti su quello che successe nei 10 anni a venire, cioè proprio su questi argomenti.

Le notizie trapelate dai servizi parlavano di una situazione in cui il confronto militare era contro nemici molto più deboli, ammesso che esistessero, riconoscendo che erano l'unico tipo di nemici che avessimo voglia di affrontare. Quindi contro nemici molto più deboli di loro gli Stati Uniti devono vincere "rapidamente e risolutivamente" altrimenti il consenso popolare si potrebbe erodere, era chiaro infatti che il consenso era molto esiguo. Non erano più gli anni '60 quando il governo poteva combattere tranquillamente una guerra lunga e brutale per anni e anni praticamente distruggendo un paese senza alcuna protesta. Non adesso. Ora sono costretti a vincere. Devono terrorizzare la popolazione, fargli sentire che c'è un'enorme minaccia alla loro esistenza e portare a termine una miracolosa, decisiva e rapida vittoria contro questo enorme nemico, dopodiché avanzare verso il nemico seguente.

Ricorda che la maggior parte delle persone che contano a Washington sono per lo più Reganiani riciclati, che essenzialmente propongono lo stesso programma degli anni '80 - questa è un'analogia. Negli anni '80 imponevano i politiche sociali svantaggiose per la gente, perciò erano malviste. Il modo con cui riuscirono a farli passare fu di tenere costantemente la popolazione in uno stato di panico.

Quindi un anno era una base in Grenada che i Russi volevano utilizzare per bombardare gli Stati Uniti. Sembra buffo ma erano le bugie della propaganda, ed hanno funzionato.

Il Nicaragua era a "due giorni di marcia dal Texas" - un pugnale rivolto al cuore del Texas, per prendere in prestito la frase di Hitler. Ancora, penseresti che le persone si sono piegate in due dalle risa. Ma loro non l'hanno fatto. Questo fu fatto continuamente per spaventarci - Il Nicaragua ci avrebbe potuto conquistare sulla sua via per la conquista dell'emisfero. Fu proclamata un'emergenza nazionale per la minaccia portata dal Nicaragua alla sicurezza nazionale. Assassini libici si aggiravano per le strade di Washington a caccia dei nostri leader - narco-terroristi ispanici. Una dietro l'altra ogni cosa era studiata per tenere la popolazione in uno stato di costante paura mentre conducevano la loro più grande guerra terroristica.

Ricorda, le stesse persone dichiararono guerra al terrore nel 1981, doveva essere la parte fondamentale della politica estera degli Stati Uniti focalizzata principalmente sull'America centrale e hanno condotto una guerra contro il terrore in centro America finendo per ammazzare all'incirca 200.000 persone, lasciandosi dietro 4 paesi in rovina. Dal 1990, quando gli Stati Uniti sono tornati ad avere il controllo su di loro, sono scivolati ancora più profondamente verso la povertà. Ora stanno facendo la stessa cosa per gli stessi motivi - stanno varando un programma sociale a cui i cittadini sono fermamente contrari perché è contro i loro interessi. Ma l'avventurismo internazionale, l'evocare nemici in procinto di distruggerci, è cosa vecchia, suona familiare. Non l'hanno inventato loro, altri hanno fatto la stessa cosa, altri hanno tentato in passato la stessa cosa, ma loro sono maestri in tutto ciò e ora lo fanno ancora.

Io non voglio dire che non abbiano motivi per voler prendere il controllo dell'Iraq. Li hanno certamente - fondatissime ragioni che tutti ben conoscono. Il controllo dell'Iraq metterà gli Stati Uniti in una posizione di estrema potenza che li porterà a estendere il controllo sulle maggiori riserve di energia del mondo. Questo non è una cosa da poco.

Ma tieni presente come si sono succeduti gli eventi. È piuttosto singolare che la propaganda sia cominciata in settembre - che cosa è accaduto in settembre? È cominciata la campagna del Congresso ed era certo che i Repubblicani non avrebbero vinto se avessero lasciato che il tema delle riforme economiche e sociali avessero dominato la scena. Sarebbero stati spazzati via. Dovevano fare esattamente quello che hanno fatto negli anni '80. Nasconderli dietro il tema della sicurezza e in caso di una minaccia alla sicurezza il popolo tende a radunarsi attorno al presidente - una figura forte che può proteggerci da orribili pericoli.

