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Infanzia: tra debito e credito

Infanzia: tra debito e credito CIDI - Livorno TRA 'CREDITO' E 'DEBITO': IL PUNTO DELLA SITUAZIONE di Mara Pacini Nelle scuole dell'infanzia, dall'entrata in vigore degli Orientamenti nel...

26/01/2002
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Infanzia: tra debito e credito

CIDI - Livorno

TRA 'CREDITO' E 'DEBITO': IL PUNTO DELLA SITUAZIONE

di Mara Pacini

Nelle scuole dell'infanzia, dall'entrata in vigore degli Orientamenti nel giugno del '91, siamo in attesa di una legge che consenta e concretizzi almeno alcune delle condizioni indispensabili per lavorare secondo quegli indirizzi. Dapprima ci è stata data l'opportunità di sperimentare '#8216;nuovi' modelli organizzativi con ASCANIO, poi siamo stati chiamati ad una Consultazione che ha riaffermato una serie di esigenze da sempre disattese, legate soprattutto alla realizzazione di condizioni organizzative più idonee; al contempo abbiamo visto crescere le aspettative con il fiorire di iniziative, anche ministeriali, che hanno puntato una certa attenzione sulla scuola dell'infanzia (convegni, conferenze, dichiarazioni); un'altra sperimentazione coordinata a livello ministeriale '#8211; ALICE -, poi un intero articolo (il n° 2) nel testo della legge 30/2000, che ci ha messi al primo posto, quello fondativo, nel 'riordino' dell'intero sistema scolastico. Ci siamo congedati prima delle ultime vacanze estive con una promettente possibilità: quella aperta dal Decreto 91 del 21.5.2001 per un'altra, l'ennesima, sperimentazione, questa volta di ricerca verso nuovi ordinamenti.

Pochi giorni dopo sono sopraggiunti il ritiro e l'annullamento di questo atto, accanto alla sospensione del Piano di attuazione del Riordino dei Cicli proposto dalla Commissione De Mauro. Eppure per il documento della scuola dell'infanzia era stato espresso parere favorevole anche in sede di C.N.P.I. Non troviamo giustificazioni né ufficiali né ufficiose all'operazione di totale azzeramento di un percorso costruttivamente avviato. La breve citazione nel Programma Moratti del luglio, chiarita (?) dalla trattazione nel più recente documento (?) Bertagna pare l'ultima chance a cui ancorare le nostre indebolite speranze di considerazione e miglioramento. Il riconoscimento della validità della scuola dell'infanzia nella sua triennalità e in tutte le sue forme ci fa indubbiamente onore, ma, per favore, 'non facciamo di ogni erba un fascio'! Si riapre qui l'annosa e delicatissima questione della valutazione nella scuola dell'infanzia.

L'altissima frequenza della scuola dell'infanzia in tutta Italia (95% - 98%) è in gran parte merito dell'instancabile e ostinato lavoro degli insegnanti che vi operano, '#8216;giocato' molto oltre le ore di contratto, in riunioni di programmazione, organizzazione, allestimento, approfondimento, letture, scambi, aggiornamento e formazione. Una professionalità costruita sull'intreccio tra il pensare e il fare, molto attenta sia ai contenuti che alle forme delle proposte didattiche, esperta nella costruzione di un curricolo efficace e funzionale, esteso alla considerazione intenzionale di molti aspetti abitualmente trascurati.

Potremmo dilungarci ed esplicitare con maggiore accortezza i passaggi solo accennati poco sopra, e lo faremo di buon grado se qualcuno ci desse almeno l'impressione di un autentico ascolto.

Al Ministero e agli Uffici da cui dipendiamo, incluse le Direzioni Regionali, chiediamo quindi chiarimenti e delucidazioni, per sapere e per capire.

Credito e debito sono termini tipici di un linguaggio assunto dall'economia, dall'azienda, dalla banca; la scuola dell'infanzia non parla questa lingua: è un mondo creativo, di ingegni in sinergia, di ricerc-azione volta a trovare strategie funzionali al raggiungimento di uno scopo non economico, ma sociale. E' un 'vivaio di relazioni umane' (Katherine Read), è un luogo dove si intersecano umori e passioni, dove 'discutendo s'impara' (Pontecorvo), dove si pratica la 'cortesia del dialogo' (Bruner), dove si individuano capacità e si sviluppano competenze, dove la maturazione dell'identità si combina con la conquista di un'autonomia rispettosa di sé e degli altri, dove si impara a guardarsi intorno con accortezza e attenzione, dove la curiosità si incontra e interagisce con le forme della conoscenza e dei 'saperi'.

Né debito, né credito, quindi, ma autentico RISPETTO e condizioni di lavoro migliori, definite in provvedimenti normativi idonei e non limitate a periodici aggiustamenti superficiali e parziali.

La scuola dell'infanzia non può essere considerata un possibile '#8216;credito', equiparabile ad uno o più anni della SCUOLA '#8216;che conta'; ha bisogno piuttosto di investimenti chiari e consistenti:

- maggiori finanziamenti per l'adeguamento delle strutture e per l'acquisto di sussidi e materiali;

- preparazione adeguata al personale non docente (collaboratori scolastici) affinché diventi parte consapevole del progetto e dello staff di realizzazione;

- revisione della proporzione numerica tra adulti e bambini;

- un piano di formazione in servizio sui diversi versanti della professionalità;

- formalizzazione di procedure di raccordo tra asili nido e scuola dell'infanzia e tra scuola dell'infanzia e scuola elementare;

- riconoscimento e istituzionalizzazione (e relativa retribuzione) del tempo dedicato a:

- distribuzione di compiti e assunzione di responsabilità

- partecipazione alla programmazione e alla pianificazione degli interventi

- regia educativa attiva e flessibile

- riflessione e autovalutazione

- confronto e scambio di esperienze con i colleghi

- organizzazione e stesura della documentazione

- partecipazione a iniziative di aggiornamento e formazione in servizio, seminari, convegni, visite di studio, con la garanzia delle sostituzioni;

- garanzia della manutenzione e dell'igiene dei locali scolastici.

La scuola delle bambine e dei bambini ha bisogno più che mai di fatti e non di parole: se comunque parole anche nuove si dicono, sarà almeno opportuno che ne vengano esplicitati i significati e le applicazioni possibili.


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