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Il paese dei balocchi

Il paese dei balocchi - di Andrea Bagni C'era una volta... un re direte voi. Niente re. E nemmeno burattini. C'era una scuola. Un po' legnosa e pallosetta, però una specie di capanno per certe piog...

12/10/2002
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Il paese dei balocchi - di Andrea Bagni
C'era una volta... un re direte voi. Niente re. E nemmeno burattini.
C'era una scuola. Un po' legnosa e pallosetta, però una specie di capanno per certe piogge acide, di fuori. Entravano bambini e bambine in carne e ossa e chiasso, che scorazzavano da parte a parte, come nella pancia d'una balena.
C'erano anche la Fata e il Grillo Parlante (su tutte le reti, antipatico proprio).
La Fata, tailleur elegante e sorriso biondo, non era turchina. Piuttosto furbina.
Il cuore della storia è che quei due volevano che i ragazzetti vispi come lucignoli uscissero dalla scuola burattini: grandi burattini adulti da tenere con pochi fili in qualche tele-rete. (E' un rovesciamento con allusioni politiche, e non dei più originali, lo so; ma voi non fate troppo i sapientini).
La Fata Furbina non è che si fidasse tanto della bacchetta magica. Voleva che i marmocchi entrassero prima nella Grande Macchina, falegnameria industriale, santificato carcere modello, che li avrebbe subito avviati alcuni alle camerette dei giocattoli, altri alle fabbrichette di Mangiafuoco. Secondo vocazione. Familiare. Ogni tanto chiedeva soldi al Grande Bugiardo, che parlava dai Tre Monti. Per il tuo guardaroba? si sentiva rispondere. E tornava a casa a capo turchino.
Il Grullo Parlante le dava solo inutili istruzioni e incoraggiamenti da imbecille (le quattro i, pensava lei).
Alla fine cercarono di trasformare il capanno in Azienda di Smistamento Spa.
Macché... Un anno magico come un chiasmo (due zero - zero due, dicevano bambini e bambine la notte a bassa voce), in un autunno caldissimo dopo un'estate gelida (altro rovesciamento), il Paese dei Balocchi e dei Burattini fu scosso da un terremoto. C'è chi dice che tutto era cominciato con un movimento di movimenti in una città di sole e di mare, di festa e di pianto (non è chiaro che volesse dire, ma suonava bello e terribile). Molti fili si spezzarono, strane reti si annodarono, vecchie formiche raccontarono grandi storie a inquiete cicale di alberi precari, parlando di un mitico Cinese impiegato alla Pirelli. Si videro Cococo per le strade (che animali erano?), asini volare e falegnami festeggiare e bambine sorridere con le loro bacchette magiche in corteo. Black baby bloc armati di bastoni, dissero i Grilli e le Fate. Ma nessuno ci credette più. Neanche Geppetto.


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