Il Tirreno-Scuola, bocciati i bonus alle famiglie

di Martina Altigeri
Scuola, bocciati i bonus alle famiglie
Giudizi negativi per i rimborsi previsti a chi iscrive i figli negli istituti privati
L'assessore Cardillo: Sbagliato dimenticarsi delle materne

PRATO. "I nuovi rimborsi sono solo un intervento minimale e si è voluto solo dare del fumo negli occhi alle persone". E' chiaro l'intervento della vicepresidente della Provincia con delega alla pubblica istruzione, Gerardina Cardillo, sui bonus che il ministero ha deciso di concedere alle famiglie degli studenti della scuole private. Una prima critica viene indirizzata all'omissione della materna dalla lista dei beneficiari. "Un'esclusione negativa perché non garantisce la piena soddisfazione della domanda".
"L'utenza - continua l'assessore - diminuisce via via che si sale nelle scuole di ordine e grado superiore. Questo mi fa riflettere che non si voglia considerare la scuola materna una scuola vera e propria. In questi anni si sono visti molti tagli per i fondi alla scuola e questo significa non voler investire nel sistema dell'istruzione. La scelta che viene fatta è quella di demolire la formazione e questo è un male, perché sono le risorse umane il fattore di sviluppo per un paese. Il bonus viene dato alle famiglie e allora la scuola cos'è? Lo Stato si occupa del sistema della pubblica istruzione o delega la famiglia? Per Prato speriamo, insieme alle scuole, di poter continuare a garantire un certo livello d'istruzione".
Molto dura nel giudizio anche l'assessore comunale alla pubblica istruzione Rita Frosini: "La legge Berlinguer attribuiva alla scuola paritaria, che puntava all'equità e alla qualità, il giusto ruolo all'interno del sistema complessivo dell'istruzione pubblica, riconoscendo contributi e sostegno alle scuole che rientravano in questa impostazione. Ma il bonus alle famiglie a pioggia, senza distinzione di reddito, fa parte di una visione da libero mercato che scatenerà una concorrenza al ribasso fra le scuole, facendo venire meno un'offerta formativa di qualità. Oltretutto i soldi che arriveranno alle famiglie saranno pochissimi, sperperando così risorse che sarebbero più utili se impiegate, ad esempio, nell'evitare il taglio degli insegnanti".
"Non vi è alcun dubbio - commenta Camilla Curcio, responsabile della formazione, per la segreteria Ds - il decreto Moratti-Tremonti per l'erogazione di contributi alle famiglie che iscriveranno i figli alle scuole private rappresenta il suggello alle misure inadeguate e alla politica arrogante con cui questo governo ha finora operato in materia di istruzione. Continua infatti la beffa ai danni della scuola pubblica sempre più povera grazie ai tagli e al disinteresse del ministro Moratti e dell'intero governo".
Negativo il giudizio anche del sindacato Cgil Scuola di Prato chiaramente contrario alla frammentazione in minime somme dei contributi per gli studenti. "E' un vero bluff, siamo contrari allo sperpero - ha spiegato il segretario Cgil scuola di Prato, Raffaello Biancalani - Al governo non gli importa della scuola, ma cerca solo espedienti per fare tagli a scapito della scuola stessa e del suo personale. Una scuola di scarsa qualità è un aggravio per la società tutta. E' un vero dramma che però non è conosciuto. Tutti dovrebbero tenere alla scuola, garanzia di democrazia". La soluzione, per Biancalani, può derivare solo dall'impegno comune di tutti i sindacati. "Tutti si deve convenire per sensibilizzare l'opinione pubblica per una scuola più decorosa".