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Il Piccolo-Scuola, pioggia di polemiche sulla riforma

La Margherita: i soldi sono appena un ventesimo di quelli necessari per mettere a regime il cambiamento Scuola, pioggia di polemiche sulla riforma I diessini: Italia unico Paese che diminuisce l'is...

20/02/2003
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Il Piccolo

La Margherita: i soldi sono appena un ventesimo di quelli necessari per mettere a regime il cambiamento
Scuola, pioggia di polemiche sulla riforma
I diessini: Italia unico Paese che diminuisce l'istruzione obbligatoria

ROMA - Tutto rimandato. La maggioranza ha detto sì alla legge sulla scuola, facendola passare in silenzio, senza entusiasmi, rispondendo al patto di rimandare ad altra sede le divergenze e di far apparire compatta la Casa delle libertà. Così, per consentire alla riforma con un'accelerazione finale di uscire dalla palude in cui per mesi è stata confinata, soprattutto per problemi interni alla maggioranza, è stato fatto buon viso a cattiva sorte. L'opposizione invece ha abbandonato l'aula, in segno di dissenso. E le reazioni non si sono fatte attendere.
Dal fronte dell'opposizione, Andrea Ranieri, responsabile scuola dei Ds, ha bollato la riforma "come vuota nei contenuti e caratterizzata più per quello che toglie che per quello che propone di nuovo". Sempre secondo Ranieri, "questa riforma passerà alla storia per aver costretto l'Italia a essere l'unico Paese al mondo che diminuisce l'obbligo scolastico". Un giudizio negativo condiviso da Giovanna Manzini, della Margherita: "È un giorno triste, il governo ha distrutto tutto ciò che di buono la scuola aveva saputo produrre in questi anni. La scuola da comunità educante diventa un luogo di selezione e di divisione. Infine, i soldi previsti sono un ventesimo del fabbisogno per mettere a regime la riforma". Diverso, ovviamente, il parere del responsabile scuola di Alleanza nazionale, il senatore Giuseppe Valditara: "Siamo particolarmente soddisfatti, è una legge che valorizza il meglio della tradizione italiana, aprendo al futuro e accogliendo le migliori esperienze europee. Con una forte formazione professionale, l'alternanza scuola-lavoro e l'innovazione del reclutamento dei docenti". "Con questo progetto, si comincia ad uscire da un certo statalismo che ha segnato per troppo tempo la scuola italiana. Noi per la prima volta vogliamo realizzare un sistema pubblico integrato che prima di tutto affronti il problema della cooperazione fra scuole e genitori, pur restando fedeli all'autonomia che le istituzioni scolastiche devono mantenere" commenta Fabio Garagnani, capogruppo di Forza Italia in commissione Cultura. Ma gli studenti sono sul piede di guerra.
Il giorno dopo l'approvazione della riforma, l'Unione degli studenti chiede la revisione del riordino dei cicli scolastici ripristinando il biennio unico per tutti i ragazzi fino ai 15 anni, garanzie sull'effettiva partecipazione degli studenti negli organi collegiali, assicurazione agli insegnanti di completa autonomia nella scelta dei libri di testo, sviluppo della professionalità del personale docente. Quella varata è una normativa, sottolineano gli studenti, che "permette al Parlamento di approvare solo norme generali, mentre conferma al ministro ampi poteri decisionali attraverso propri regolamenti non suscettibili di ulteriori discussioni parlamentari. Una riforma di tale importanza non deve essere attuata con questo procedimento".
Elisabetta Martorelli


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