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Il Piccolo-Legge Moratti, Antonaz incita i presidi a resistere

Doppia lettera dell'assessore regionale all'Istruzione. Sotto accusa anche i tagli decisi da Roma: "Alle materne 1.400 bimbi in lista d'attesa. Mancano un centinaio di ausiliari" Legge Morat...

27/05/2004
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Il Piccolo

Doppia lettera dell'assessore regionale all'Istruzione. Sotto accusa anche i tagli decisi da Roma: "Alle materne 1.400 bimbi in lista d'attesa. Mancano un centinaio di ausiliari"
Legge Moratti, Antonaz incita i presidi a resistere
"Serve una pausa di riflessione prima di attuare la riforma". E al ministro scrive: "Anno scolastico a rischio"


TRIESTE Roberto Antonaz scrive a Letizia Moratti, facendosi carico delle preoccupazioni di genitori, dirigenti, insegnanti, sindacati ed enti locali. Il mondo della scuola unito, insomma, per dire al ministro che così non va. Troppi bambini in aula, troppe classi non autorizzate, troppe sforbiciate al personale docente e non docente, in una regione che vede inevitabilmente aumentare gli studenti per effetto dell'immigrazione. "In queste condizioni riassume l'assessore regionale all'Istruzione è impossibile far funzionare al meglio la nostra realtà scolastica". Ma il vero siluro al ministro è un altro. In una seconda lettera, indirizzata ai dirigenti scolastici del Friuli Venezia Giulia, ricordato il ricorso della Regione alla Corte Costituzionale contro il primo decreto attuativo della riforma, Antonaz fa capire che l'applicazione della legge, in questo momento, non è proprio un obbligo.
I NUMERI La lettera alla Moratti, partita la scorsa settimana da Trieste, è ricca di numeri. "Chiedendo al ministero un rimpolpamento dell'organico dice Antonaz , parto dai dati per spiegare al ministro l'impossibilità di procedere con organici così ridotti". Nella posta, il ministro scoprirà la media alunni/sezione in forte crescita nella scuola dell'infanzia (24,1 a Trieste, 23,9 a Gorizia, 22,1 a Udine, 24,7 a Pordenone), si vedrà segnalare i circa 1400 alunni in lista d'attesa, sempre nelle materne, le decine di classi (soprattutto a tempo pieno) non autorizzate sul territorio regionale e il caso degli allievi diversamente abili inseriti in classi con 25 alunni
IL PERSONALE ATA C'è poi la questione del personale ausiliario, tecnico e amministrativo (Ata), che già scatena i sindacati, pronti a scendere in piazza con sit in di protesta davanti alla direzione scolastica regionale di Trieste il prossimo 3 giugno. Cgil, Cisl e Uil chiedono almeno cento posti in più non solo per colmare la riduzione di 96 posti in regione, decisa a Roma, ma anche per compensare il richiamo in servizio, imposto l'anno scorso dal ministero, del personale (si tratta soprattutto di bidelli) collocato fuori ruolo perché considerato non in grado di svolgere determinate mansioni. Il Friuli Venezia Giulia, tra l'altro, conta un numero altissimo di "ex inidonei", persone dalla capacità lavorativa ridotta, quasi 250, con Trieste ampiamente in testa con 125, oltre il 20% del totale del personale in servizio in città.
LA PROTESTA Antonaz, spiegato al ministro come "il capitale umano costituisca la base per sostenere qualsiasi processo di innovazione", non usa il condizionale: "Roma dovrà darci risposte concrete nelle assegnazioni di agosto. Così non si può andare avanti e, se non avremo risposta, penseremo a nuove forme di sollecito". Nella lettera, l'assessore spiega che l'attuale situazione degli organici non può garantire l'accoglimento delle istanze di frequenza degli alunni esclusi nelle scuole dell'infanzia, l'integrazione efficace dei ragazzi diversamente abili, il rispetto delle scelte delle famiglie riguardo al tempo scuola, il tipo di istruzione richiesto nelle scuole secondarie, adeguate condizioni di lavoro al personale docente e Ata.
I DIRIGENTI Ma Antonaz non si ferma qui. Perché, tra "direttive confuse" e "normative non chiare", con la Regione che ha impugnato di fronte alla Corte Costituzionale il primo decreto legislativo di attuazione della riforma Moratti, l'assessore decide di comunicare ai dirigenti scolastici regionali, sempre via lettera, l'utilità di una "pausa di riflessione prima di procedere all'attuazione della riforma, valorizzando al massimo grado l'autonomia e promuovendo un dialogo attivo tra le diverse componenti delle comunità scolastiche e territoriali". La Regione non lascerà soli i "disertori": "Ci impegniamo a sostenere le scuole in tale cammino fornendo una serie di opportunità, anche finanziarie, a supporto dello sviluppo e dell'arricchimento dell'offerta formativa, quale spazio espressivo dell'autonomia delle istituzioni scolastiche".
Marco Ballico


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