Il Tempo-Il modello della scuola italiana piace ai giapponesi

Il modello della scuola italiana piace ai giapponesi
Presto i genitori potranno controllare i voti e le assenze dei figli direttamente su Internet
In visita in un liceo triestino alcuni insegnanti del Sol Levante hanno apprezzato la libertà d'espressione dei ragazzi
LA SCUOLA italiana è un modello vincente; se ne sono resi conto i giapponesi visitando un liceo di Trieste, apprezzando in modo particolare che da noi sia centrale la figura dello studente.
"Sono rimasti ammiratissimi - dice il preside del liceo Petrarca, Adriano De Vecchi - della centralità della figura dello studente, libero nelle nostre aule di dire quello che gli pare, di porre qualsiasi domanda e di esprimere le sue opinioni personali". Anche il fatto che ci siano solo 25 alunni per classe ha entusiasmato i giapponesi che a casa loro, per problemi di spazio, studiano in aule di quaranta e passa studenti.
La delegazione della prefettura di Mie, in visita all'istituto triestino venerdì scorso con tanto di interprete al seguito, aggiunge De Vecchi, "era composta da 21 persone, insegnanti di ogni ordine e grado interessati a scambiare informazioni e assistere alle lezioni".
La delegazione straniera, ammette poi De Vecchi, ha comunque rimarcato che in Giappone "ogni scuola è dotata di mensa, piscina, palestra e campo sportivo; una realtà certamente differente da quella italiana".
Ma i giapponesi "sono rimasti stupefatti quando hanno assistito alla lezione per costruire gli ipertesti" sottolinea poi il preside, ricordando il liceo Petrarca -700 alunni e 80 insegnanti- è all'avanguardia per l'uso di internet e presto offrirà una novità interessante ai genitori.
"Sta per partire la prossima settimana sul sito internet del liceo Petrarca - dice De Vecchi - un'area riservata ai genitori dove, con una password, potranno controllare voti, presenze ed eventuali note dei propri figli. Ogni professore sarà poi raggiungibile tramite e-mail". Lunghe code per i "ricevimenti" addio, dunque, basta il pc per sapere come va nostro figlio. Chissà che cosa pensano su questo argomento gli studenti, tanto liberi da venir controllati a loro insaputa via computer.