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Il Nuovo-via alla nuova maturità fra mille polemiche

Via alla nuova Maturità fra mille polemiche Il 19 giugno incominciano gli esami di Stato e per la prima volta solo il Presidente di Commissione arriverà da un'altra scuola. Ed è subito polemic...

07/05/2002
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Il Nuovo

Via alla nuova Maturità fra mille polemiche

Il 19 giugno incominciano gli esami di Stato e per la prima volta solo il Presidente di Commissione arriverà da un'altra scuola. Ed è subito polemica.
di Alberico Giostra
ROMA - Il 19 giugno prossimo inizieranno gli esami di Stato per 450.000 allievi delle superiori. I candidati (che sono sempre meno, erano 535.000 nel 1998 e 470.000 lo scorso anno) dovranno superare tre prove scritte e una orale, ma sarà un anno di transizione in attesa della riforma degli ordinamenti scolastici voluta dal Ministro Moratti.

Dal prossimo anno infatti due prove scritte saranno scelte dalle singole scuole mentre la terza sarà definita e corretta dall'Invalsi, l'Istituto nazionale di valutazione del sistema scolastico. Esattamente il contrario di quanto accade adesso e accadrà ancora il 19 giugno prossimo, con la riforma introdotta nel 1999 dal centro-sinistra, in cui delle tre prove scritte due sono nazionali e una decisa dalle singole commissioni. Ma sarà anche la prima volta per la modifica introdotta, tra mille polemiche, il 25 gennaio scorso, con la quale solo il Presidente di Commissione arriverà da un'altra scuola e i commissari saranno gli stessi che hanno seguito i candidati durante l'ultimo anno scolastico, cosa che consentirà un risparmio di 300 miliardi di vecchie lire l'anno.

Il numero dei commissari, variabile da 4 a 8, dipenderà dalle discipline previste da ciascun indirizzo di studio, perché, forse non tutti lo sanno, sono oltre 100 nel nostro paese gli indirizzi di studio e quindi gli esami di maturità. Tanto è vero che fino a qualche anno fa, si narra nei corridoi di Viale Trastevere, l'unico depositario del numero degli indirizzi di studio, ormai sfuggiti al controllo della burocrazia ministeriale dopo l'introduzione della cosiddetta riforma Brocca, era, per forza di cose, il funzionario che presiedeva agli esami di maturità. Le polemiche sull'eliminazione dei commissari esterni sono state uno dei leit motiv degli attacchi dell'opposizione alla politica scolastica del Ministro Moratti.

Secondo la Cgil scuola infatti 'commissioni d'esame composte esclusivamente da docenti della classe, anziché da altre scuole, e un unico presidente per scuola porteranno deliberatamente ad una perdita del valore legale del titolo di studio', mentre secondo l'ex Ministro dell'Istruzione Tullio De Mauro, la scomparsa dei commissari esterni per gli esami di maturità significa ''un regresso verso epoche di un'Italia contadina in cui c'erano pochi privilegiati che riuscivano a studiare e gli altri si arrangiavano come potevano''. E sempre secondo De Mauro ad avvantaggiarsene saranno 'le scuole private, gli istituti di 5 anni in 1'. Gli alunni provenienti dai cosiddetti centri studi, quelli in cui si recuperano due, tre e persino quattro anni in uno, in effetti sostengono gli esami di stato in Istituti scolastici privati convenzionati e se si tratta di istituti paritari a dare loro l'esame saranno solo commissari interni e un presidente esterno, mentre se la scuola è di quelle non paritarie, la metà almeno sarà composta da membri esterni.

Il rischio paventato dall'opposizione è quello di esami addomesticati, ma si tratta di un rischio che era ampiamente presente anche quando era al governo il centrosinistra che nulla ha fatto per eliminarlo, nonostante che nel 1996, in un'intervista rilasciata a Umberto Eco Massimo D'Alema annunciasse 'basta con i diplomifici'.

Ma come sarà in concreto l'esame di stato di quest'anno? Per essere ammessi basterà aver frequentato l'ultimo anno di scuola superiore, con la riforma del '99 infatti era sparito il voto di ammissione. Le prime due prove sono rimaste simili a quelle del vecchio esame: la prima riguarda sempre l'italiano ma è più varia in quanto a tipologie, può essere un tema, l'analisi di un testo letterario o lo svolgimento di un saggio breve o ancora un articolo di giornale. La seconda prova coinvolge una delle materie di indirizzo, quelle già definite a gennaio, mentre la terza è una prova pluridisciplinare, diversa per ogni sezione perché elaborata dalla stessa commissione d'esame in base alla relazione compilata dal consiglio di classe che riporta i programmi effettivamente svolti, relazione resa pubblica dopo il 15 maggio. La terza prova, quella che ha introdotto i famosi quiz, è stata la vera novità della riforma del 1999, e presenta varie tipologie, dalla trattazione sintetica di argomenti, alla risposta a quesiti singoli o multipli, dalla soluzione di problemi o di casi pratici e professionali, fino alle esercitazioni vere e proprie.

Le materie prescelte per la terza prova non sono rese note prima e dallo scorso anno sono 5 anziché 4. La prova orale, a differenza dell'esame di maturità introdotto nel 1968, coinvolge tutte le materie, ma si svolge nell'arco di un'ora durante la quale lo studente presenta una tesina che può essere anche multimediale.

Per essere promossi bisognerà ottenere almeno 60/100, a differenza di quanto accadeva fino al 1999 quando la votazione si esprimeva in sessantesimi. Oltre alle prove d'esame la votazione si esprimerà con il credito scolastico e con quello formativo. Il primo sostituisce la valutazione del curriculum, ed è attribuito dal consiglio di classe, il secondo consiste in ''ogni qualificata esperienza culturale, artistica, sportiva,lavorativa dalle quali derivino competenze coerenti con il tipo di corso a cui si riferisce l'esame'.

Il punteggio finale si compone così: la commissione dispone di 45 punti per le prove scritte (ripartiti in tre parti uguali tra le tre prove) e di 35 punti per il colloquio (a ciascuna delle prove scritte e al colloquio giudicati sufficienti non può essere attribuito un punteggio inferiore, rispettivamente a 10 e 22. A questi punti si somma un massimo di altri 20 per il ''credito scolastico''.

Al Ministero non si sbilanciano sui criteri di valutazione, se ci sarà più o meno severità. La sensazione è che la percentuale di promossi sarà ancora altissima, come quella degli anni scorsi, quando a diplomarsi è stato il 99,6% dei candidati.

(7 MAGGIO 2002, ORE 11:15)


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