La direzione più probabile cui tutto ciò può condurre [dopo una guerra con l'Iraq] sarà l'Iran, e possibilmente la Siria. La Nord Korea è un caso differente. Quello che stanno dimostrando al mondo con lampante evidenza è che se vuoi evitare l'aggressione degli Stati Uniti è meglio che tu abbia armi di distruzione di massa, o almeno una credibile minaccia terroristica. Non c'è nient'altro che possa fermarli - non possono essere impediti da armi convenzionali. Questa è una lezione terribile da trasmettere, ma è esattamente quello che è stato insegnato.

Per anni, i maggiori esperti hanno messo in evidenza come gli Stati Uniti stiano causando la proliferazione delle armi per la loro spregiudicatezza sì che gli altri non possano proteggersi se non con WMD [armi di distruzione di massa N.d.T.] o con la minaccia del terrorismo. Kennet Waltz ha recentemente fatto luce su questo. Ma anni fa, anche prima dell'amministrazione Bush, eminenti commentatori come Samuel Huntington evidenziavano su Foreign Affairs, il maggior giornale dell'establishment, che gli Stati Uniti stavano seguendo una brutta strada. Huntington parlava dell'amministrazione Clinton ma disse che, per la maggior parte del mondo, gli Stati Uniti sono considerati uno stato canaglia e la maggiore minaccia alla loro esistenza. Infatti una delle questioni più evidenti sull'opposizione alla guerra oggi, anche questa senza precedenti, è come si sia espansa lungo tutto l'arco politico, cosicché i due maggiori giornali politici internazionali, Foreign Affairs e Foreign Policy hanno pubblicato, proprio nelle ultime edizioni, articoli molto critici da parte di autori di primo piano che in questo caso si oppongono al ricorso alla guerra.

L'Accademia Americana delle Arti e delle Scienze, che raramente prende posizione su argomenti attuali e controversi, ha appena pubblicato un lungo monogramma su questo argomento a cura del comitato sulla sicurezza internazionale dando, nel modo più amichevole possibile, una relazione sulla posizione dell'amministrazione Bush che semplicemente la smonta pezzo dopo pezzo su argomenti molto ristretti - molto più ristretti di quello che io avrei preferito - ma ciò non toglie che sia stato un successo.

[C'è] ora molta paura e preoccupazione per questo avventurismo, qualche analista lo ha chiamato "sciocche fantasie da salotto". La mia preoccupazione è più " cosa tutto questo causerà agli Iracheni" e "Cosa accadrà in quella regione?" ma i pensieri degli altri sono " Cosa accadrà a noi?"

Matthew Tempest: Se alla fine della "liberazione" in Iraq non dovesse essere ristabilita la democrazia pensi che la propaganda ne sarà danneggiata?

NC: Fai bene a parlare di propaganda. Se quello cui mirano veramente è una guerra, perché non lo dicono chiaramente? Perché mentono al resto del mondo? Qual è lo scopo di avere gli ispettori? Secondo questa propaganda, tutto ciò che viene detto in pubblico è una farsa - Non ce ne frega niente delle armi di distruzione di massa, non ci interessa del disarmo, noi abbiamo un altro obbiettivo in mente, che non ti diremo, e quello è, tutto ad un tratto, il ripristino della democrazia attraverso una guerra. Bene, se questo è l'obbiettivo, smettiamola di prenderci in giro e mettiamo fine alla farsa degli ispettori e di tutto il resto, diciamo semplicemente che stiamo in una crociata per riportare la democrazia nei paesi che soffrono per colpa di miserabili dittatori. Attualmente questa è una classica crociata, questo è quello che cova dietro gli orrori delle guerre coloniali e il loro equivalente moderno, e abbiamo una sacco di esempi per mostrare come tutto ciò funzionava. Non è un evento nuovo nella storia.

In questo caso particolare non puoi predire cosa accadrà una volta che la guerra sia partita. Nel caso peggiore potrebbe accadere quello che i servizi segreti e le organizzazioni di aiuto stanno preannunciando - ossia un incremento del terrorismo come deterrente o vendetta, e per la gente dell'Iraq, che sono sull'orlo della sopravvivenza, potrebbe essere una catastrofe umanitaria, di cui le organizzazioni umanitarie e le Nazioni Unite ci hanno avvisato.

