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In arrivo le norme sui 500 super-prof. Il premier sceglie i «reclutatori»

Resta a Palazzo Chigi la nomina dei presidenti delle commissioni che sceglieranno i talenti che andranno in cattedra senza concorso. I dubbi dentro le Università

09/10/2016
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Corriere della sera

Gianna Fregonara

Sarà il presidente del Consiglio a nominare direttamente i venticinque presidenti delle commissioni che valuteranno gli aspiranti superprofessori universitari che saranno reclutati a partire dal prossimo anno con un fondo di 75 milioni e che potranno ottenere una cattedra e uno stipendio maggiorato in deroga all’Abilitazione scientifica nazionale. Non solo, i presidenti delle commissioni saranno professori stranieri che lavorano all’estero e di acclarata fama internazionale. A chiarire i dubbi e le paure che da mesi circolano nel mondo universitario sono gli uffici della Presidenza del consiglio dai quali è finalmente partito il testo del Dpcm che dovrà regolare la selezione dei 500 prof del fondo intitolato a Giulio Natta, l’accademico italiano che nel 1963 prese il premio Nobel per la chimica. Ora è al vaglio del Consiglio di Stato, poi dovrà passare in Parlamento per un parere delle commissioni.

Imparzialità o ingerenza?

Sono ampiamente passati i 90 giorni previsti dalla legge di Stabilità 2016 per istituire le cattedre e dunque se ne parlerà per il prossimo anno (i 36 milioni stanziati per quest’anno finiranno nel fondo ordinario le università). Ma non è il ritardo nella definizione dei criteri che regoleranno l’assegnazione delle super cattedre a impensierire il mondo universitario: sono i criteri. L’idea di «garantire l’imparzialità rispetto al sistema» avocando direttamente al premier la nomina dei presidenti delle commissioni ha suscitato molti dubbi: ancora maggiore ansia metterà la notizia che a Palazzo Chigi circolano già liste di possibili candidati a questo ruolo in modo da poter procedere in fretta una volta che il decreto sarà pronto. E’ vero che rispetto alla norma iniziale che prevedeva che le commissioni fossero per intero di nomina centralizzata, ora almeno gli altri due professori saranno scelti tra elenchi proposti dalle Università.

«Corruzione» e «Baroni»

Ma il sito «Roars», sempre attento agli umori e ai retroscena su ciò che si muove in ambito universitario, parla del rischio di ingerenza politica nella nomina di professori che peraltro sono scelti senza concorso. La Cgil addirittura evoca il recente intervento di Raffaele Cantone contro la corruzione negli Atenei: «Sorge il dubbio che rientri in un progetto più ampio per continuare da un lato il definanziamento e lo strangolamento del sistema universitario e dall’altro il controllo e l’incentivo solo a chi vuole il Governo». Per quanto riguarda il finanziamento però nella legge di Stabilità sono previsti fondi per gli Atenei che i rettori attendono con ansia.

Le Università all’oscuro

A Palazzo Chigi la vedono da un punto di vista diverso: l’idea delle 500 cattedre oltre a liberare i talenti, come ripete il sottosegretario Tommaso Nannicini che sta curando il provvedimento, dovrebbe anche aggirare le «baronie». Di certo rischiano in qualche modo di commissariare l’intera struttura del sistema universitario. Il presidente della Crui, la conferenza dei rettori, Gaetano Manfredi non è stato consultato né ha ancora visto il testo in via preliminare. Quanto alle commissioni non si pronuncia ma spiega che per altre commissioni che assegnano posti per il merito come il programma per il rientro dei cervelli intitolato a Rita Levi Montalcini la commissione aggiudicatrice è presieduta proprio del capo dei rettori con altri quattro esperti, il Cun, consiglio nazionale Universitario deve invece dare il parere per le cattedre in deroga all’abilitazione che le singole università possono costituire. Quanto all’Anvur, l’ente di valutazione della ricerca e dell’Università, non è coinvolto - almeno per ora - nel processo di strutturazione delle cattedre Natta.

I curriculum e i finanziamenti

L’assegnazione delle nuove cattedre, quando partirà, funzionerà così: le commissioni nominate a palazzo Chigi - l’incarico sarà ovviamente retribuito tenendo conto della fama dei professori - resteranno inc arica per un triennio per poter eventualmente seguire e integrare le scelte, se nel primo anno non si trovassero nelle diverse discipline sufficienti candidati. Le diverse aree accademiche sono divise con lo stesso criterio con il quale si procede alle borse Erc, i prestigiosi assegni europei per i ricercatori, e dunque saranno 25. Ogni Ateneo ha diritto a richiedere un numero di professori o ricercatori delle cattedre Natta con un tetto per area , per limitare almeno in parte le diseguaglianze tra Atenei più ricercati e gli altri. Potranno presentare la propria candidatura tutti i ricercatori italiani e stranieri senza limite di età, né di residenza: le cattedre possono essere anche un’alternativa all’abilitazione nazionale per gli aspiranti prof che sono già nelle università italiane ma questi dovranno cambiare sede. Verranno valutati i curriculum, le pubblicazioni con particolare attenzione agli ultimi 5 anni, i finanziamenti ricevuti in Italia e all’estero.


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