D'altra parte, è possibile che succeda quello che i falchi a Washington sperano - una vittoria rapida, nessun combattimento di cui parlare, imposizione di un nuovo regime, una democrazia di facciata, essere sicuri che gli americani abbiano una grande base militare, e controllino effettivamente il petrolio.

Le chances che permettano niente che anche solo minimamente si avvicini alla democrazia sono pressoché nulle. Ci sono troppi problemi seguendo quella strada - problemi che hanno motivato Bush senior ad opporsi alla ribellione nel 1991 che avrebbe potuto rovesciare Saddam. Dopo tutto quello che è successo nel 91, sarebbe stato deposto se solo gli Stati Uniti non avessero autorizzato Saddam a spezzare la ribellione.

Uno dei problemi maggiori è che all'incirca il 60% della popolazione è Sciita. Se ci fosse una qualsiasi forma di democrazia loro potrebbero dire la loro, avere peso veramente, in un governo futuro. Gli Sciiti Iracheni non sono pro-Iraniani ma ci sono possibilità che la maggioranza degli Sciiti voglia unirsi al resto della regione cercando di incrementare le relazioni con l'Iran e ridurre il livello generale di tensione regionale riunendosi poi con esso. Ci sono state mosse in questa direzione fra gli stati Arabi e la maggioranza degli Sciiti in Iraq è favorevole a tutto ciò. Questa è l'ultima cosa che gli Stati Uniti vogliono. L'Iran è il loro prossimo bersaglio.

Gli Stati Uniti non vogliono che ci siano relazioni più strette. Per di più se la maggioranza Sciita riesce ad avere voce in capitolo sulla formazione del governo, la minoranza curda vorrà qualcosa di simile. E pretenderanno la realizzazione di un certo grado di autonomia nelle regioni del nord. Bene, i Turchi non lo permetteranno mai. La Turchia ha già migliaia di soldati nell'Iraq del nord principalmente per prevenire ogni evoluzione in tal senso. Se ci saranno dei movimenti attorno a Kirkuk, che [i curdi N.d.T.] ritengono come la loro capitale, la Turchia si muoverà per impedirla, e gli Stati Uniti gli daranno sicuramente una mano, visto che gli Stati Uniti hanno aiutato pesantemente la Turchia nelle sue atrocità contro la popolazione curda negli anni '90 nelle regioni del sud-est. Ciò che potrà essere tollerato è una dittatura militare con una facciata di apparente democrazia con un parlamento che vota con i militari che controllano - è una cosa familiare - oppure restituire il potere alla minoranza sannita che la deteneva in passato.

Nessuno può predire ciò che accadrà. Non si sa cosa può succedere quando si scatena una guerra. La CIA non ce lo può dire, Rumsfeld non lo sa, nessuno lo sa. Può essere una qualsiasi delle ipotesi prospettate. Questo è il motivo per cui le persone sane di mente rifuggono dall'uso della violenza a meno che non ci siano ragioni inderogabili per prendersene la responsabilità - i pericoli sono semplicemente troppo grandi. Comunque è scioccante che né Bush né Blair presentino niente di tutto ciò come il vero obbiettivo della guerra. Sono per caso andati al Consiglio di Sicurezza e hanno detto facciamo una risoluzione per l'uso della forza per ristabilire la democrazia in Iraq? Certo che no. Perché sapevano che gli avrebbero riso tutti dietro.

Bush e la sua amministrazione hanno ribadito al consiglio in novembre molto chiaramente e direttamente che le Nazioni Unite sarebbero state "rilevanti" se autorizzeranno le autorità americane a fare ciò che vogliamo, usare la forza quando vogliamo e come vogliamo, e se le Nazioni Unite non ci daranno l'autorizzazione saranno irrilevanti. Non poteva essere più chiaro.

In pratica hanno detto abbiamo già l'autorità per fare ciò che vogliamo, potete stare con noi e assecondare le nostre decisioni altrimenti siete irrilevanti. Non ci sarebbe potuto essere un modo più esplicito e chiaro di informare il mondo che non ce ne frega nulla di quello che pensa, noi faremo lo stesso quello che ci pare. Questa è una delle ragioni principali per cui l'autorità dei leader statunitensi sta sprofondando nei sondaggi dell'economia mondiale.

Alcuni paesi presumibilmente seguiranno gli Stati Uniti - ma senza aver paura [di Saddam].


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